mercoledì 3 luglio 2024

Tranquilli, sereni, pacati: disaccordeRAI

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

“Caffè lungo e un bicchiere d’acqua, grazie”. Esauriti rapidamente i “convenevoli” di amici, nemici, ex colleghi, pensionati, parenti e conoscenti, arriviamo subito al dunque.

“Ti può essere utile e ti riferisco quanto so. Giovedì si saprà l’esito del Consiglio ma, comunque vada, ti posso assicurare che non c’è accordo e che quindi, se tutto va bene, per le nomine in Cda se ne parla a settembre. Punto. Non c’è altro da aggiungere … A partire da Palazzo Chigi dove sono sempre alla ricerca di una possibile alternativa a Rossi. Mi hanno riferito: per ora non abbiamo un altro nome ma lo stiamo cercando”. Si, vero, confermiamo e lo abbiamo pure letto e scritto, da tempo. Aggiunge: “Ti confermo che il nodo Lega è irrisolto e difficilmente risolvibile entro breve: vedi CdP che, se permetti, vale qualcosa di più di Viale Mazzini”. Ahhh … si certo … non c’è dubbio. Mentre sorseggiamo il caffè, sotto gli occhi abbiamo l’articolo di Repubblica con il titolo “CdP prigioniera dei veti. Tra MEF e Palazzo Chigi quarta fumata nera sul Cda” e, in fondo il titoletto “Le tensioni anche sul rinnovo della Rai. La Lega insiste su Felice Ventura Dg”. Ecco, appunto: un "controllore al fianco" cioè esattamente quello che Rossi vede come il fumo agli occhi come del resto chiunque potrebbe fargli alquanto facilmente. Sarebbe opportuna qualche piccola osservazione sul nome citato, ma questa è altra storia.

Le lettrici e i lettori di Blogorai sono privilegiati: sanno tutto (o quasi) prima e gratis. Lo abbiamo scritto da tempo chiaro e tondo, forte e chiaro: la “zona grigia” sul futuro prossimo della RAI è tutta intorno alla Lega, al MEF e a Giorgetti in particolare, azionista di maggioranza di Viale Mazzini. Senza di loro, senza di lui, senza i suoi soldi (il canone, la vendita di RAI Way) non si va da nessuna parte. Il potere di interdizione, il potere di blocco, il potere di ricatto in questo momento è enorme e non si lasciano certo sfuggire l’occasione: ora o mai più. Il nostro interlocutore aggiunge e chiude “Per la Meloni, per Mantovano, non può essere un gioco a somma zero: da qualche parte, qualcuno dovrà pagare pegno. Chi sacrificare tra gli alleati: FI o Lega?”.

Attenzione, se non c’è accordo dentro la maggioranza non si vede l’ombra nemmeno dentro l’opposizione che, ovviamente, è costretta a giocare una partita di rimessa, in subordine, e sperare nelle divisioni della maggioranza. Al momento, tutto tace e tutti tacciono. In ordine: il PD ripete stancamente il ritornello sulla riforma della governance RAI senza poi dire chi la dovrebbe fare, come e quando. Si è letto poi che il PD sarebbe in stand by in attesa di sapere come va a finire il ricorso: comodo, molto comodo. Si è letto pure però che ci sarebbe un nome in lizza per la presidenza sul quale sono in corso “sondaggi”. Si è letto pure che sarebbe disponibile a sacrificare un posto in Cda a favore di AVS che sul tema non ha aperto un fiato, fiduciosi di potere sostenere un “suo” uomo. Il M5S non merita nota, salvo osservare che la Floridia dice una cosa e gli altri tacciono.

Non ci resta che attendere … come Bruto sulla Piana di Filippi …

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