domenica 21 luglio 2024

RAI: anziani e informazione, le ragioni della disfatta prossima ventura


La situazione politica non è buona ed io non mi sento nemmeno tanto bene.

L’Europa e il Medio Oriente sono in subbuglio con le guerre alle porte, la destra che avanza (ma non troppo), il Governo traballa, incespica e farfuglia tra una Lega che spinge a destra e un Berlusconi che spinge al centro. Le nomine in Cda RAI? Se ne parla con il fresco.

Torniamo a Napoli, alla presentazione dei palinsesti RAI, ne vale la pena. Venerdì mattina sotto il Vesuvio è stato fotografato puntualmente lo stato delle cose del Servizio Pubblico, quello che è oggi e quello che potrebbe essere domani. Non si è trattato solo di uno sguardo verso il futuro dietro le spalle, ma di un occhio al presente cupo e incerto. Un attento lettore che era sul posto ci ha fatto notare: “Attenzione, i palinsesti sono rivolti agli inserzionisti pubblicitari”. Ha ragione, è vero e questa corretta osservazione ci illumina lo scenario e lascia intravvedere le ragioni della disfatta prossima ventura.

A - le risorse economiche sono poche e incerte.

B - non ci sono idee, si vive di rendita del passato glorioso

C - gestione "problematica": come ha scritto pure la Corte dei Conti “Necessarie misure per ridurre inefficienze e costi

D – la concorrenza incalza su tutti i fronti, free e pay, e non c’è modo di arginarla

E – manca ogni ipotesi di strategia globale e complessiva: Contratto di Servizio e Piano industriale inadeguati e insufficienti.

Veniamo ora ad una lettura particolare dei palinsesti e cerchiamo di capire l’ostinatezza che si avverte nel modellare l’offerta prevalente verso una direzione: il pubblico audiovisivo è relativamente “anziano”. Auditel ci dice (ultimo dato 19 luglio) che è prevalentemente femminile al 55%, è prevalentemente over 45 al 78% (con una netta prevalenza di over 65 al 46%) ed è più numeroso al Sud. Per la maggior parte degli “over” più aumenta l’età e maggiori sono le ore di consumo televisivo. Le loro preferenze si orientano molto verso le fiction e i giochi. Appare quindi del tutto naturale che RAI e, di conseguenza la pubblicità, si rivolga a Villa Arzilla: sono gli adulti, gli anziani, che pagano il canone in quanto titolari di bollette elettriche, sono loro che comprano le macchine e pagano i mutui, sono loro che fanno la spesa e spesso hanno pure una seconda casa. Se mettiamo insieme le considerazioni di cui sopra e quest’ultima appare tutto chiaro e si comprende bene come il palinsesto non è solo il paniere dell’offerta editoriale della RAI ma la sua immagine sociale, culturale ed economica proposta al Paese.  

Un capitolo a parte merita il perimetro dell’informazione RAI. Lo abbiamo già scritto e giova ripeterlo: non c’è straccio di progetto editoriale e di riorganizzazione delle testate. Non c’è una visione, una sola idea sulla quale riflettere. Non c’è traccia di attenzione su questo tema: dopo il piccolo dibattito sul “giornalismo d’inchiesta” (sic!!!) che per alcuni ha parato l’approvazione del Contratto di Servizio il nulla e poco più. Quando pure c'era (vedi Contratto precedente, art. 25) lo hanno cassato. Eppure, parlando sempre di “anziani” sappiamo che questi telespettatori apprezzano molto il consumo di notizie. Eppure, alcuni si gongolano e si croggiolano con “Newsroom” della Maggioni: è stato semplicemente usurpato il tema, il progetto editoriale di una newsroom unica, l’ultima spiaggia utile per consentire una gestione efficiente e razionale di 8 testate e degli oltre 2000 giornalisti, dei quali circa 200 a RAINews24 che “produce” un ascolto da prefisso telefonico.


bloggorai@gmail.com

p.s: Stasera alle 21.20 la luna sarà nel suo massimo splendore. Indicatela con un dito, fotografatela e inviateci l’immagine.

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