domenica 7 luglio 2024

La disfatta, la Caporetto, il trasloco dell'informazione RAI. Nulla sarà più come prima.

Foto di Wolfgang Eckert da Pixabay

23.23 !!! 

Non sono solo due numeri fortunati accoppiati tra loro. Sono i numeri dell'ora in cui si certifica la disfatta del giornalismo RAI, sono i numeri del tracollo, della Caporetto di tutte le audizioni di Vigilanza, AgCom e compagnia cantando, le raccomandazioni, i dispositivi, le leggi, le norme, il contratto di Servizio, la Convenzione, e infine il buon senso. Sono infine i numeri del “trasloco” ovvero dello spostamento su altre reti di uno degli obblighi fondamentali della RAI: informare il proprio pubblico.

Il “giornalismo d’inchiesta”? ma di che, ma di cosa??? è sufficiente il giornalismo semplice, elementare, anche senza l’uso di Intelligenza Artificiale, basta quella naturale. Alle 23.23 si può dare fuoco alle polveri, i bimbi sono a ninna, i giovani iniziano la lunga notte in discoteca, quelli di mezza età ancora deambulanti con il gelato in mano mentre passeggiano sotto casa e a Villa Arzilla hanno spento le luci con le nonnine e in nonnini già appisolati. Le 23.23 è l’ora giusta per consentire agli italiani, ai soli telespettatori del Servizio Pubblico di sapere, capire e riflettere sul fatto che in Francia, poche ore prima è successo qualcosa, qual cosina, di storico, di rilevante, di assoluto rilievo politico: la destra è stata sconfitta, battuta, arginata.

Al termine dello speciale di La7, Mentana ha chiuso la trasmissione ringraziando le giornaliste da Parigi perché hanno permesso di “leggere” una “pagina di democrazia”. Per la RAI no, e magari qualcuno ha pure immaginato che se fosse successo il contrario e se avesse vinto la Le Pen, si poteva anche immaginare una diretta a reti unificate condotta da Vespa da bordo piscina della sua fattoria. Nel frattempo sulle tre reti Rai andavano in onda rispettivamente: su Rai Uno canzonette, su RAI Due un filmetto di aria fresca ripassata in padella, su RAI Tre un remake di Report  su vini e vinelli nostrani. RAI News 24 non merita nemmeno il cenno, tanto non la vede quasi nessuno comunque. 

Allora, cosa dire? Scandalizzarsi, indignarsi, chiedere le dimissioni di qualcuno, di qualche direttore a scelta tra  

1. Direzione Approfondimento 

2. Direzione informazione 

3. Un direttore di un Tg a caso, uno qualsiasi. Il Tg3 è esonerato solo in piccola parte. Poteva chiedere benissimo la linea invece di mandare la replica di Ranucci. 

4. L’AD magari dopo che ha placato le sue ire per la sovrapposizione della Coppa Italia con il prossimo Sanremo

5. Il DG che si occupa di editoriale pure se non gli compete. 

6. La direzione cultura (non si sa mai)  

Già che ci siamo, vogliamo dire qualcosa pure a qualche consigliere a caso mentre erano in vacanza o sonnacchiosi? Ma si… non ci facciamo mancare nulla. E poi, infine vogliamo aggiungere che solo a tarda notte si è letto un comunicato del PD con il quale si chiede un'audizione in Vigilanza. Magari con il fresco, a settembre. Magari, in altri tempi, in altri contesti, con altra cultura di opposizione, ci stava pure un cosiddetto “flash mobbing” immediato con qualche parlamentare di fronte al cavallo morente, oggi più che mai. L'USIGRAI? fino a notte fonda, ieri sera non pervenuta. Oggi è un altro giorno.

Nulla di tutto questo è accaduto e potrà accadere. Ci è consentito solo assistere ad un lento ed inesorabile declino di tutta la baracca, di tutto l’ambaradam, del complesso del cucuzzaro anzitutto interno a Viale Mazzini, tutti presi a capire e sapere da che parte schierarsi in attesa delle nuove nomine.

Per la cronaca, anche la stampa ci mette di suo: oggi non c’è una riga sui giornali manco a pagarla ... nulla, il vuoto pneumatico, sotto la voce “azienda” non compare neanche un trafiletto, un necrologio, una battutina. Però si ricordano gli 81 anni di Orietta Berti!!! Il Servizio Pubblico è svanito, l’informazione pubblica è evaporata. La RAI di destra, la Telemeloni? No, di più, siamo oltre: siamo entrati in un territorio clinico di difficile comprensione e interpretazione. Se la RAI non è in grado di assolvere un livello minimo di decenza giornalistica a cosa serve? Se poi qualcuno si agita per chiedere la riduzione del canone forse potrebbe avere anche qualche ragione.

bloggorai@gmail.com

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