lunedì 15 luglio 2024

FLASH: RAI; la sveglia dell'accordo o l'accordo della sveglia?


Eravamo ancora preda del caloroso riposo pomeridiano (detto anche “pennica”) quando sopraggiunge una notizia improvvisa e in parte inattesa: “Nella capigruppo della Camera di oggi si è espresso l’impegno per trovare a luglio, d’intesa con il Senato, una data per il voto sul Cda della RAI. E’ quanto è stato sottolineato da fonti parlamentari al termine della riunione” (ANSA, 15.14).

Andiamo con ordine. A - “esprimere un impegno” non significa mantenerlo. B - “d’intesa con il Senato” non significa che il Senato “intenda”. C – “l’impegno al voto” non significa necessariamente accordo tra i partiti. D - "entro luglio" non significa necessariamente trovare il giorno giusto e inserirlo in un programma di lavoro della Camera già pieno di impegni.

Però poniamo che questo ultimo punto sia verificato: “Sveglia Bloggorai, hanno trovato l’accordo !!!”. Ma va? Bloggorai risponde sorpreso stropicciandosi gli occhi. Già … e ora che succede? Che accordo potranno mai avere trovato. E noi, cosa facciamo? Andiamo con ordine. 

A – succede che ora potranno procedere a nominare i quattro consiglieri con le norme previste dalla Legge 220 del 2015. Non hanno atteso la calura estiva o gli esiti del ricorso: non avevano trovato l’accordo che ora, evidentemente, è stato trovato.

B – l’accordo, teoricamente, dovrebbe essere trasversale e interessare maggioranza e opposizione. Secondo quanto letto e noto finora, il Governo porterebbe Rossi AD e Agnes Presidente ed altri due consiglieri a scelta per blindare una maggioranza? Forse che si o forse anche no. E se l’accordo prevedesse che al posto della Agnes andasse Di Bella in quota PD? forse che si o forse che no.  E se l’accordo prevedesse che un consigliere fosse Roberto Natale in quota AVS? Forse che si e forse che no. Rimane un posto solo già assegnato: Di Pietro in rappresentanza dei dipendenti. E il M5S rimane a bocca asciutta? e l’attuale consigliere Alessandro di Majo dato per scontato da mesi? Tutto è possibile ma non sempre tutto è semplice.

Vogliamo poi dire delle tensioni tra i partiti di maggioranza? Il clamore e la pressione di Salvini sulla RAI (canone etc), alla fin fine, si risolverebbe con un “consigliere” semplice? Un Marano a caso? Magari compensato da un ”direttorato” (come stamattina abbiamo letto)? Non sempre ciò che è auspicabile diventa poi realizzabile.

Infine: “hanno trovato l’accordo”? Accordo su cosa??? Su fare uscire i nomi dal cilindro di Mago Magò? Scelti a caso, con il bussolotto?  Con quali criteri, con quali valutazioni comparative presenteranno Tizio o Caia? Hanno realizzato l’inciucio perfetto? O di cosa altro vogliamo parlare? Per non dire di un dettaglio non irrilevante: la famigerata Legge 220 prevede che si debba tener conto della parità di genere. Vogliamo non credere che “l’accordo” sia stato raggiunto con i nomi di cui abbiamo letto ma, nella sciagurata ipotesi, sono quasi tutti maschietti.

C - Si possono fare tante cose, anzitutto sul piano politico, confidando almeno sul buon senso. Abbiamo scritto che il ricorso è una iniziativa politica che si avvale di uno strumento giuridico e questa impostazione è ancora valida. Abbiamo pure scritto che il dispositivo del Consiglio di Stato non solo non ha posto la parola fine ma consente di entrare nel merito delle sue valutazione e aprire le porte ad una istanza superiore: ha dato risposte a domande non richieste e questo apre uno scenario molto interessante.

Lo abbiamo scritto più volte e lo ribadiamo ancora: temiamo e temevamo da tempo più il silenzio degli amici che il fragore dei nemici e così puntualmente potrebbe essere. Se mai fosse, se mai dovessero aver trovato veramente “l’accordo” lo dovrebbero aver fato contro la Costituzione, contro la Legge e contro il MFA, contro il buon senso appunto e  nonché contro il TAR che i prossimo 23 ottobre si dovrebbe esprimere nel merito del ricorso. Già, il “ricorso”: dalla Schlein, a Conte, a Bonelli e Fratoianni, nonché a tanti altri “amici” questa parola, questo concetto con tutto ciò che veniva sotteso gli si strozzava in gola, non ce la facevano proprio a pronunciarla. Gli veniva un attacco di orticaria. buttavano tutti la palla in tribuna: "facciamo la riforma RAI che non si farà mai".

Comunque, la partita è ancora tutta in corso e non diamo nulla per scontato, nemmeno “l’accordo” .. quale che esso sia e quali siano i nomi che usciranno fuori dal cesto. Qualora fosse, prepariamo  salatini e prosecco fresco in attesa di leggere quei nomi e di sapere come sono stati scelti.

bloggorai@gmail.com

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