Bene, ora per poter andare un passetto avanti è necessario fare tanti passi indietro e tornare al caldo giugno del 2018. Proprio in quei giorni circolavano due documenti importanti: il Piano Industriale per il triennio successivo e un report sulla transizione al DVB-T2 che prefigurava un impegno di spesa per circa 220 milioni. Salini &Co non erano ancora arrivati e nessuno quindi poteva immaginare cosa sarebbe successo successivamente. Noi abbiamo avuto la fortuna di visionarlo in anticipo (il documento centrale di circa 270 e irrobustito di 5 allegati: n. 1 Piano editoriale dell’offerta televisiva Rai (72 pagine); n.2progettazione per la realizzazione dei canali dedicati all’offerta estera e in lingua inglese; n.3 piano per l’informazione istituzionale; n. 4 piano per l’informazione Rai (il più corposo, 116 pagine) e n. 5 progetto di tutela delle minoranze linguistiche. Insomma ce n’era quanto necessario per impegnarsi a studiarlo per i mesi a venire. Tant’è che Salini chiese ed ottenne di poterlo presentare in Vigilanza solo molti mesi dopo. Ne abbiamo scritto molte volte e abbiamo trattato molti aspetti di questo Piano e, sommariamente, lo abbiamo paragonato ad una macchina con una ruota bucata e senza quella di scorta: tant’è che non è andata da nessuna parte e di tutte le 500 ed oltre pagine non è rimasto che polvere ed è financo scaduto. Ora, bisogna essere veramente bravi per leggere, metabolizzare e rielaborare questo Piano in tal breve tempo ed avere pure la voglia, la forza e il coraggio di riproporlo, se pure fosse in qualche sua parte.
Ma vogliamo essere generosi: qualcuno è bravo, gliene diamo atto ma una cosa non ci è affatto chiara: tra i tanti impegni e prospettive che quel piano disegnava (da ricordare sempre che il Piano va letto congiuntamente al Contratto di Servizio) cosa ti vanno a ripescare? La riforma dell’organizzazione interna! Quel Piano, però, in effetti, qualcosa di buono lo aveva: d’un colpo si cancellano tutte le prospettive di “media company”, i problemi dell’innovazione tecnologica, della presenza sul mercato con nuovi prodotti editoriali e servizi innovativi, della presenza nel Web con un piano di informazione digitale adeguato al mercato (Rai News con oltre 200 mln di budget e circa 200 giornalisti con un ascolto da prefisso telefonico) come pure il sito di Rai News che arranca tra le posizioni di classifica da Serie B e, puffette e paffete, invece si rispolvera l’idea della ”rivoluzione” della transizione da reti Tv da orizzontali in verticali. Solo a spiegarla, a raccontarla, una roba del genere richiederebbe una cooperativa di affabulatori, di narratori scaltri ed avveduti che pure non si sa bene dove si possano trovare tra i creativi di Viale Mazzini.
Ma, poniamo pure, che si possa trattare di una buona idea (piace a tanti nostri amici e lettori) come si può pensare che possa essere considerata una priorità in questo momento dell’Azienda minacciata da problemi di ben altra natura, gravità e immediatezza? Ieri vi abbiamo accennato alle risoluzioni delle commissioni di Camera e Senato sulla revisione del TUSMAR: c’è da stare tranquilli? Si direbbe proprio di no. Ogni giorno che il buon Dio manda in terra, da una parte o da un’altra, si legge di qualche velata o palese minaccia sul canone e questo fa stare tranquilli? Si direbbe proprio di no. Giusto poco fa abbiamo letto il pezzo di Claudio Plazzotta su Italia Oggi con il titolo “Meno spettatori davanti alla Tv” dove si legge che “il parco telespettatori continua a ridimensionarsi e in settembre cala del 7,6% nelle 24 e del 6% in prima serata …” e, in questo quadro, ragionevolmente, qualcuno vuol credere che la “rivoluzione” dei bei tempi andati di una parte del vecchio Piano industriale possa essere utile a fronteggiare adeguatamente questa situazione? Qualcuno, ragionevolmente, crede che per fronteggiare Netflix o TIM che offre “Tutto per tutti” sia sufficiente creare una qualsivoglia direzione “intrattenimento”? Siamo sempre disponibili a parlarne, anche se abbiamo la sensazione che alcuni nostri amici ne vogliano fare un punto di iniziativa privata, quasi personale. Ricordiamo di aver pubblicato una lettera aperta (vedi il post https://bloggorai.blogspot.com/2021/10/lettera-aperta-per-il-futuro-della-rai.html ) dove sollecitavamo al contrario l’apertura di un dibattito aperto, pubblico e partecipato sul prossimo Contratto di Servizio.
Conclusione: domani il Cda potrebbe affrontare questa revisione o “aggiornamento” del piano Salini e se il futuro che hanno in mente è tutto in questi termini c’è da essere vivamente preoccupati.
Del resto e chiudiamo, anche nel Paese si respira una bella arietta che sa di un fresco antico: seguite il dibattito sulla pensioni dove con la quota 104 vorrebbe tornare alla Legge Fornero e, per la madre di tutte le battaglie politiche prossime venture, gira con insistenza la voce della candidatura di Berlusconi al Quirinale. Come si dice a Roma: annnnamoo bene !!!
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