Alla voce “notizia” (notìzia s. f. [dal lat. notitia, der. di notus «conosciuto»] ) la Treccani dedica una pagina intera dove specifica i suoi diversi significati. Ci interessa uno tra quelli di valore assoluto: “Con riferimento a fatti di pubblico interesse, per lo più recenti, informazione comunicata dalla stampa o da altri mezzi di diffusione (avvisi pubblici, radio, televisione), o resa altrimenti nota”. Bene, torniamo a venerdì scorso quando, alle 11.30 a Viale Mazzini si è svolta la conferenza stampa con la presenza del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per la presentazione dei nuovi accordi di collaborazione tra la Rai e il mondo della scuola. Il fatto, l’evento, l’avvenimento si è svolto veramente, ne abbiamo prova certa e certificata: non è stata un’invenzione ed abbiamo pure visto le immagini.
Allora, se è vero che la notizia, il fatto, assume forma tangibile solo quando raggiunge il destinatario di chi la trasmette, cioè quando si chiude il circuito della comunicazione, questa notizia, la conferenza stampa del Ministro Bianchi a Viale Mazzini, è come non fosse avvenuta. Quelli che abbiamo visto in streaming erano solo avatar, sembianti, figure animate e parlanti a se stessi, con saluti e ringraziamenti rivolti l’uno a l’altro come se non ci fosse un destinatario, un pubblico, interlocutori, come se non ci fosse un domani dove raccontare quello che si aveva intenzione di comunicare. Un tribunale ci potrebbe scrivere una sentenza “assolto perché il fatto non sussiste”. Tanto per non girarci intorno: ancora oggi, questa mattina, nessuno, nessuno, ha scritto una riga, una parola, nemmeno fatto anche un pur vago riferimento a quanto accaduto realmente venerdì 1° ottobre 2021 presso la Rai, Viale Mazzini 14, Sala degli Arazzi. In altri tempi, per un fatto/notizia del genere a qualcuno avrebbero minimo minimo bucato le gomme della macchina!!!
Allora, ora si pone un problemino: o
quanto è stato detto (la notizia) non c’era, ovvero la sola notizia riferibile
era la presenza del ministro a Viale Mazzini oppure la notizia c’era, ovvero
quanto è stato detto non costituiva notizia notiziabile e quindi, comunque, la notizia non c'era. Diamo per buona questa
seconda ipotesi. Anche se è lecito porre il dubbio: perché il Ministro si
sarebbe scomodato per andare a partecipare ad una cerimonia del tutto inutile? E
perché la Rai avrebbe accettato di ospitarlo in casa sua se poi del fatto non
ne fosse stata data notizia? Quali erano i termini dell'accordo Rai e Ministero? Perché è avvenuto tutto questo, cosa è successo? Cosa
può significare? Ci sono diverse interpretazioni. La prima, forse la più
semplice: non c’è nulla da dire e quindi i colleghi che solitamente seguono la
Rai (che non sembrano essere stati invitati alla conferenza stampa, semplicemente
hanno ignorato il fatto in quanto non c’è la notizia. Stupisce che nemmeno i giornalisti
accreditati presso il Ministero abbiano scritto nulla. Plausibile. Oppure (retropensiero
complottista) si voleva indurre qualcuno in errore (non sei capace nemmeno di
organizzare una conferenza stampa). Plausibile anche questa ipotesi. Oppure, ipotesi più credibile, c'era molto da dire e non si è stati in grado di farlo correttamente e subito e lo si farà magari chissà forse domani, dopodomani .. vedremo ..in futuro.
Cosa rimane? Semplice: ricordate il mantra della BBC “informare,
educare e divertire”? se la Rai non è in grado di comunicare in modo efficace
cosa intende fare per il mondo della scuola, dell’educazione, cioè comunicare
uno dei suoi pilastri fondamentali della sua missione di Servizio Pubblico,
cosa gli rimane?
La risposta a questo interrogativo ci introduce ad altro argomento
che, a sua volta, ci pone altri interrogativi. Premesso che ammetto facilmente
di aver iniziato a mangiare pane e complotti sin dalla più tenera età e di
essere stato educato (prima in strada, poi in un severissimo collegio e infine
in quei loschi ambienti della politica) a cercare sempre e comunque il retropensiero,
la strategia intrinseca, il detto e non detto, il sottinteso e l’ammiccamento
ma soprattutto perché avvengono i fenomeni e come si possono interpretare.
Allora, in ordine: La scorsa domenica sono rimasto sorpreso
nel vedere un certo Corona a Cartabianca su RaiTre pontificare su tutto e su
tutti per quasi un'ora, manco fosse Greta Thunberg o l’Oracolo di Delfi; poi apprendo che
stasera Fedez andrà da Fazio dopo aver appreso che la Rai, inspiegabilmente, ha
ritirato la querela. Infine, e qui viene il bello: ci è giunta una non notizia,
chiamiamola emozione oppure suggestione, oppure sentimento o chiamatela come
volete voi (sempre linguaggio da educandato: una emerita cazzata!). Si tratta
del noto Pinuccio e di Striscia la notizia su canale 5. Tutti ricordano
benissimo l’appuntamento quasi quotidiano dove regolarmente venivano
sbertucciati Salini, Foa, Giannotti e Fasulo senza che nessuno battesse ciglio,
smentisse o querelasse. Si subiva e basta. Pesa, incarta, paga e porta a casa! Ora,
un paio si malintenzionati complottisti dell’ultima ora, soliti orditori di
trame, sospettosi fino allo spasmo, goduriosi e guardoni (spioni) dei mali altrui,
nonché fini artefici di trame sottili, soffuse, quanto invece rilevanti, riferiscono
di aver intercettato un malopensiero (non si sa bene da dove partito e a chi
indirizzato) che, in poche parole, si sintetizza così (usiamo un linguaggio da
Orsoline): “ … questo giro non mi fate rompere i coglioni, da Striscia in poi …non
vogliamo sentire più parlare male della Rai … chiaro… cominciate a levare dalle
palle quel Pinuccio… risolvete le grane… Amadeus, Corona, Fedez e company …con tanti
argomenti divertenti da trattare proprio a noi devono dare fastidio?”. Ovviamente
non crediamo a una sola parola di queste balle spaziali e per quanto anche noi siamo malati di complottismo
non daremo mai seguito a fantasie del genere e non indagheremo per saperne di più. Però, anche le non notizie, le
suggestioni hanno diritto di cronaca e meritano di essere riferite. Un nostro attento
lettore le ha definite “algoritmi emozionali” … un tema interessante.
Tutto questo ci riporta ad un tema centrale sul quale
torneremo, sempre, lo terremo al centro di ogni nostro prossimo scritto: che
visione hanno della Rai, del Servizio Pubblico? Proviamo a dedurlo da quanto ha
detto il capo del Governo al momento del suo insediamento rispondendo ad una
domanda di un giornalista su quale fosse la sua “visione” sul futuro del Paese:
“Francamente è una domanda molto vasta, mi trova impreparato. Non è che io
abbia affrontato questa esperienza con una teoria dello stato nell’economia. Si
tratta di affrontare un’esperienza chiamiamola emergenziale, quindi avviare
bene la campagna vaccinale, questa è la base su cui poi riparte l’economia. Il
tempo delle grandi scelte economiche per cui si va in un indirizzo, si
programma il futuro eccetera, secondo me appartengono di più alla normalità che
non all’emergenza. Verrà, io spero che venga il tempo in cui io potrò
risponderle sulle mie vedute in tema di struttura della società e
dell’economia, ma per ora è presto”. Cambiate il nome e l’odine dei fattori e
riferiteli alla Rai: il risultato non cambia.
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