venerdì 3 settembre 2021

Rai: le schermaglie d'autunno

 

Foto di David Mark da Pixabay

Bene, ci siamo. Con il primo fresco d’autunno e le prime foglie che cadono, si comincia la battaglia per il futuro della Rai e non sarà per niente una passeggiata. La notizia del giorno la pubblica MF e titola: “Si riaccende Rai Way - Ei Towers” dove nel passaggio centrale si legge: “…alla ripresa dei lavori autunnali, banchieri e avvocati di affari hanno riaperto i dossier dell’operazione più volte studiata e valutata dai board e dai soci delle due società potenzialmente coinvolte”. Sdenghete e sdanghete… quando si sente il rumore delle sciabole dei banchieri e degli avvocati d’affari è necessario tirare fuori l’artiglieria e preparare i materassi (do you remember Il Padrino?). Ma, in verità, la notizia, vecchia e ripassata in padella più volte, sarebbe pure interessante se non fosse che, al momento, non sembra proprio riguardare nessun altro oltre i soggetti citati.

Comunque, ad ogni buon conto, cerchiamo di riprenderci da questa terrificante notizia e rimettiamo le cose in ordine (come i nostri lettori sanno bene, è un tema che abbiamo seguito attentamente e dettagliatamente, da tempo, e ci riteniamo tra coloro che almeno in parte “conoscono il dossier”). Elenchiamo i soggetti interessati all’operazione: il “Sistema Paese”, la Rai, Mediaset e, appunto, il variegato e allegro mondo degli alchimisti finanziari, sempre pronti a saltare sul carro dove si prospettano plusvalenze, margini, profitti e rendite. Messi tutti insieme, un filo comune che li lega c’è: un’operazione di questo genere, la creazione del famigerato “polo unico delle torri” è “razionale”, come amano dire i tecnici della Borsa, e i fini analisti dei listini.

Il primo soggetto, il “Sistema Paese” ha tutto da guadagnare in una rete infrastrutturale unica ed efficiente.  Da tenere sempre bene a mente che non si riesce a mettere in piedi la Società per la rete in banda larga, considerata una scelta strategica prioritaria. Rai potrebbe avere interesse non da meno per i mille motivi che abbiamo detto e scritto più volte: dalla convenienza operativa a quella economica.  Rai Way ha due assett: i tralicci, il ferro, gli impianti mentre la gestione delle frequenze è in concessione a Rai, un bene indisponibile. Per la sua sopravvivenza, Viale Mazzini paga un canone di servizio di oltre 180 mln l’anno. Già solo rimettere mano a questo costo (la legge lo prevede), pur rimanendo proprietari della società al 64%, mettendo all’asta questo stesso servizio si potrebbe conseguire un risparmio considerevole (a suo tempo, venne stimato in circa 60 mln/anno). Prima ancora di tornare a parlare di “polo delle torri” ci sarebbe molto ancora da dire sulla gestione di Rai Way, su come e su quanto investe in innovazione ed opera sul mercato, nazionale e internazionale, dove potrebbe trovare innumerevoli fonti di attività. Abbiamo scritto ed osservato più volte su come e dove vengono reinvestiti gli utili. E così via: ci sarebbe altro che un Post da scrivere ma un capitolo dell’Enciclopedia Britannica. Per ora, ve lo risparmiamo. Possiamo solo ripetere quando detto: se alla Rai occorrono soldi si possono trovare mettendo mano a Rai Way e non necessariamente attraverso operazioni di M&A.

Ma il cuore della notizia di oggi non è l’attenzione di banchieri e avvocati, ma che a sollevare tale tema non sia stato il nuovo AD.  A lui spetta, da subito, da ieri, dalle scorse settimane, dire chiaro e tondo cosa intende fare durante il suo mandato non tanto per tappare i buchi dell’Azienda ma per costruire una bozza del suo futuro. Per il primo compito, risanare il bilancio, non c’è bisogno di geni della finanza: basta fare attenzione ai conti, evitare sprechi e inefficienze, razionalizzare e risparmiare. Il secondo compito, creare una prospettiva di sviluppo per la Rai, è più impegnativo e per quello ci vuole anzitutto tanto coraggio, conoscenza ed esperienza. Caratteristiche ancora tutte da verificare in questa nuova dirigenza.

Chiudiamo questo paragrafo: dossier da aprire ce ne sono a sufficienza, basta scegliere. Quello di Rai Way è certamente importante perché si trova nel crocevia dei temi economici e tecnologici ma non è il solo. Basta assegnargli un livello di priorità ed affrontarlo, subito.  

Bene, andiamo oltre. Ieri ci è giunta notizia (in simultanea con la pubblicazione di un articolo su conflitti di interesse presenti nel nuovo Cda Rai) che nei prossimi giorni andrà in onda il solito programma sul Premio Agnes (presidente della giuria: Gianni Letta). Abbiamo poi letto quanto pubblicato sul sito https://www.vigilanzatv.it/rai1-con-il-premio-agnes-la-tv-pubblica-diventa-apoteosi-del-conflitto-dinteressi/ e siamo rimasti leggermente “turbati”. Se questa è la nuova Rai, quella dei conti in pareggio a fine 2021, quella del “diamoci del Lei”, quella del vecchio Piano industriale… forse abbiamo capito male. O forse, abbiamo capito benissimo: non ci sono speranze.

bloggorai@gmail.com

 


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