Non ci sono dubi che tagliando un pezzetto qui e un pezzetto la, riducendo sprechi, inutili sovrapposizioni e con un briciolo di buon senso gestionale, in un modo o nell’altro i famosi 57 mln usciranno fuori e non è necessario essere maghi della finanza creativa per gestire questa “crisi” ed è superflua pura la minaccia di portare i libri in Tribunale.
Dopo di che? Che vogliamo fare? Come andare avanti? Fuortes potrebbe diventare il solito ostaggio della politica che non gli consentirà di toccare palla oltre la sua metà campo perché nell’altra metà ci sono giocatori di ben altro livello, di consumata esperienza e rilevanza sul mercato. I due temi prima accennanti, canone e pubblicità, sono variabili al di fuori del suo perimetro di azione rispetto ai quali, bene che vada, dovrà prendere atto di quanto verrà o è già stato deciso prima e senza di lui. Come pure sono fuori del suo raggio i grandi temi sull’innovazione tecnologica che pure saranno non da meno centrali nei prossimi mesi. Allo stesso tempo sono lontani da lui i problemi dell’informazione pubblica e così via.
Entro breve sarà chiamato a dover partecipare al confronto su nuovo Contratto di Servizio che già si prospetta come una barca a vela alla deriva in mezzo al mare senza un refolo di vento, con il timone bloccato e le carte nautiche inservibili: non saprebbe dove e come dirigersi verso un qualsivoglia porto o destinazione.
Fintanto che nessuno si pone il problema della nuova missione, del nuovo ruolo del Servizio Pubblico per i prossimi decenni, ci sarà solo fumo negli occhi, tappetti di sughero che bene che vada potranno consentire di tappare qualche buco e rimanere a galla. Ragionamento analogo per le proposte di riforma della governance di Viale Mazzini: messe tutte insieme non tracciano una rotta nemmeno a pagarle.
Ottimisti di tutto il mondo ...unitevi.. il futuro è nelle vostre mani!!!
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