Il post di ieri ha avuto un considerevole successo, sta a
dire che i nostri lettori sono attenti e molto interessati quando si parla di
progetti, di futuro, di visioni. È un vero piacere questa constatazione ed è
una spinta a proseguire questo blog. Grazie!
Oggi ci sono molte cose che bollono in pentola e proprio la
loro somma, o la loro sottrazione, compone il mosaico del progetto che c’è o che
non c’è. Partiamo da un pilastro di ogni qualsivoglia idea di costruzione di
qualcosa: le risorse. Ieri il Cda ha
approvato un bond di 300 milioni. Un prestito obbligazionario finalizzato a
reperire liquidità (i soli che ne parlano sono Veronica Marino di ADN e il Sole 24 ore e non ci dice nulla sulla
destinazione d’uso) come fatto in precedenza da Gubitosi e, secondo una nostra
fonte, c’è il sospetto che questa nuova emissione possa servire a tamponare proprio
quella precedente. Ancora una volta, dunque, rimane centrale il tema di come si possa o si voglia
impostare un modello di sviluppo dell’Azienda a partire dal “cemento”
finanziario. Il Piano industriale a questo proposito (lo abbiamo scritto
tante volte) è fragile. Il suo valore complessivo per impegni di spesa allo
sviluppo di iniziative strategiche è di 370 milioni per il prossimo triennio
(200 tecnologie e immobiliare, 40 documentari, 60 nuove offerte di servizio
pubblico e 70 offerta digitale) mentre le risorse per il finanziamento sono per
130 milioni (100 da efficienza, 15 razionalizzazione appalti e compensi e 15
razionalizzazione organico dirigenziale - !!! -). Il tutto a fronte di un contesto di ricavi da canone stabile (potenzialmente
scippato dell’extragettito) e un flusso di ricavi da pubblicità tendenzialmente
negativo. Le prospettive di bilancio per il prossimo anno dicono numeri
negativi. Non c’è affatto da stare allegri. Ed ecco che allora, si butta la polvere
sotto il tappeto e si lanciano armi di distrazione di massa, tanto per non
gettare nello sconforto amici, parenti e conoscenti.
Lo ammettiamo, viviamo in mondi diversi e non ce la facciamo
ad associarci al coro dei tanti colleghi della carta stampata (frasi da
collezionare e ricordare) che gongolano per il primo risultato di Fiorello. Per
quanto ci riguarda (parere personalissimo non condiviso da oltre 6 milioni di
persone) abbiamo visto un fritto misto di basso livello, spezzatino di tante
cose più o meno divertenti ma mai colpi di scena. Battutine di basso profilo
sul PD e robetta simile. Ma partiamo da un titolo di coda che ci consente di
rimanere sul binario dei costi e dei conti. Il Fatto Quotidiano di oggi esalta
la genialità del “comico” nazionale per il fatto di essere sparito dagli
schermi e poi riapparso su quelli Rai.
Già … che genio !!! … vorrei vedere se dietro il compenso di 10 milioni di euro
(per quanto ci risulta da nostre fonti, al momento impossibile da verificare con scritture contabili, visto il segreto posto sul relativo contatto) qualcuno
di voi al posto suo non avesse avuto la voglia di tornare sul palco per riprendersi una posizione di mercato
pronta ad esser utilizzata dal prossimo migliore offerente. Da non dimenticare che
Fiorello appartiene alla nobile scuderia di un nobile agente, un certo Lucio
Presta, che non troppi giorni addietro è stato il regista della Leopolda e che
ha già le mani in pasta del prossimo Sanremo, condotto da un certo Amadeus
appartenente alla stessa scuderia insieme a tanti altri personaggi amici e
lontani che gli ronzano intorno. Alla domanda specifica fatta in conferenza stampa
di RaiPlay sul suo contratto e relativo costo, l’AD si è trincerato in un
imbarazzante borbottio. Invece di tirare giù le cifre e rivendicare la
giustezza e la convenienza, qualora ci fosse, di assumere Fiorello ha
sussurrato di fumosità riservate di costi industriali. Se la cifra è congrua e giustificata, non c'è motivo al mondo per non renderla pubblica, considerando che sono soldi pubblici ed a quello stesso pubblico che lo ha visto gli va reso conto dei soldi pagati con il canone.
Chercher l'argent ci proponeva ieri un nostro lettore. Ha ragione. Il
gioco dei numeri importanti è questo e non è il numero dello share o dei
telespettatori ottenuti ieri o domani. Il gioco importante è sapere e capire
come e con quanto si finanzia il progetto di OTT che si vorrebbe attuare. È stato
detto di nuove produzioni, film e documentari. Bene, ma quanto costano e dove
si reperiscono le risorse? si sottraggono alle produzioni delle reti (o di ciò
che rimarrà di esse) o si formerà un budget a parte? Il nuovo superdirettore
della superdirezione intrattenimento come farà a fronteggiare la preponderanza di
Endemol sul day time di RaiUno (vedi articolo del Corriere dello scorso 27
ottobre), con quali risorse e a quali format originali potrà attingere?
A proposito di RaiPlay, questa mattina sul Corriere Aldo
Grasso ringrazia i “creatori” della piattaforma: il precedente DG Antonio Campo
Dall’Orto e il precedente direttore di RaiPlay, Giampaolo Tagliavia. Robetta di
bassa polemicuccia.
A proposito di numeri importanti, i geni della comunicazione
Rai nei giorni scorsi hanno gongolato per l’elevato numero di partecipazione al
concorso per giornalisti. Tranquilli: all’ultimo concorso nazionale per
bidelli, hanno partecipato diverse centinaia di migliaia di persone … per non
dire dei 79 mila per diventare “navigator”. Non è tanto la Rai che attira (ci mancherebbe,
per fortuna) ma la mancanza di lavoro,quale che sia, specie tra i giovani.
Capitolo nomine: nei prossimi giorni il CdA dovrebbe
esaminare i CV dei possibili candidati alla direzioni di rete (e non di Tg).
Ieri si è consumato un piccolo scontro in Vigilanza dove è ancora in stand by
un parere non vincolante sul Piano industriale. Abbiamo già detto al mal di
pancia che viene quando si legge che il direttore di Rai Uno potrebbe essere Caio
solo perché in “simpatia” del PD. La tensione tra i partiti su questo fronte è
palpabile e non passa giorno senza che qualcuno faccia sapere che, appunto,
Tizio o Caio sono graditi qui o là. Abbiamo pure detto che sarebbe fantascienza
immaginare un mondo, un Servizio Pubblico prossimo venturo, dove chi dirige è
quanto di meglio si possa trovare sul mercato, magari facendo pure un concorso
pubblico europeo. Forse è troppo tutto questo … vista causa e pretesto … al di
là e al di fuori della portata di chi si accontenta di tappare un buco con una
pezza più piccola dello stesso.
Abbiamo parlato di futuro e di visioni: venerdì si terrà un
incontro pubblico sul tema “riforma della governante Rai” promossa dal Senatore
Primo Di Nicola. Benvenuto a chiunque proponga idee, confronti, dibattiti. Come
hanno fatto un gruppo di persone nel corso dell’ultimo anno con “Visioni2030”
dove esattamente hanno provato ad immaginare quale potrebbe essere il futuro
del Servizio Pubblico oltre i prossimi 10 anni. Auguri a tutti.
bloggorai@gmail.com
ps: un grazie particolare ai tanti lettori che ci scrivono
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