Il post di questa mattina era dedicato a Fiorello su Rai Uno
vista l’aria che inizia a tirare sul comico. Ai diversi piani di Viale Mazzini,
ci dicono, da più parti c’è “malumore” per diversi punti di vista.
Poi, ieri pomeriggio, ha cominciato a diffondersi il testo
di quello che potrebbe essere l’atto di indirizzo della Vigilanza sul Piano
industriale e le prossime nomine. Potrebbe andare al voto già questa mattina e,
c’è da immaginare, potrebbe suscitare dibattito. Leggiamo qualche stralcio di
particolare interesse: si impegna la Rai al punto 4) fornire maggiori dettagli in merito alla sostenibilità
finanziaria del piano medesimo; e, riferito al CdA: 1) Con riferimento alla
Newsroom unificata nonché alla creazione di un’unica direzione approfondimento
informativo alla quale fanno capo tutti i talk, porre in essere ogni misura
opportuna ed adeguata affinché l’accentramento delle funzioni editoriali non
pregiudichi il pluralismo, a iniziare dal momento della selezione delle notizie
fino a quello della presentazione delle stesse; 2) In relazioni alle nuove
direzioni orizzontali, titolari di budget, e al conseguente accentramento
decisionale dei contenuti, mettere in atto ogni misura atta ad impedire un
appiattimento dell’offerta televisiva secondo un’unica sensibilità; 3 Adottare
ogni misura opportuna ed adeguata volta ad evitare che l’introduzione di nuove
direzioni, in aggiunta e non in sostituzione di quelle esistenti, possa
determinare sovrapposizioni tra le diverse funzioni e un aggravamento dei
costi.” Come scritto più volte, la Vigilanza non ha poteri di intervento
diretto sul Piano industriale ma rappresenta pur sempre il Parlamento e sarà
difficile non tenerne conto. Abbiamo pure scritto più volte che la “ruota
bucata” del Piano sono esattamente le risorse per alcuni versi incerte, per
altri versi insufficienti a garantire il raggiungimento degli obiettivi che si
intendono raggiungere.
Inoltre, sul far della sera, ci è piombata la notizia del
report dell’Agenzia di Rating Moody’s che
“ha rivisto l’outlook della Rai-Radiotelevisione italiana portandolo da stabile a negativo” … “… la Rai genererà cash flow negativo
(differenza tra entrate ed uscite) nei prossimi anni, con un aumento del debito
che spingerà la leva a circa 5,7 x nel 2020 (da 3.6x nel 2018), il che
posiziona la società in una fascia debole della categoria di rating Baa3′” e
aggiunge ““Per trasformare le sue attività televisive tradizionali verso un
modello di media company basata sul digitale, la Rai deve investire risorse
rilevanti nei prossimi tre anni”. Aggiungiamo noi: che non è chiaro dove
verranno reperite queste risorse. Infine, leggiamo in originale “In order to transform the business from a
pure traditional broadcaster into a more digitally oriented multiplatform media
company, Rai will need to invest a considerable amount of money over the next
three years. Moody's has assumed an investment in digitalization of around €270
million to €300 million and about €100 million to strengthen its product
offering from 2019 through 2021”.
Torniamo alle beghette, piccole e insignificanti, che però
potrebbero dire molto nel loro significato.
È verosimile immaginare che gli obiettivi dell’operazione
Fiorello fossero almeno due. Il primo è tirare la volata alla nuova piattaforma
Web di Rai Play, rivista e corretta ai tempi degli OTT dilaganti. Il secondo
obiettivo è cercare di riavvicinare il pubblico “giovane” sia verso la rete
ammiraglia sia verso la nuova App ora presentata con “qualcosa di nuovo ed
originale”. In poche parole: il “nuovo” che avanza (auto definizione di
Fiorello) che si presenta accompagnato dalla Carrà e benedetto da Pippo Baudo per
svegliare gli intorpiditi telespettatori
di RaiUno, che già dall’ora del Tg1 si
apprestano ad abbacchiarsi sul divano. In altre parole: un programma troppo vecchio per avvicinare
i giovani e troppo giovane per interessare gli anziani. Alla salute del
coro che ha benedetto la genialità, la fantasia, l’imprevedibilità,
l’originalità di Fiorello che ti salta fuori alla seconda puntata? Viene fuori
che ha riproposto una gag vecchia di oltre 10 anni, un pannicello usato rimesso
a nuovo per l’occasione (dorata) offerta da RaiUno. Questa la notizia letta
ieri su davidemaggio.it dove si
viene a scoprire che la storiella sullo scioglimento dei Pooh e relative
amenità è stata utilizzata spesso volentieri dal comico catanese. In altri
termini si direbbe … papale papale … che figura di merda !!! Sulla terza
puntata di ieri sera un velo pietoso di imbarazzo (contraddetto da oltre 6
milioni di telespettatori, ci rendiamo conto di essere diversi)
Fin qui, parliamo di quisquilie. I problemi sono ben altri.
Cominciamo dagli ascolti. La prima sera raccoglie 6 milioni 532mila persone
pari al 25,1 di share e la seconda 6 milioni 310 mila di telespettatori e il
23.8 di share, cioè perde quasi due punti di share. A fronte di quanti
speravano il “botto” che si auspicava essere intorno al 30% di share un bel
risultato, considerando poi che Fiorello
va in onda con il forte traino del Tg1 e il fortissimo seguito di Amadeus,
quindi con un pubblico con il dito incollato sul tasto 1 del telecomando, senza
nemmeno la necessità di spostare la punta del mignolo. Era più che lecito
attendersi molto ..molto di più. Già, perché il tema vero, centrale, non è
tanto sapere se gli ascolti su RaiUno andranno più o meno bene (e comunque si
dovranno giustificare perché è costato tanto a fronte di una media di ascolto
relativamente nella media) quanto invece tenere sotto controllo se sarà servito
a portare “contatti” sulla piattaforma Web, a stimolare interesse verso quel
grande pubblico sempre più indirizzato al broadband piuttosto che al broadcast.
Il problema intanto è sapere se un traino del genere è stato adeguato e
sufficiente a sostenere l’intenzione di fare la Rai un nuovo OTT. Il problema
“interfaccia utente” sarà decisivo. Per ora è tutto facile: il telecomando è
semplice e a risposta immediata, con un tempo di latenza relativamente breve.
Sarà un discorso del tutto diverso quando gli utenti dovranno essere collegati
in rete e attivare l’App. Già girano numeri sui contatti web. Forse prematuri.
Vedremo.
bloggorai@gmail.com
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