Ieri si è svolta l’audizione di Salini in Vigilanza. Sulla
stampa di oggi trovate poco e quel poco non rappresenta il tutto. In primo
luogo le dichiarazioni dell’AD. In un primo momento, quando ha iniziato ad
esporre il suo documento, sembrava quasi che dovesse tirare fuori i petardi di
capodanno e si avvertiva un sottilissimo profumo di coraggio: o mi mettete in
condizioni di lavorare oppure trovate un’altra persona. ACCCCCCC .... quasi quasi c'era da attendersi i pugni sul tavolo e il Presidente Barachini lo guardava quasi preoccupato. Nulla di tutto questo: snocciolati
numeri già noti (sacrosanti) e obiettiva constatazione che, con le premesse di cui
si sente parlare (riduzione o abolizione del canone) la Rai rischia a malapena
la sopravvivenza. Giusto, bene, bravo!!! Ma, come abbiamo scritto: la difesa del canone
non è un mero affare contabile, una mera operazione algebrica di addizione o
sottrazione di addendi riferita solo al Piano industriale. Superfluo ripeterlo: si tratta di un caposaldo della
democrazia dell’audiovisivo, di una garanzia (relativa) della sua autonomia. La
sua difesa fondamentale è nella qualità del servizio prestato, nella percezione
di legittimità da parte di chi lo paga, nella sua autorevolezza, nella
correttezza formale e sostanziale della sua gestione. Da questo punto di vista,
la debolezza di Salini è strutturale e non è riferita solo alla sua figura
quanto più al quadro istituzionale che lo sorregge. Esattamente quanto emerge: in
questo quadro, appunto, i partiti non sembrano avere le idee chiare su come sorreggerlo.
Una sola cosa, invece, sembra accomunarli con forza: l’ostinata e pervicace volontà
di non mollare l’osso sulle poltrone da occupare.
I diversi interventi
le domande poste ieri dai parlamentari, lasciano invece trasparire poco e nulla
su come debba essere il futuro del Servizio Pubblico in Italia, forse non lo
sanno nemmeno loro e si limitano a fare i complimenti sul Piano industriale
salvo poi mettergli, appunto, un petardo fragoroso sotto i piedi. ATTENZIONE: è
pronto ad esplodere, sono in molti ad avere in mano il cerino acceso e se non è
proprio un petardo è una “miccetta” che comunque toglierebbe un bel gruzzolo di
milioni dalle tasche Rai.
Veniamo ora ad altri due aspetti trattati in commissione: le
garanzia di pluralismo con le future nomine e i possibili conflitti di interessi
che riguardano o stesso AD. Per il primo le perplessità e le richieste di
chiarimento formulate con precedente Atto di indirizzo espresso dalla Vigilanza
sarebbero risolte “a priori” con la sola espressione che sarebbero indicati “professionisti”
in grado di sapere svolgere adeguatamente e in modo imparziale il loro lavoro. Non
sappiamo ancora se stamattina entro le 10 Salini presenterà i CV al Cda e, proviamo
ad immaginare, che su ogni cartellina, in alto a destra, ci possa essere un timbretto piccolo piccolo:
“in quota a …”. Una vera garanzia !!!
Conflitto di interessi: ha ragione Salini. Se l’Azienda è
costretta a rivolgesi al mercato per reperire risorse altrimenti non disponibili
all’interno del’Azienda, è verosimile che questo mercato sia composto da quanti già operano nel settore del sistema audiovisivo nazionale (Gubitosi lo era?). Ma,
a parte la figura del DG voluta dallo stesso Salini e sulla quale ci sarebbe da
scrivere un trattato (la Legge aveva abolito questa figura), il tema non è
questo. Il tema è sapere se qualcuno in qualche modo ha usato il suo passato
per garantirsi il suo presente e il suo futuro con presunti atti illeciti.
Allora la difesa obbligatoria è una
sola: se qualcuno ha notizie certe e documentabili di supposti illeciti o di
evidente conflitto di interessi lo provi e si rivolga alle autorità competenti.
Abbiamo pure scritto su questo blog,
spesso e volentieri, che non è solo e tanto importante essere integerrimi,
quanto più essere percepiti come tali. La comunicazione, da questo punto di vista,
aiuta molto.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento