venerdì 29 novembre 2019

Mucchio selvaggio e il futuro della Rai

Ancora una volta dobbiamo ricordare quanto abbiamo scritto su questo blog in epoca non sospetta: la partita grossa, quella più rilevante, si gioca in campo del Governo. tutte le altre, compresa la Rai, sono in subordine. Ci riferiamo alla nomina dei nuovi presidenti AgCom e Privacy, ai quali seguiranno nei primi mesi del prossimo anno, quelli di importanti società partecipate dalle Stato. Ieri abbiamo saputo che il Presidente della Camera Fico ha proposto alla Presidente del Senato Casellati il voto congiunto delle due Camere il 17 o il 18 dicembre per adempiere a questo obbligo del Parlamento prima della scadenza del secondo rinvio, previsto alla fine di dicembre. Attenzione, per quanto riguarda la Rai e l’intero sistema delle telecomunicazioni, si tratta di un appuntamento di assoluta rilevanza strategica, al pari di quello relativo alla cessione delle deleghe del Ministro Patuanelli al sottosegretario alle TLC ancora non avvenute.

Ecco allora che questa premessa diventa una chiave di lettura suggestiva per comprendere meglio quanto avvenuto nei giorni scorsi e quanto ancora potrà avvenire nelle prossime ore o settimane. Anzitutto l’AgCom sarà chiamata nei prossimi anni ad essere il vigile regolatore dell’applicazione della futura trasformazione epocale del sistema broadcast in Italia, con l’avvio già dal primo gennaio della prima fase di transizione al DVB-T2 . E’ del tutto evidente che il ruolo del “vigile urbano” di questo processo sarà assolutamente strategico per tutti e lo sarà in modo indiscutibilmente rilevante: la vigilanza sull’applicazione delle direttive comunitarie in proposito cambierà il mercato, i prodotti, i consumi di televisione e sarà impattante sul complesso sistema delle TLC. Le nomine in Rai, a confronto, somigliano a quelle della confraternita del Buon consiglio (con tutto il rispetto). E si comprende bene, inoltre, il nervosismo e la confusione dei partiti che su questi temi, alla vigilia di quanto potrà avvenire nelle prossime settimane nel contesto di delicatissimi quanto fragili equilibri di governo, potrebbero rimanere o meno con il cerino in mano, ovvero rimanere del tutto senza cerini. 
E chi sarebbe   disposto a rischiare una posta così importante. Vedi Agcom: da tempo si legge che sarebbe stato raggiunto, già in epoca del governo precedente, una specie di accordo tra M5S e PD, tale per cui a questa carica dovrebbe andare un esponente del secondo partito di maggioranza e, da tempo, si legge di Antonello Giacomelli. E’ del tutto evidente che si tratta di una indicazione a dir poco “problematica” per diversi punti di vista e si riferisce sia all’area di provenienza renziana dello stesso, sia per quanto ha fatto durante il suo mandato da sottosegretario, sia per  quanto ora egli rappresenta in seno all’attuale PD (quale PD?).Che ci possa essere qualche perplessità in area 5S (quale 5S ?) a questo proposito, per quanto sappiamo, è del tutto pacifico. E si capisce,in questo contesto, la resistenza del ministro in capo al Mise a mollare l’osso delle deleghe alle TLC dove pure, si suppone, dovrebbero andare a al PD. Tutto torna, e tutto torna a comprendere perché e per come ieri le nomine in Rai sono saltate e non solo e non tanto sul tema canone, come si vorrebbe far credere, quanto più sulla mancanza di accordo politico “globale” e non solo sui nomi “in quota" di Tizio e di Caio al Tg o alla rete. Purtuttavia, sul tema canone la partita è aperta complessa e delicata e, al momento, viene giocata nel campo degli emendamenti. Possediamo l’elenco completo e tra questi, alcuni sono potenzialmente molto dannosi per la Rai. Riguardano quasi tutti l’aumento del Fondo per il Pluralismo e l’Innovazione dell’informazione con fondi prelevati dal 10% del canone. Sul fondo degli emendamenti rimane insoluta ancora la destinazione dell’extragettito.

Allora, cercando di ricondurre il tutto ad un filo comune, dove si vuole andare a parare? Il sentimento comune, espresso formalmente dal programma di Governo, è la revisione dell’intero settore delle TLC, dove ,in subordine si parla di revisione della Legge del 2015 sulla  governance Rai e in parallelo, della revisione in tutto o in parte del Canone dovuto alla Rai. In tale disegno, quanto “pesa” il futuro del Servizio Pubblico? Quale ruolo gli si vorrebbe assegnare nel nuovo mercato dove già sono in corso movimenti tellurici di enorme rilevanza? Nessuno esce allo scoperto per dire quello che, forse, molti pensano: la Rai dovrà essere ridimensionata. In un mercato dove la somma non è zero, se la Rai fa un passo indietro altri fanno passi avanti. Chiudiamo il ragionamento: oggi siamo al 29 novembre, il Cda, salvo convocazioni straordinarie, è convocato per metà dicembre (ricordarsi di ordinare i panettoni dal bar interno a prezzo concordato). Ma a qualcuno di voi viene in mente che possano arrivare i capitani coraggiosi che, un mese prima delle elezioni in Emilia che potrebbero mettere a grave rischio la sopravvivenza del Governo, e gli possa venire in mente di fare regali di Natale che poi potrebbero andare indigesti e rimanere sullo stomaco per la prossima legislatura? Che almeno il panettone dei consiglieri sia di buona qualità, si digerisce meglio. Auguri in anticipo.

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