Questa mattina post ridotto. Ieri sera chi vi scrive è stato vittima di un pirata della strada: nulla di grave, escoriazioni varie ma una grande lezione: è necessario essere accorti e prudenti ma è più necessario fare attenzione agli altri, alle spalle, ai lati. Una morale anche metaforica.
In attesa del Cda di questa mattina dove, si spera, possa
venire qualche buona notizia, ci limitiamo a due brevi
osservazioni. Lo spunto ci viene da due articoli. Il primo di Italia Oggi a firma
Andrea Secchi e riguarda il prossimo lancio della nuova Rai Play. Bene! Complimenti!
Si legge “la Rai sarà un OTT puro con contenuti originali” e poi “ci saranno
anche i contenuti andati sulla tv lineare e i canali live con il restart, ma
soprattutto andremo a intercettare il bisogno di fruizione di contenuti che si
è sviluppato con Netflix e successivamente con Amazon”. Da metterci la firma in
bianco : una somma di buone intenzioni che vale la pena sostenere. C’è solo un
piccolo però: di quali saranno i nuovi contenuti non se ne parla. Il solo “contenuto”
parzialmente dedicato è il programma di Fiorello che sarà multipiattaforma,
cioè visibile anche sul DTT. Di altro non si parla, di linee editoriali, di
tipologie di programmi, di nuove produzioni, ma soprattutto non si parla di investimenti per i nuovi contenuti.
Sia Elena Capparelli, responsabile di RaiDigital, quanto Stefano Ciccotti, CTO, se ne guardano
bene dal parlarne perché sono ben consapevoli che roba del genere costa e non
poco e per attrarre quel pubblico già migrato sulle altre piattaforme potrebbe
non essere sufficiente Fiorello.
Tanto per capirci: su Rai Play non ci sarà il
grande sport in diretta, quello dei grandi numeri come il calcio di Serie A e
la Champions, l’automobilismo e il tennis perché, semplicemente, costa molto e
la Rai non ha risorse per affrontare questo tema. Vogliamo poi parlare di
produzioni seriali o di nuovi film? Il confronto con le altre piattaforme
sarebbe impietoso. La risposta Rai a Netflix e Amazon, quando va bene è Imma
Tataranni o Alberto Angela. Certo non si tratta di rincorrere gli altri OTT: il
Servizio Pubblico è diverso, e dovrebbe avere altri riferimenti. Però, appunto,
diteci quali potrebbero e dovrebbero essere, diteci quali sarebbero i nuovi
contenuti che si intendono proporre su Rai Play, quanto si intende investire e
dopo ne parliamo. Ultima notazione: l’informazione. Sul menu attuale questa
voce non compare e il solo rimando utile è alle “dirette” dove si trova anche
RaiNews24, cioè lo 0,6% degli ascolti digitali. Su questo punto non una parola,
per ora. PUNTO. Si parla di “avvenimenti
live” che pure sono un contenuto pregiato che però ha una natura di collocazione temporale molto particolare: potrebbe
essere la partita della Nazionale come il concerto di Capodanno? Insomma, la solita
sensazione di “vorrei ma non posso”.
Veniamo allo spunto del secondo articolo, comparso oggi su
La Stampa a firma di Giulia di Leo con il titolo “La Tv ribalta lo scontro
generazionale, gli adolescenti più maturi degli adulti”. Si leggono riflessioni
su alcuni titoli presenti su Netflix dove sono i giovani allo stesso tempo
oggetto e soggetto del racconto. A proposito di quanto scritto sopra: a
qualcuno viene in mente qualcosa di simile messo in onda da Rai che pur di fare numeri e risollevare ascolti mette in onda per la 19a volta Montalbano? Si
cita la BBC e si viene a sapere che questa affida un programma ad una
notissima influencer di 20 anni. Qualcuno ha pensato mai ad una idea del
genere? Lo stesso Fiorello, che è e sarà ancora un traino importante, a quale
pubblico si rivolge? Dove trova telespettatori? Come si intende ridurre la
forbice tra i giovani con i device, tablet e cellulari, e gli anziani con il telecomando. La battaglia
della televisione prossima ventura si giocherà su questo fronte, a cavallo dei
tasti del telecomando e i contenuti originali.
bloggorai@gmail.com
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