Anche oggi,
tranquilli, nessuna notizia interessante sulla stampa (ci sarà da chiedersi perché)
Ci sono diverse “buone” notizie da mettere in calendario. Apprendiamo dall’ADN che entro la fine del mese si terranno due CdA. Il primo il prossimo giovedì 17, su richiesta di Igor De Blasio, sul tema ascolti e, a quanto sembra, ad una prima panoramica sul tema applicazione del Piano Industriale e della riorganizzazione “verticale”. Si parla di nomi e di quando ma non si sa nulla sul “come”. Con quali criteri verranno individuati e selezionati i nomi che potranno essere nominati? Sembra evidente che la prima scrematura debba essere fatta con una selezione interna, dove, si presume, ognuno presenta la propria candidatura e … vinca il migliore. Sembra evidente: anche per le nomine precedenti questo criterio sarebbe dovuto essere i timone del “cambiamento” e così non sembra sia avvenuto. Il secondo CdA è previsto per il 23 e si dovrebbe affrontare il tema del canale istituzionale, forse il primo degli adempimenti previsti dal Contratto di Servizio, insieme a quello in lingua inglese. Qui iniziano i dolori. Sul nome, a quanto risulta, non ci dovrebbero essere dubbi: Fabrizio Ferragni, che già compare sul sito Rai come “direttore (o funzione equivalente) dell’istituendo canale istituzionale”. Sul quando e sul come, le idee non sembrano del tutto chiare mentre è chiarissimo il budget che viene assegnato ai due canali: 60 milioni per tre anni. 30 milioni a canale, uguale a 10 milioni l’anno. Auguri!!! Del canale inglese non ci sono notizie.
Altro appuntamento importante da
mettere in agenda per l’8 novembre è una iniziativa, promossa del senatore
Primo di Nicola (M5S) di grande interesse: un confronto pubblico finalizzato a
confrontare le diverse proposte di legge di riforma della Rai già presentate in
Parlamento. Nel deserto dei tartari che avvolge i dibattito sul futuro del
Servizio Pubblico, è certamente una iniziativa lodevolissima. Ci permettiamo,
però, alcune osservazioni. La prima riguarda il Contratto di Governo, dove, al
punto 11 si legge che si intende intervenire sulla riforma “del sistema delle telecomunicazioni”
del quale la Rai è parte, seppure la più rilevante. Ne abbiamo già scritto: sono
passati oltre 15 anni dalla Legge Gasparri, la 112, che definiva i perimetri
del SIC. Nel frattempo, molte cose o non sono state sanate rispetto a quanto
previsto da quella Legge (vedi il Conflitto di interessi) che, non a caso, lo
stesso art. 11 associa alla riforma del Sistema, oppure dovranno essere gestite
in vista della regolamentazione di un settore che sta vivendo la sua rivoluzione
più rilevante. Sembra un po’ affrontare i problemi partendo dalla coda, seppure
si tratta della Rai, e non dalla testa. Seconda osservazione: si propone di
confrontare tre progetti: il primo a firma Tana De Zelueta del 2005, il secondo
a firma Gentiloni, del 2007, il terzo a firma Liuzzi (anche se passa con il
nome di Fico). Per i primi due si tratta di principi e concetti validi sempre e
comunque (15 anni non sono passati invano, a quel tempo non esisteva Netflix …tanto
per dire): liberare l’ingerenza della “politica” e, più segnatamente, del
Governo sulla Rai. Certo, se poi si va a vedere che Gentiloni era al Governo
Renzi quando è avvenuto il misfatto della Legge del 2015 e dello scippo dei 150
milioni, qualche dubbio è legittimo. Curioso: che fine ha fatto la proposta M5S della Paixa e di Paragone che proponevano l'abolizione del canone?
Comunque, parliamone, discutiamone.
Veniamo alla cronaca: ieri il solito
Anzaldi (alzatina di spalle) ha sollecitato il Presidente della Vigilanza
Barachini a richiedere copia della relazione della Corte dei Conti inviata
ai presidenti di Camera e Senato lo
scorso luglio (ne abbiamo parlato nei giorni scorsi). Nel documento si sollevano
temi di grande importanza che la Giustizia contabile ritiene inderogabile debbano
essere affrontati rapidamente. Hai voglia ad alzare spallucce: Anzaldi ha
ragione! Che poi il suo operato sia all’interno di una dialettica politica che
vede i suo partito voler partecipare al banchetto Rai è altra storia che merita
di essere raccontata. Ricordate quanto abbiamo scritto sulla firma del Piano
Industriale, avvenuta in epoca “sospetta” in pieno dibattito, tuttora
irrisolto, sulla nomina sia del Presidente AgCom (dove i renziani e il PD sembrano
avere forte interesse) sia del sottosegretario alle TLC. A questo proposito,
entro la fine del mese, il Ministro Patuanelli dovrebbe essere audito in
Vigilanza proprio sul tema del Piano. Tutti si affanno a ripetere che la
Vigilanza non ha “obbligo” di esprimere un parere ma, allo stesso tempo, difficile
non tenerne conto.
Nel frattempo, viene Natale … e questo
Cda si appresta a mangiare il suo secondo panettone. L’anno prossimo il piano,
nel mentre e nel quando si dovrebbe iniziare a svolgere, si appresta alla sua
scadenza prevista per il 2021. Ci sarà un altro Natale di mezzo. Tanti auguri.
bloggorai@gmail.com
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