Ogni qual volta che si solleva qualche problema, crisi o
difficoltà che interessa la Rai si avverte subito la reazione: attentato
e complotto ai danni dell’Azienda. Non è proprio così …
Ieri ci è giunta una notizia che non abbiamo potuto verificare:
a Viale Mazzini sarebbero in corso di attivazione due contratti di consulenza esterna
per seguire “attività parlamentari”. Il condizionale è d’obbligo visto che non
è stato possibile, finora, avere conferme. La questione sembra relativa alla
necessità di dover “presidiare” tempestivamente un’area di interesse strategico
per la Rai, in vista degli impatti che la legislazione economica potrebbe avere
sulla vita dell’Azienda.
Poniamo un solo semplice problema: la Rai riesce ad essere
un’Azienda “normale” dove si possano prevedere e fronteggiare per tempo emergenze,
crisi, necessità e dotarsi di strumenti adeguati a fronteggiarle? Ogni anno che
il buon Dio manda in terra il Parlamento deve prendere decisioni che
interessano il Servizio pubblico. Un’Azienda “normale” prevede per tempo questa
situazione e, per tempo e nelle modalità adeguate, provvede. Tutti qui … Non
ultimo: poniamo pure che l’esigenza sia comprovata e non si possa rimediare altrimenti,
subito e in modo efficace: con quali criteri si scelgono queste persone? Attenzione: non si tratta di fornitura “tecnica”
cioè non si deve scegliere tra il migliore idraulico o elettricista del Paese o
ma una fornitura “politica” cioè “seguire
attività parlamentari” cioè quanto di più delicato e sensibile ci possa essere
nei rapporti tra la Rai e le istituzioni, in particolare in questa contingenza
storica dove il Governo in carica, che pure ingerisce in modo diretto sulla
Rai, prevede la riforma del Sistema radiotelevisivo. Evidente a chiunque quanto
possa essere difficile argomentare che una tale consulenza, possa considerarsi
una mera “prestazione professionale a carattere occasionale e provvisorio”.
Sullo sfondo di questo tema è doveroso ricordare che il 18 luglio scorso la Corte dei Conti ha inviato
alle presidenze di Camera e Senato la relazione sui conti Rai dell’anno
precedente dove, a pag. 49, si legge “Nel 2017 la direzione risorse umane e
organizzazione ha stipulato, per conto delle direzioni di staff, n. 108
contratti di consulenza, per una spesa di circa euro 1.292.952. Rispetto
all’anno precedente, il numero dei
contratti è aumentato in termini quantitativi (da 89 a 108 pari a più 19
contratti); lo stesso costo complessivo è aumentato di circa euro 163.952 passando
da euro 1.129.000 a circa euro 1.292.952”.
Veniamo ora ad una delle crisi che verrà affrontata domani
in Cda: gli ascolti. Anzitutto, quando si parla di ascolti sarà necessario dire
una volta per tutte che questi non si dovrebbero riferire solo alla
televisione. Ieri sono stati presentati i palinsesti della radio e durante la
conferenza stampa non una parola sullo stato di salute della radio che negli
ultimi anni non solo ha consolidato una progressiva perdita di ascolti, ma non
riesce a risalire una classifica tra le
emittenti nazionali che vede i tre canali Rai sempre distanziati da diverse lunghezze
rispetto alle emittenti commerciali. È mai possibile che non si possa fare una riflessione
anche su questo tema e che tutto sembra, come è successo ieri, che nulla sia
accaduto? Certo, come alcuni sostengono, il contesto è cambiato e ci sono i “pirati”
che agiscono al di fuori della legge mentre gli organi competenti non
intervengono. Come al solito, il “benaltrismo”… cioè i problemi sono ben altri.
Sul perché e sul per come i radioascoltatori cambiano canale, sulla qualità del
prodotto che viene fornito non una parola. La colpa è sempre degli altri. La solita
musica. la radio, secondoloro, "È «multipiattaforma e multiforme, sempre più contaminata e contaminante» ... .... .... e ancora....
Questi i dati, contestualizzateli come volete e dite pure che può essere discutibile il metodo di rilevazione, ma questa è una realtà di oggi, forse non la sola. Il futuro deve essere ancora scritto:
La stessa riflessione sul un altro tema che abbiamo già
affrontato e che in qualche modo si
connette al tema crisi ascolti dei Tg. Il dato è consolidato: RaiNews 24 ha uno
share sulle 24 ore dello 0,6% (2018
su 2017) con un numero di contatti medi giornalieri che si aggirano
intorno ai 3.100.000 (in riduzione 2018 rispetto all’anno precedete). Sarebbe ora
che prima o poi qualcuno si occupi anche di questa situazione.
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