Ieri il Corriere, a firma Renato Franco, ha pubblicato un
pezzo importante relativo all’acquisizione di Endemol da parte del gruppo
francese Banijay. La notizia riguarda fortemente la Rai. Si legge nell’articolo
“Tutti i prodotti esterni del day time
di RaiUno a questo punto saranno realizzati da un’unica casa di produzione”
… aggiungiamo noi: controllata dai francesi (il 32% è di Vivendi) e aspira ad
essere il più grande gruppo di produzione audiovisivo europeo. Un sottile
brivido corre lungo la schiena, la miccia è sempre più corta. Questa notizia
sottolinea ed evidenzia, ancora una volta, una profonda crisi di credibilità, di
produttività, di creatività che non lascia speranze. Eppure, come abbiamo
scritto, è stata creata una apposita Direzione incaricata di proporre nuovi
prodotti, sperimentare nuovi linguaggi. Ne avete sentito parlare? Non stupisce
che pure il direttore di Rai Tre ha gongolato come un pupo per aver avuto il
coraggio di mandare in onda un format acquistato di valore industriale pari
allo zero (intervistatore che intervista un intervistato). Se qualcuno parla
ancora di Piano Industriale e del perché e del per come ci sono molti dentro
Viale Mazzini che non ci credono come dargli torto?
Vedi sabato scorso: ancora una volta bagno di sangue per Rai
Uno e grandi numeri per Canale 5. I capitani coraggiosi del palinsesto cosa ti pensano
di fare? Contrapporre alla De Filippi il buon Alberto Angela con uno speciale
su Ben Hur e le bighe del circo massimo. Ora, intendiamoci, siamo qui pour parler , senza nessuna presunzione di
insegnare nulla a nessuno ma, Santa Pace, volete fare i coraggiosi? Sparate Montalbano
il sabato sera e combattete con le armi migliori!!!
Veniamo ora al nuovo che avanza: questa mattina conferenza
stampa di Fiorello per RaiPlay. A parte il fatto che non si ha notizia del suo
contratto e vedremo se oggi qualche collega coraggioso ne chiederà conto. Non è
cosa da poco perché dietro c’è tutta l’impostazione editoriale della
piattaforma. È stato annunciato che sono previsti nuovi prodotti e nuovi programmi
originali appositamente dedicati: quali saranno e con quali risorse verranno
sostenuti? L’azienda dovrebbe essere tenuta al principio della contabilità
separata per l’uso delle risorse derivate canone e da pubblicità: “Ogni
qualvolta vengano utilizzate le stesse risorse di personale, apparecchiature o
impianti fissi o risorse di altra natura, per assolvere i compiti di servizio
pubblico generale e per altre attività, i costi relativi vengono attribuiti in
base a specifici e certificati criteri di ripartizione”.
Ancora sul nuovo che avanza. Questa mattina, sempre sul
Corriere, commento di Aldo Grasso sul rilevamento degli ascolti digitali dove,
abbiamo scritto più volte e da quanto è iniziato, la Rai è costantemente sotto
di diverse lunghezze rispetto alla concorrenza (questa settimana LS per editore
e canale la Rai è ferma a 13.000K e Mediaset a 56.000K mentre La7 mantiene
9.000K). La cerimonia degli ascolti, scrive Grasso, delle 10 del mattino non è
più sufficiente a comprendere la “Tv più
vista (sul Web)”. Si legge “La Rai – per ora un po’ assente – ci prova e
riparte da Fiorello”. Rai Play è una
app e, finora, queste non sono state
rilevate da Auditel. Vedremo.
Ultima nota a margine: ieri sera cronaca di una morte
politica annunciata. In Umbria la coalizione di centrosinistra tracolla. Non
bisogna essere fini analisti politici per capire e sapere: basta frequentare (e
vivere come il sottoscritto) l’Umbria. Mentre La7, come al solito, si sparava
la diretta Mentana (rafforzando il suo ruolo di comunicatore “istituzionale” )
la Rai ha pensato bene di contrapporre uno speciale su RaiTre.
Come si può leggere una scelta del genere? Che ci fossero le
elezioni era noto da tempo e che si trattasse di una competizione elettorale di
scarso peso numerico (il 2% della popolazione) era altrettanto noto, ma è fuori
discussione che in un modo o nell’altro questo avvenimento si riverbera sul
piano nazionale. Perché allora sottovalutarne l’impatto? C’era tutto il modo e
il tempo di spostare Imma Tataranni. Ma, come noto, il coraggio non si compra
al supermercato.
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