Di cosa parliamo? Di quel soffietto
fatto uscire dalle “gole profonde” (Dagospia dixit) del settimo piano (chi
saranno mai ???) che diceva, più o meno: “tutto a posto, il Piano Industriale è
firmato”. Detta così è quasi una notizia bomba, da prima pagina, di quelle
destinate a sollevare dibattito sul perché e sul per come proprio in questo
momento così delicato per la Rai e dopo un così lungo ritardo, proprio ora
viene “firmato”. Proprio questa mattina
abbiamo cercato di saperne qualcosa di più. Anzitutto, ci hanno fatto
osservare, e su questo blog è stato scritto, siamo ancora in assenza del
sottosegretario alle TLC che avrebbe pure competenze sulla Rai. “Possibile – ci
dice un nostro interlocutore – fare uno “sgarbo istituzionale” e fargli trovare
un atto compiuto di tale delicatezza ???”. Eeeeehhhh già, perché sempre le
solite “gole profonde” del settimo piano si erano premurate di far uscire una
battutina velenosa, sempre su Dagospia: ci sono alcune “osservazioni”. Già …
osservazioni … ma il MISE non ha il compito di fare osservazioni: deve solo
fare “le determinazioni di competenza”
cioè, tradotto in soldoni, confermare o meno la coerenza con il Contratto di
servizio da quale discende. E non sono pochi i punti in cui questa “coerenza”
non appare tanto solida: esempio fondamentale “un piano industriale che, sulla
base della definizione delle risorse da
canone disponibili su base triennale …” si parla di risorse da canone … non
di pubblicità.
Attenzione ad un passaggio: l’art. 25, e, dello stesso Contratto
prevede che “La Rai è tenuta a: i) presentare alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza
dei servizi radiotelevisivi, di seguito denominata Commissione parlamentare,
per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale del presente Contratto, un piano di riorganizzazione
che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate
giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento dell’offerta informativa
sul web;” L’invio alla Vigilanza è un passaggio chiave: porta a dire che i
piani , industriale e di riorganizzazione news non possono essere disgiunti,
viaggiare su binari separati. Dunque, sic stantibus rebus, che al Mise ci sia
qualcuno (un direttore? Quale?) disponibile a validare il Piano industriale disgiunto
e separato, appare, secondo alcuni nostri interlocutori, una vera e propria
bufala.
Ma ieri sera, ci è stato fornita altra argomentazione interessante: il
canale in lingua inglese, sempre previsto dal Contratto di servizio. A suo
tempo, giustamente Laganà e Borioni, si sono opposti fermamente ala
collocazione del canale sotto Rai Com (da ricordare tutta la vicenda Foa) perché
non si prevede debba avere vocazione commerciale, come invece a qualcuno
piaceva tanto. Ora si legge (Affaritaliani)
e si viene a sapere che la battaglia dei due consiglieri potrebbe essere vinta
e il canale tornare in casa Rai. Hanno vinto i consiglieri ma perde, e di brutto
pure, l’AD che l’aveva proposto e sostenuto. Non solo, il canale nel piano
industriale si prevede possa contare su 30 milioni per tre anni: bruscolini, cioè pressochè impossibile da realizzare.
Questa, forse, una delle tante possibili “osservazioni” che rendono indigesto
validare il piano in questo momento. Per
conto nostro, a suo tempo ne abbiamo fatte molte altre. Ci vorremmo tanto sbagliare …
ma questa vicenda la dice lunga su come si gestiscono certi problemi a Viale
Mazzini.
Veniamo ad altra “piuma”: oggi il Messaggero, con la firma
di Mario Ajello, spara un bel titolone: “Tv pubblica, disastro ascolti” e, per quanto si legge ,pure nel
titolo, la Bad Company è RaiUno. Già, ora è iniziato il tiro alla picciona De Santis
che ha già dichiarato di non voler essere l’agnello sacrificale. In un certo ha
ragione: la crisi di RaiUno, oltre che di ascolti, è di identità, di proposta
editoriale che non dipende solo da lei. Rimane comunque il tema dell’emergenza
Rai sul fronte ascolti che noi abbiamo sollevato non da oggi e rispetto al
quale non si avverte aria di intervento.
Domani previsto il Cda e si attendono sorprese. Vedremo … vedremo…
bloggorai@gmail.com
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