Nel mentre e nel quando le armi di distrazione di massa liberavano
tutto il loro potere devastante succedeva che nell’ultimo Cda avvenisse una
manovra non proprio irrilevante. Tutto lecito, tutto ineccepibile, ci
mancherebbe.
È successo che è stato approvato un accordo tra Rai e Rai Way in vista del refarming
delle frequenze che avrà inizio già dai primi giorni di gennaio ad avrà un
costo di 150 milioni per investimenti, in capo a Rai Way, e un aumento dei corrispettivi
versati da Viale Mazzini da Contratto di servizio tra le due società per 16,4
milioni l'anno.
Qualcosa però non torna. Rivedendo i bilanci dalla quotazione
di Rai Way (2014) con il titolo inizialmente quotato a poco meno di 3 euro, si
legge una forbice molto evidente. I ricavi da terzi, cioè quelli generati da
attività di mercato esterno, sono diminuiti da 36,3 mln nel 2013 a 33,1 mln del 2018 mentre, nello stesso periodo, i
ricavi generati da Rai sono cresciuti da 172 mln a 184,6 (pag.24 Bilancio esercizio 2018) dove, peraltro appare
ancor più evidente la riduzione dei ricavi da terzi (-2,1 mln) rispetto all’anno
precedente (da 35,2 a 33,1) a fronte di un utile netto finale di 59,7 mln (+3,5
rispetto all’anno precedente). Tutto porta a ritenere che i ricavi prevalenti diventano
partita di giro generati dal canone che Rai versa alla controllata che, a sua
volta, produce utili che a sua volta vengono ripartiti al 64,9% in mano alla
controllante e il 35,1% al flottante, cioè ai privati che ne traggono succulento
guadagno con il titolo oggi a 6,37. Un bell’affare, non
c’è dubbio. Quale investimento si raddoppia in poco meno di 5 anni?
Veniamo agli investimenti. Per chi avesse voglia di
spulciare tra i bilanci, sempre da
quando è avvenuta la quotazione, non avrà difficoltà a rilevare le dinamiche di
quanto la quotata ha riversato parte degli utili conseguiti in investimenti (di
mantenimento e di sviluppo): nel 2015 in mantenimento 18,1 mln e 12,1 mln in sviluppo, nel 2018 il rapporto è stato 19,4
mantenimento e 7,6 sviluppo. In soldoni, nel giro di pochi anni gli
investimenti in sviluppo di sono ridotti di 4,5 mln. Domandina: e perché ???
Non avrebbe avuto buon senso già dagli scorsi iniziare ad investire in sviluppo
piuttosto che redistribuire il 100% degli utili agli azionisti? In fin dei conti, la controllante è una società di Servizio Pubblico ...o no ???
Cifre interessanti se rapportate al lauto dividendo agli azionisti
Non commentiamo oltre ma corrono molti dubbi, a noi che non siamo
finanzieri. Uno su tutti: i 150 milioni che Rai Way dovrebbe sostenere per gli investimenti da dove vengono prelevati? E quando che, prima o poi, si dovrà affrontare il tema del cosiddetto “polo
delle torri” quale potrà essere il vantaggio industriale per il Servizio
Pubblico?
Tranquilli, oggi non c’è altro di interessante … il futuro
del Servizio Pubblico può attendere
bloggorai@gmail.com
lo sto rileggendo nel 2022...interessante
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