giovedì 19 dicembre 2019

Punto di non ritorno


Non è del tutto azzardato sostenere che, per quanto oggi leggiamo sui giornali e per quanto sappiamo, ieri è avvenuto il passaggio attraverso un punto di non ritorno. Ad essere benevoli, si potrebbe dire che la Rai è entrata in una zona grigia dove non si intravvede una facile via d’uscita.

Si sono accavallati, infatti, tali e tanti di quei livelli critici, che messi tutti insieme portano a scrivere “Rai nel caos” oppure “il Servizio Pubblico ingovernabile” e così via come raramente è avvenuto in precedenza.

Da quasi 35 anni navighiamo in queste acque e chi vi scrive ne ha visti passare di direttori, presidenti, consiglieri veri o presunti, dirigenti venuti da lontano e da vicino, illuminati e spenti e l’Azienda ha resistito a tutti loro. Oggi, forse, le cose potrebbero essere diverse.  Purtroppo, e lo scriviamo con rammarico, questo blog è stato facile profeta e da tempo abbiamo segnalato  l’arrivo di nubi e problemi ai quali, più o meno tutti complici diretti o indiretti, non si è voluto porre attenzione rimanendo in attesa di “chiarimenti” che non sono mai arrivati.

La cronaca di queste ore è molto semplice: da tempo erano attese le nomine che avrebbero dovuto essere nelle reti e nei Tg. I nomi erano i soliti, più o meno tutti “in quota” o graditi dal PD o dal M5S o dalla Lega, in un fuoco di sbarramento incrociato che ha paralizzato la macchina. L’AD non ha saputo o non ha voluto smarcarsi da questa morsa mortale. È tutta sua la responsabilità oppure è della politica che sembra essere in “stato confusionale”. Vedi lo stallo della mancata nomina del Presidente AgCom (gravissima) e quella non meno importante del sottosegretario alle TLC.  Come al solito, la verità, le verità sono molte e tutte credibili. Ieri La Repubblica ha riferito di un”incontro  fuori da Viale Mazzini” dell’AD coi suoi collaboratori dove ha cercato di smarcarsi: "I partiti paralizzano l'azienda La politica resti fuori" suscitando non poche perplessità (ad essere buoni) nella forma e nella sostanza delle sue dichiarazioni. 

Poi si è svolto un Cda del quale si è saputo poco e di quel poco si sa che è andato storto, come la prevista nomina di Teodoli che è pure saltata. Nel frattempo, ieri è avvenuta l’audizione secretata in Vigilanza di AD e Presidente sulla storia della mail truffa ricevuta da Foa con la quale si chiedeva un pagamento ingiustificato. A quanto si legge, le versioni di Foa e Salini sono discordanti e il presidente Barachini ha rinviatogli atti alla Procura per sapere come stanno le cose e verificare l’eventuale esistenza di un reato. Ci sono due possibilità: il fatto non sussiste. Amen. Oppure, visto che la versione dell’uno o dell’altro non corrispondono e allora da qualche parte c’è un buco nero che dovrà esser chiarito e il Giudice deciderà se qualcuno ne dovrà rispondere, più o meno penalmente. 

Oggi ci limitiamo a questo, con il timore che da domani in poi saremo costretti a scrivere una storia che non ci piace e che non avremmo voluto raccontare.
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