Per chi lo avesse perso, consigliamo di leggere il Post di ieri.
Se mai vi dovesse capitare di incontrare qualcuno che dice “andrà tutto bene” consigliamo vivamente di fare tutti gli scongiuri possibili. Analogamente, quando ascoltate in televisione (ieri dalla Annunziata) il leader PD che sostiene che “il Governo esce rafforzato” con l’elezione di Mattarella, altrettanto consigliamo vivamente di organizzare un pellegrinaggio sempre alla nota Madonna del Divino Amore (…fa le grazie a tutt’e l’ore…) per chiedere interventi salvifici e miracolosi. Ma de che stamo a parlà? Come si fa a sostenere un concetto del genere?
Cerchiamo di capire l’aria che tira a Palazzo Chigi: il primo ad essere incavolato nero è Draghi che notoriamente è stato sbertucciato prima da se stesso e dalle proprie ambizioni e poi dai ministri che in parte lo hanno fintamente sostenuto e in altra parte apertamente osteggiato. Vendetta, tremenda vendetta… è il minimo che ci si possa aspettare. Sarà divertente osservare come potrà cospargersi il capo di cenere ed ammettere la sua colpa capitale: non aver detto subito “No. Grazie, ho altro da fare”. Proseguiamo in ordine con i partiti che dovrebbero sostenerlo. Forza Italia è a bordo campo, in attesa che Berlusconi (si, proprio lui e solo lui) si rimetta dalle difficoltà cliniche e con il suo modesto apporto parlamentare possa sperare di toccare palla nel mentre e nel quando prende schiaffoni alla sua destra (Meloni) e al suo fianco (non sinistro) di Salvini. Salvini è nel pieno di una crisi di nervi, ovvero di identità (Mattarella non lo voteremo mai e Draghi non si deve muovere… almeno questo secondo punto l’ha azzeccato ma chissà se il Capo del Governo se l’è legato al dito). Nel frattempo i suoi “amici” Giorgetti e Zaia gli stanno bucando le gomme della macchina. Conte, povero Conte, non sa più a che santo votarsi. Ha sbagliato tutto e il doppio di tutto e sempre in buona compagnia del suo Di Maio (Draghi forever) e del suo Grillo (“Benvenuta Donna Italia” ergo Belloni). Ora stanno facendo a sportellate tra di loro e quando avranno finito, forse, si occuperanno di cose di Governo, forse. Enrico Letta ha dato la parola d’ordine: “Va tutto bene, siamo soddisfatti, non ha vinto nessuno”. Un modo elegante per non dover ammettere che: A- non va per niente bene (e lo sa benissimo); B- le correnti interne (Franceschini, Orlando etc. etc.) non sembrano per nulla soddisfatti per come sono andate le cose (tutte); C- hanno perso tutti, e in quota parte compreso il suo partito (facile fare i furbi e dire: lo abbiamo detto subito che i nostri candidati reali erano Draghi e Mattarella salvo poi dover ammettere che pure la Belloni avrebbe potuto esserlo).
Amen, non c’ è altro da aggiungere se non che sempre più si stanno segnando i solchi della nuova e più sanguinosa arena politica della quale abbiamo accennato ieri: il nuovo assetto istituzionale con lo scontro sempre aperto tra maggioritario e proporzionale e l’elezione diretta del Capo dello Stato. Non si faranno prigionieri: le elezioni del 2023 sono dietro l’angolo.
Ora, come abbiamo anticipato ieri, la domanda correlata per quanto riguarda Bloggorai è: per la Rai andrà tutto bene? Ovviamente, proponiamo anche in questo caso di fare i debiti scongiuri. Ieri abbiamo fatto il solito ed essenziale elenco della “spesa” di ciò che si dovrà fare a partire dai prossimi giorni ma abbiamo dimenticato di sottolineare una parte assai importante che per quest’anno sarà particolarmente delicato: il canone ordinario e speciale. Come noto la “tassa più odiata dagli italiani” è e sarà sempre più sotto minaccia. La possibilità che dal prossimo anno possa tornare ad essere riscossa attraverso il vecchio bollettino postale è assai concreta: difficile non cogliere l’occasione di alleggerire una bolletta energetica già molto pesante di suo. Se non si comincia ad intervenire già da subito individuando misure in grado di fronteggiare un massiccio ritorno all’evasione, è facile prevedere che saranno dolori. Da ricordare quanto detto da Fuortes alla recente audizione in Vigilanza “La Rai ha bisogno di risorse certe e adeguate così da consentire al vertice di concentrarsi sugli obiettivi affidati alla concessionaria pubblica, obiettivi sicuramente economici, ma ancor prima editoriali, meglio ancora culturali, sociali e industriali" dove, implicitamente, ha evocato l’aumento del canone con il solo risultato di prendersi una buona dose di spernacchiate.
A proposito di dolori: è probabile che alla prossima audizione in Vigilanza i commissari possano (e debbano) chiedere conto delle Linee Guida del nuovo Piano industriale, le cui prime bozze circolano da tempo in modo ancora alquanto misterioso. Per quanto ne sappiamo, le direttrici del nuovo Piano sono tutte concentrate sulla filosofia del contenimento dei costi, dell’efficientamento, della razionalizzazione e della vendita di asset immobiliari. Dove e come trovare nuove risorse e quindi fare sviluppo e investimenti, ovviamente, non ci sono tracce. Il dogma Fuortes rimane il pareggio di bilancio e, in queste condizioni, ci sarà poco da stare allegri ma solo sperare che “almeno qualcosa, quale che essa sia, possa andare bene” e fare i debiti scongiuri. Con i chiari di luna appena delineati in ambito politica/Governo c’è poco da illudersi che ci possano essere ciambelle di salvataggio (qualcuno potrebbe far ricicciare la storia di Rai Way per aprile?).
Non dimenticare di segnare sul calepino una nota per giovedì 3 febbraio.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento