La giornata si appresta a finire, il fuoco è acceso e la
casa è calda (si fa per dire… quando va bene ci sono circa 14 gradi) e, al
solito, andiamo su Google Analytics per vedere cosa fanno i nostri lettori.
Bene! Tanti, tantissimi hanno puntato il sito pure se non c’era il Post di
giornata. Buon segno, grazie. Tanta attenzione va ricompensata con un Post
serale sul quale si dovrà ancora lavorare per approfondire.
Non vi nascondo che durante la giornata ho cercato di
capire, sapere, cosa è successo ieri in Cda dove, come ormai saprete, il budget
2022 è stato votato e approvato 4 a 3. Certamente è un “fatto politico” che si
presta a diverse interpretazioni. Non abbiamo le versioni ufficiali dei consiglieri
che hanno votato NO, cioè Bria, Di Majo e Laganà. Per quanto è stato possibile
supporre, la motivazione del voto contrario potrebbe essere ricercata nella storia
del taglio dell’edizione notturna della TGR. Plausibile ma forse non sufficiente. Analisti ardimentosi si sono lanciati in una interpretazione trasversale: si è trattato
di un segnale a Draghi. Mah … francamente in questo momento il Capo del Governo
deve dare e ricevere ben altri segnali e non sarà questo di Viale Mazzini ad
impensierirlo. Altri hanno ipotizzato misteriosi intrecci con i partiti che li
hanno nominati (PD e M5S): anche qui mah… sono gli stessi partiti che hanno
approvato sottobanco la modifica del TUSMAR che certamente non ha favorito Rai,
anzi. Proviamo ad azzardare un’ipotesi: ieri in discussione c’era un punto
comune: bozza sulle Linee guida del Piano industriale, Contratto di Servizio e
implementazione Modello per generi (abbiamo scritto esattamente questo nei
giorni scorsi) e lo schema di ragionamento è ancora lo stesso e si lega
strettamente al Budget 2022. Per ognuno dei punti in discussione il presupposto
naturale è la certezza delle risorse che nessuno, in questo momento, è in grado
di assicurare. La sola strada che l’AD propone è quella del contenimento dei
costi interni, dei risparmi, dell’ottimizzazione e della vendita di qualche
asset patrimoniale. In poche parole, quello che a suo tempo sintetizzò con la
teoria del “pareggio di bilancio”. Anche
qui intendiamoci: che l’Azienda necessiti di affrontare il terreno degli sprechi
delle inefficienze è fuori discussione. Parimenti, è fuori discussione che non
è sufficiente questa strada se si vuole immaginare un percorso di sviluppo e investimenti. Fuortes
sembra avere in mente un modello di Azienda che vorrebbe somigliare ad una
bottega di frutta e verdura dove, a fine giornata, la merce che è stata venduta
dovrebbe compensare quella che è rimasta in giacenza e, con il ricavato, andare
ai mercati generali il giorno successivo per fare rifornimento di zucchine, patate
e carote. Notoriamente, il verdumaro, nobile ad antico commerciante di elevatissima
dignità ben difficilmente potrà competere con la grande distribuzione e il suo
pubblico, i suoi clienti, potranno pure essere sempre gli stessi affezionati che da anni gli
comprano il necessario per una salutare minestrina vegetale ma oltre non potrà andare. Intendiamoci bene:
viva i verdumari del mercatino di quartiere dove però succede che alcuni loro colleghi,
avveduti e furbetti, hanno pensato bene di utilizzare il plateatico lascito libero
dagli altri verdumari ormai falliti per farne una specie di “ristorante”
rustico ma di qualità, scomodo ma economico, freddo ma buono (matriciana di
grandissimo livello). Morale: hanno investito oltre il “pareggio di bilancio”,
hanno proposto una strada diversa e sono stati premiati.
Non sappiamo come i tre consiglieri hanno motivato il loro
no al budget, però sappiamo per certo che qualcosa non è tornato nei conti dell’AD
e non solo dal punto di vista finanziario: il metodo di governo delle sportellate
in faccia può anche funzionare a breve termine però deve riscuotere consenso,
avere truppe con le quali proseguire la battaglia, altrimenti diventa solo un
problema di tempo, quello necessario a far maturare una banana sulla quale scivolare.
E, per quanto abbiamo intuito, di banane all’orizzonte se ne vedono parecchie.
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Come farà Maghetto Patrizio a fronteggiare la fitta agenda dei suoi laboriosi giorni ?
RispondiEliminaIl seguito: alla prossima puntata!