6 anni, quattro mesi e spicci giorni da quando Bloggoai ha iniziato a pubblicare un post quotidiano. Potrà piacere e interessare o meno ma ha contributo a scrivere la storia quotidiana della RAI, forse parziale e di parte ma così è. Durante questo periodo abbiamo registrato un solo lettore che ha dichiarato di non volerlo più leggere ed un altro invece che ci ha bacchettato perché abbiamo usato, talvolta, un linguaggio poco “sobrio”. Però, da poche decine di persone di quel lontano giungo 2018 alla vigilia della nomina del primo Cda quando eravamo solo quattro amici al bar (tra i primi lettori era compreso Riccardo Laganà), ora siamo tanti ... tanti tanti.
Abbiamo scritto, raccontato e commentato tante storie, vicende e notizie. Abbiamo posto innumerevoli interrogativi rimasti pressoché inascoltati. Altri invece hanno trovato riposte e, forse, hanno pure lasciato qualche segno.
Oggi ci troviamo, purtroppo, a raccontare una storiella tanto fastidiosa quanto piccola piccola ma forse con qualche significato che la rende meritevole di attenzione. Allora, succede che ieri Il Foglio pubblica un pezzo con il titolo “Conflitto d'interessi nel Cda Rai; consigliere M5S nei guai”. E che sarà mai successo? Leggiamo che il consigliere Alessandro di Majo, eletto lo scorso 26 settembre nel Cda in quota M5S al pari del suo collega Roberto Natale in quota AVS e degli altri in quota partiti di governo, sarebbe stato nominato consigliere di una società, "Lady Bacardi Media S.p.a", che si troverebbe in “ … evidente conflitto di interessi per un pubblico funzionario che è stato indicato dal Parlamento all’interno del Consiglio di amministrazione della televisione di Stato italiana”. Leggiamo la scheda di Borsa Italiana dove la “Lady Bacardi Media S.p.a … “produce e commercializza contenuti cinematografici e televisivi (film, trasmissioni televisive, serie web, ecc.)”. Appare fuori dubbio alcuno che qualche “problemino” si doveva pure porre. Se non che ieri, intorno alle 13.40, l’Agenzia Askanews pubblica un lancio dove si legge che “Alessandro di Majo in data odierna ha rassegnato le dimissioni, con effetto immediato, dal ruolo di Consigliere di Amministrazione della Lady Bacardi Media S.p.A. (LBM S.p.A.). Lo rende noto il consigliere Rai Alessandro di Majo”.
Allora, è successo che il Foglio ha pubblicato la notizia, qualcuno se n’è accorto ed ha sollevato qualche perplessità ed obiezione. Poniamo anche noi qualche osservazione piccola piccola: il problema non sono tanto le sue dimissioni ma sapere perché ha accettato l’incarico. Il consigliere di Majo ha informato prima il Cda dell’incarico che stava per assumere? Secondo quanto scritto dal Foglio no: la Rai non era informata. Il consigliere di Majo sapeva che la “Lady Bacardi Media S.p.a.” era ed è in evidente attività nello stesso ambito dell’Azienda che lui amministra? È lecito supporre che l’incarico non sia caduto dall’albero del pero proprio il giorno 6 novembre e che sia parimenti verosimile supporre che ci sia stata una trattativa tra lo stesso consigliere e la Società in oggetto in merito al suo ruolo ed, eventualmente, al suo possibile compenso o se invece l’incarico sia stato conferito a titolo gratuito. Il Foglio non chiarisce questo dettaglio.
Allora, la storiella piccola piccola che vi abbiamo raccontato serve solo a riproporre una domanda a monte delle sue dimissioni: come sono stati selezionati i "nuovi" consiglieri RAI? Con quali criteri, attraverso quale selezione, con chi altri sono stati comparati e valutati i loro profili? Qualcuno può aver chiesto prima loro se si trovassero in presenza o in potenziale futuro conflitto di interesse? Gli interrogativi ovviamente si pongono per tutti i consiglieri eletti lo scorso 26 settembre in adempimento alla famigerata Legge Renzi che tutti invece vorrebbero abolire.
Lo abbiamo scritto e lo ripeteremo spesso e volentieri: si poteva e si doveva fare di meglio da quella parte di opposizione che sulla trasparenza ha fatto cavalli di battaglia, almeno per salvare la faccia. Si potevano si dovevano applicare i criteri aperti, trasparenti e non discriminatori previsti dal MFA che seppure ancora non pienamente in vigore ha tracciato un solco che era difficile da eludere o ignorare completamente già da mesi. Non c’è stato verso e nemmeno il ricorso al TAR gli ha fatto battere un ciglio.
C’è poco da girarci intorno e fare ammuina durante i convegni dove, come se nulla fosse accaduto lo scorso 26 settembre, passa tutto in cavalleria con molti che si esibiscono in generiche pacche sulle spalle alla "volemose bene" e con larghi sorrisoni un po’ ruffiani guardano alla prossima battaglia sulla presidenza RAI (riprende martedì 12 alle 20). Qualcuno ha pure sussurrato "In bocca al lupo". Povero lupo, dovrà stare in campana: girano tante polpette avvelenate.
Viva il lupo!!! Bloggorai è sempre dalla sua parte. Per tutto il resto niente, oltre la “notizia” piccola piccola che nessuno oggi ha ripreso non c’è nulla da osservare … solo qualche dettaglio sugli ascolti che non sembrano proprio far dormire sonni tranquilli a Viale Mazzini.
bloggori@gmail.com
PS: last minute: sembra che Gian Paolo Tagliavia sia prossimo alle dimissioni da Rai Pubblicità.
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