La bilancia, il metro, il cronografo e la moneta misurano il “valore” delle cose. Come si misura invece il “valore” di un dibattito, di un confronto di idee? Come valutare l’esito finale dei due giorni di Stati generali sul Servizio Pubblico appena conclusi? Dal numero dei partecipanti? Dagli articoli comparsi sui quotidiani? Dalla quantità di documenti emersi? Dai contenuti proposti in discussione? Difficile, molto difficile tirare i fili e congiungere i punti.
E allora cosa rimane di questa 48 ore? Tanto fumo, tanta polvere e niente arrosto. Nel senso che siamo esattamente al punto di partenza di martedì, a come eravamo un giorno lontano: una lunga lista di problemi, difficoltà, prospettive incerte e conflittuali, crisi più o meno contingenti senza apparenti soluzioni. Però almeno, alcuni sostengono “c’è stato un clima costruttivo di sereno, pacato e garbato confronto” magari di buon augurio per i prossimi giorni. Bene, benissimo: almeno questo è certamente utile. Dopo di che? Ora che facciamo? Da che parte riprendiamo? Chi tira le somme e chi guida i prossimi appuntamenti?
Ci asteniamo dal riportare appunti, impressioni, dichiarazioni e commenti dentro e fuori l’aula dove si è svolto il dibattito. Tante, troppe e molto complesse le suggestioni, innumerevoli gli spunti e gli argomenti trattati. Tirare un filo unico potrebbe essere non solo arduo ma forse anche inutile. Come abbiamo detto e scritto più volte: il “valore” delle cose, degli eventi e accadimenti si misura per i risultati che producono, tangibili e misurabili, fattibili e percettibili ovvero, in altri termini, utili ad essere “narrati” e non tanto per i desideri, le aspirazioni o le ambizioni di chi li genera.
Nei giorni scorsi la vera grande novità/notizia era in una battuta che da sola faceva titolo: “Grazie Presidente …” o più confidenzialmente “Grazie Barbara …”. Il dibattito è nato, proposto e svolto sotto il segno dell’iniziativa della Presidente Barbara Floridia alla quale comunque è necessario dare atto di grande impegno e buona volontà.
Dopo di che? E allora di cosa si potrà “narrare” di questi due giorni? Di leggi di riforma della RAI che ancora sono tutte in alto mare per quanto sono distinte e distanti tra loro? Di modelli di governance simili alla BBC o altri da inventare? Della pericolosa “fondazione” o della minacciosa privatizzazione? Di canone da ridurre progressivamente o da abolire del tutto e sostituire con la fiscalità generale? Di una missione tutta ancora da definire? Di una legge di sistema oltre il Servizio Pubblico? Delle minacce degli OTT o dell’AI? Del EMFA? E così via. Cosa è emerso di nuovo e significativo che già non era noto fino a martedì sera? Il vecchio e strapazzato taccuino che ci eravamo portati è rimasto pressoché intonso e, per ironia della sorte, pure la storica penna Parker si è rifiutata di scrivere.
Forse, per potere scrivere qualcosa di più sensato e ragionevole, sarà necessario attendere che la tanta polvere che si è alzata si depositi per vedere cosa c’è sotto. La sensazione generica che abbiamo avuto è semplice e financo banale: nulla o poco più.
Invece, sottotraccia ma nemmeno poi molto, c’era e c’è la “sfida imminente” sulla nomina del/la presidente del nuovo Cda di Viale Mazzini. Oltre un banale e già noto invito a votare la Agnes come vorrebbe il Governo che l’ha proposta, non è emerso nulla di nuovo. Al botteghino delle scommesse è data vincente: i più da noi interpellati hanno posto la fiche sulla sua nomina e, in seconda battuta, sul consigliere Roberto Natale “uscito dal cilindro” del suo partito AVS qualora la Agnes dovesse “rinunciare” e si dovesse cercare un nome nell’attuale Cda, posto sempre che nessuno venga indotto a dimettersi e non sembra questa una ipotesi percorribile.
Invece, molto fuori traccia, c’era e c’è tutt’ora c’è la prima vera grande e concretissima sfida per il Servizio Pubblico: il canone per il 2025. Come noto, la prima bozza della Legge di Bilancio ha previsto il suo ritorno a 90 euro e,ovviamente, la Lega non ci sta e vorrebbe tornare ai 70 dello scorso anno. Forza Italia ha risposto prontamente che non se ne parla proprio. Uno pari e palla al centro. Se gli stati generali avessero almeno provato a trovare una risposta a questa “sfida” sarebbe stato un bel passo avanti ma non tanto e non solo per il contingente quanto per il futuro prossimo delle risorse Rai. Tutti hanno convenuto che dovranno essere “certe” ma su quale modo dovranno essere reperite siamo in piena confusione.
Invece, molto sottotraccia a tal punto che quasi nessuno ha sollevato il problema, c’è una contingente crisi di ascolti RAI. L’AD Rossi come prevedibile ha sostenuto il contrario. I numeri però numeri ed ognuno può farsi un’opinione. L’AD Rossi però ha sostenuto che il primo problema dell’Azienda è la sua “natura giuridica”. Ah, già ... è vero ... tra le tante “sfide” proposte questa proprio l’avevamo dimenticata. Poi però, appena finito il suo intervento è dovuto andare via. Speriamo che qualcuno tra i tanti direttori presenti in sala gli avranno riportato qualche appunto. Non si sa mai.
Nota a margine: infine il “convitato di pietra” last minute si presentato ed è intervenuto: Salvatore Nicita del PD. Molto “last minute” e molto “convitato di pietra”.
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