Questa mattina si è svolto il primo atto dei cosiddetti Stati
generali sul Servizio Pubblico “Su iniziativa della Presidente Barbara Floridia”.
Vi proponiamo qualche semplice osservazione, piccole notarelle a margine.
Premessa: bene, ottimo
proponimento. Ogni qualvolta che qualcuno propone di discutere e confrontarsi
merita sempre di essere sostenuto. Per questo evento però sono necessarie
alcune considerazioni complementari.
Iniziamo dall’inizio ovvero con l’apertura dei lavori da
parte di Geppi Gucciari, nota comica. Non abbiamo avuto modo di verificare, ma ci hanno
detto che il suo intervento non è andato in streaming. Peccato. Per quanto
abbiamo intuito e ascoltato il suo intervento ha subito colpito e forse affondato il cuore
dell’incontro: “Parlare di fuori i
partiti dalla RAI in Senato è come parlare di giochi d’azzardo fuori da Las Vegas
… il presidente Mattarella se ne tiene così fuori che è volato in Cina” ed ha
lasciato un cordiale messaggio di saluto. Qualcuno in sala prima ha timidamente
applaudito e poi fatto smorfiette di disappunto.
A: la natura dell’incontro. Definiti forse con un tantinello di zelo “stati generali” si tratta
in verità di un importante momento di dibattito che si svolge in determinato momento
storico del Servizio Pubblico. Per voler semplificare e rendere un’immagine plastica
si può immaginare un calderone con tante “cose” che bollono dentro e alimentato
da tanti soggetti esterni e vedremo chi sono. La Floridia ha correttamente definito questo momento, queste
circostanze, come la “tempesta perfetta” che si è abbattuta e ancora di più si potrà
abbattere prossimamente su Viale Mazzini.
Gli argomenti affrontati erano numerosi e assai complessi e
ognuno dei quali avrebbe meritato uno “stato generale” a parte come, peraltro,
è avvenuto in passato e in altri paesi. Però, la Floridia lo ha candidamente ammesso:
abbiamo volutamente circoscrivere il dibattito in due giorni e, giocoforza, il
risultato è questo: tanta “roba” in poco tempo. Nota a margine: non era obbligatorio
farlo proprio in questo modo e in questi termini. Si poteva e forse si doveva
fare di più e di meglio.
La sensazione, concetti diffusi che abbiamo raccolto, è di una
sorta di “vorrei ma non posso” ovvero una grande occasione mancata ovvero, il
Convento non passa di meglio e bisogna accontentarsi. Se non che, c’è qualcosa
di più.
La prima parte, quella istituzionale, si è conclusa con un intervento
di Alberto Angela sul tema “Funzione del Servizio Pubblico”. Sguardi smarriti: interessante
ma che c’azzecca? Bho !!!.
B: i partecipanti. Questa mattina la composizione dei
presenti, a spanne con il rischio di sbagliare ma non di molto, era così
composta: 63% direttori, consiglieri di amministrazione, vice direttori,
dirigenti e qualche quadro RAI insieme a qualche ex pensionato di vario
livello, l' 8% abbondante da Governo e amici vicini, 5% di opposizione (ovvero
una parte di essa, ovvero il solo M5S), circa il 3% concorrenza qualificata
(Mediaset ad alto livello), 7% (circa) di giornalisti, 4% operatori audio video,
e il numero restante erano gli altri partecipanti alle diverse sessioni
successive. Ovviamente, non vanno dimenticati gli operatori audio video e i
vari addetti del Senato. Bene, benissimo:
la Rai interroga se stessa e, tanto per dire, quando ha finito di parlare l’AD
Rossi i più sono usciti dalla sala al seguito mentre qualcuno stava per alzarsi sulla sedia e, applaudendo con vigore,
stava per chiedere il bis. Nota bene. ma perché Rossi non è rimasto ad ascoltare? Almeno avrebbe potuto lasciare il testimone al DG Sergio. No, pure lui sembra andato via poco dopo.
“Mi si nota di più se ci sono o se non partecipo?” avrà pensato
qualche autorevole esponente del PD, il vero convitato di pietra di questa
mattina e, chissà forse anche domani. E pensare che pure, tutto sommato, la prima
forza di opposizione avrebbe avuto buon titolo a partecipare e dare il suo
contributo al dibattito. E invece no!!! A chi abbiamo posto l’angosciate
interrogativo ci ha risposto “Ah, già è vero ... chissà perché”. Già, chissà! Forse,
molto forse, domani lo sapremo.
C: la lettera di ieri
della Floridia pubblicata dal Fatto ha detto molto di più di quanto non emerso pubblicamente questa mattina. Il tema in discussione non erano tanto le sfide del Servizio
Pubblico prossimo venturo (tante e molto complesse) ma le gravi difficoltà in cui
specificamente si trova la RAI oggi. Sottotraccia
(ma nemmeno poi tanto) il tema prevalente che si mormorava in giro era molto
semplice: la Agnes seduta in prima fila ce la farà a diventare presidente? Delle
due l’una: o il Governo ritira la sua candidatura o almeno una parte dell’opposizione
(due o tre parlamentari, a scelta) la voteranno … of course … per il bene dell’Azienda. C'è una terza ipotesi che pure vi abbiamo riferito e che pure stamattina qualcuno, sottotraccia, ha percepito: un presidente interno all'attuale Cda. L’interrogativo correlato riguarda sapere e capire se questo appuntamento è il
lasciapassare alla “costruzione di un clima di dialogo” finalizzato a trovare
la quadra per la nomina del/la presidente. Sempre per il bene dell’Azienda, l’altro
tema del quale di brontolava è quello delle risorse. Risorse si … risorse no …
e quante … e quando? Tutti sanno e questa mattina tutti hanno taciuto: il canone
è ancora incerto e l’Ad Rossi nonché il “presidente f.f.” Marano se ne sono ben
guardati di battere un pollicino, alzare un ciglio o rivolgere uno sguardo
severo al sottosegretario del MEF Federico Freni. C’è sempre tempo: domani è un
altro giorno, si vedrà.
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