Speriamo che più tardi sarà possibile scrivere un post solo sui
nostri temi, però, nel frattempo, la Piccola storia dello Scaldabagno sembra
aver appassionato le nostre lettrici ei nostri lettori. Andiamo avanti ... sarà
dura!
Salvatore emerge, lentamente, dall’antro buio e polveroso con
una busta in mano. Tira fuori una resistenza che somiglia alla mia. Somiglia …ma
non è uguale. E allora? Che facciamo? Lo sguardo vale più di tante parole: aspetta,
stai tranquillo. A Roma si dice che “Tranquillo” è morto di pizzichi. Qui non siamo
a Roma, tutto è più lento. Salvatore apre un cassetto che mi genera subito un
moto di invidia: c’era praticamente una mini ferramenta con tutti gli attrezzi
possibili e immaginabili. Smucina e smucina e tira furi un calibro. Misura i
lati della bocchetta, solo con un attimo di ritardo si accorge che c’è ancora
la guarnizione che, da sola sarà almeno 1 mm e mezzo. Salvatore sentenzia: si,
è questa e, mi dice, che sono pure fortunato perché da quasi 20anni non le
fanno più. Ahhhhhhh…. Che fortuna!!! Ve bene…
Attenzione: il bagno deve essere in ordine entro oggi,
cascasse il mondo… ce la devo fare a tutti i costi. Faccio rapidamente mente
locale se mi occorre altro … no… addirittura rinuncio a passare all’edicola ..
oggi la dieta mediatica sarà “leggera” solo radio e Web.
Dispongo tutti gli attrezzi su un tavolo meglio di una
camera operatoria: si tratta di fare un intervento a “impianto aperto” sia
elettrico che idraulico. Anzitutto la sicurezza, verifico ancora una volta che
l’interruttore generale sia staccato e la chiave acqua chiusa. Bene … anzi malissimo
… decido di tornare all’attacco del flessibile lato acqua fredda: dannato … deve
venire giù. Riprendo tutta la batteria di chiavi inglesi, aperte, chiuse, a
morsetto, pappagalli e serratubi svedese… tutto … mi compiaccio con me stesso e
per tutte le volte che, dovunque vado nel mondo, prima ancora di vedere il
monumento più importante vado a cercare un ferramenta locale. Lo ammetto: sono
leggermente malato, disturbato mentale. Gli attrezzi sono tutto, uno stile di
vita, una sicurezza per la mente, un comodo rifugio esistenziale. Le altre mie “disfunzioni
mentali” sono gli orologi (insana passione, in particolare per quelli meccanici
da tavolo o a muro, le “macchine” nude), le bussole e le torce tascabili a
batteria. Si, è vero: ho fatto il Boy scout e lo rifarei ancora.
Bene, mi sento carico. Guardo il flessibile con intensità:
ti butto giù. Prendo le chiavi e lo affronto a muso duro. La 20 non entra e la
22 sciacqua. Dannato ci vuole proprio la 21. Bene, mi prendo una pausa e mi
rivolgo alla parte elettrica. Il nuovo Faston regge bene seppure non è curvato,
piego leggermente il filo e gli faccio fare un giro largo. Nel frattempo rivolgo
lo sguardo laterale (avete presente?) verso il sanitario dove dal bocchettone a
muro esce acqua quando si scarica. Un lampo: mi accorgo che il sanitario
traballa, non sembra fissato al pavimento! Panico! Mi gira la testa, faccio pausa
e mi prendo un bel bibitone di potassio. E mò che faccio ??? o telefono agli
ospiti in arrivo e gli dico di tornarsene a casa con tante scuse oppure… oppure
avete capito bene…sistemo pure il sanitario.
Piano di battaglia: guarda a Oriente e attacca ad Occidente.
Rimuovo il sanitario, lo fisso al pavimento, cambio il manicotto e via. E via
un corno. Inventario: occorre una cartuccia di silicone, una guarnizione a
rondella da 0,8 mm per il manicotto, i bulloni speciali per sanitari (molto
speciali) e, già che ci siamo, pure una chiave del 21. Allora chiedo a mia
moglie un intervento rapido: scendere giù a valle, andare allo smorzo (ormai in
dismissione, pure quelli si stanno estinguendo come i dinosauri). Inizia l’Odissea
del 21 luglio in Bassa Val Tiberina. Con il vecchio titolare che conosco da 30
anni non ci si capisce. Ma c’è un perché. I bocchettoni di una volta sono diversi
da quelli attuali e la guarnizione, i ring da 0,8, non ci sono più. È tutto
vecchio. Non basta una diretta con “what’s app”. Non ci capiamo. Non ci sono più i "bocchettoni e i manicotti di una volta" ...ahhhh bei tempi !!!
Calma e gesso, ragioniamo. Si stanno incrociando i due
cantieri: quello elettrico dello scaldabagno con quel dannato flessibile e il sanitario
che deve essere fissato al pavimento e quello “idraulico” con il manicotto che
perde acqua. Ho bisogno di fiducia in me
stesso, conseguire una piccola vittoria, e decido di attaccare il sanitario. Vado
in officina (antro) e tiro fuori l’artiglieria pesante: un trapanone da miniera,
un Bosh che pesa 7 Kg, che fora pure il granito perché il pavimento del bagno è
di gres durissimo. Alloro, la procedura prevede che anzitutto si debba prendere
la misura dei fori da fare al pavimento al millimetro, senza margine di errore.
Poi “sterilizzare” tutto per stendere il silicone, predisporre il manicotto dello
scarico entrata/uscita, rapidamente rimettere tutto in sede e serrare. Pare
facile: è solo l’inizio di una lunga e drammatica battaglia dall’esito tutt’ora
incerto. Il numero 21 incombe.
La storia prosegue e gli esiti sono ancora del tutto incerti
…
Per quanto riguarda la RAI… rimanete sintonizzati, siate fiduciosi.
bloggorai@gmail.com
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