Cosa ci siamo persi nei girni scorsi? Cosa ci stiamo perdendo e cosa ci potremo
perdere nei prossimi giorni e settimane, alla vigilia di un lungo mese di
Agosto? Ci siamo persi qualcosa? Poco poco: qualche personaggetto …il condominio
di Via Asiago, gli ascolti degli anziani, le repliche stagionate, le trattative
per i vicedirettori come se non ci fosse un domani. Il nulla allo stato puro.
Per le nostre lettrici e i nostri lettori ha avuto più successo
la storia dello scaldabagno.
Però, attenzione, questo non significa che il campionato non sia in corso...anzi. Qualcosa ci stiamo
perdendo e avviene sotto traccia, molto sotto traccia.
1.
È in corso la più rilevante partita
strategica sull’intero settore audiovisivo che si mescola tra politica e
mercato: il futuro Mediaset dopo Berlusconi. A questa partita si collegano tutte le altre
subordinate che comunque incidono sul futuro della RAI, a partire da Telecom,
passando per la pubblicità e per finire a RAI Way. Se non si chiarisce l’esito
di questa partita, tutte le altre rimarranno fumose ed incognite.
2. È in corso la partita strategica di una trattativa serrata sul Contratto di Servizio che pochi, pochissimi, stanno giocando. Non stanno giocando i sindacati, tutti, che tacciono come se non li riguardasse. Non sta giocano la “politica” formale, quella visibile, quella delle dichiarazioni. Non stanno giocano gli “stakeholders”. Non stanno giocando i consiglieri RAI di vera o presunta opposizione. Stanno giocando invece i portatori sani di virus malefici per il destino del Servizio Pubblico: il nuovo Contratto, per come è noto, è pericoloso.
Per questa settimana sono previste due audizioni in Vigilanza molto importanti: prima Giorgetti e poi Urso.
3.
È in corso la partita dei 100 giorni della
nuova governance Sergio/Rossi che vorrebbero in due fare in questo arco di
tempo ciò che non fece il suo predecessore (da solo). Ipse dixit “Siamo di
fronte a un'accelerazione del mercato — sono parole del dg Giampaolo Rossi - in
pochissimi anni si deciderà il futuro dei broadcaster tradizionali. Difendere
il servizio pubblico radiotelevisivo significa difendere il racconto italiano,
difendere la nostra identità plurale, la capacità di narrare”.
4.
È in corso la madre di tutte le battaglie sul
futuro della RAI: il canone. Chi paga comanda e chi mette i soldi decide. Non
ci sarà dibattito sul Contratto di Servizio o Piano industriale collegato che
dir si voglia: se non ci sono soldi non si va da nessuna parte. Attenzione:
parliamo di risorse per la pura e semplice sopravvivenza, per pagare gli stipendi
e le laute collaborazioni a società di produzione esterne e agenti artistici e
non di investimenti in tecnologie, prodotti innovativi o servizi aggiuntivi. Si
tratta di tagliare e non di aggiungere.
5. È in corso la battaglia per la conquista della “Bastiglia RAI” sulle ceneri della disfatta dei governi precedenti: Meloni&C sono alle prese con il Moloch horridus di Viale Mazzini. Si tratta del malloppo, dei budget, delle direzioni, delle vicedirezioni, degli amici, parenti e conoscenti, compente o incapaci… vanno bene tutti purché “contro” il precedente e in parte ancora attuale strapotere interno/esterno di chiara fama.
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