Bene. Un passo indietro per rimanere sul tema. Nei giorni scorsi trapela la notizia sull’assenza nella bozza del nuovo Contrato di Servizio del “giornalismo d’inchiesta”. Apriti cielo: anzitutto sacrosante dichiarazioni infuocate e roboanti e poi si apre uno scenario tutto interno a Viale Mazzini di grandissimo interesse. Ci dicono che, pare, sembra hanno visto aggirarsi per i corridoi del VII piano Luca Mazzà ovvero “Dal luglio 2023, nell'ambito della Direzione Coordinamento Iniziative Strategiche, è Direttore della Direzione per il Contratto di Servizio e progetti strategici connessi”. Ci dicono che il Direttore della Direzione sia stato visto in preda a ira nefasta perché, sembra a suo dire, sia avvenuta una “… dannosa fuga di notizie in grado di danneggiare il potere negoziale di RAI verso il suo interlocutore …”. Il virgolettato ci viene riferito da una nostra fonte che, ovviamente, non possiamo citare ma che riteniamo alquanto attendibile. Il Direttore della Direzione, ci dicono, lascia pure intravvedere punizioni severe (fagioli nelle scarpe, fustigazione pubblica davanti al cavallo, invio a Saxa Rubra a tagliare le erbacce) per chi si permette di far uscire documenti “riservati e secretati”. Non sappiamo se quanto ci è stato riferito sia del tutto vero, ma sappiamo per certo che il pensiero del “controllo sociale” è piuttosto diffuso a Viale Mazzini: “Cerca di capire caro Blogorai… tengo famiglia, devo guardare al prossimo futuro”. Ecco spiegato perché è passato ed accettato che il Contratto di Servizio debba essere considerato un “affare privato”, tra pochi intimi e che nessuno ha il coraggio e la voglia di renderlo pubblico come invece dovrebbe essere.
Non c’è norma, codice o riferimento legislativo di alcun tipo che giustifica la segretezza o riservatezza. Nulla! Non c’è alcun motivo lecito o logico che possa supportare nessun modo quanto avvenuto in termini di assenza assoluta di trasparenza, dibattito pubblico e confronto aperto. Il Contatto di Servizio gestito come un “pizzino” sottobanco, ingiustamente e immotivatamente secretato. Questo un punto di forte dissenso: si poteva legittimamente e si doveva fronteggiare questo atteggiamento in molti modi leciti e possibili e invece non è stato fatto nulla. Peraltro, i presupposti sono noti da tempo e pubblici: i precedenti pareri dell’ex MISE e di AgCom e il documento presentato in Vigilanza con le linee guida.
Quello che non si vuole far sapere è se e come RAI ha modificato tutta l’architettura precedente riferita sia al Contratto in scadenza sia al testo di quello nuovo ora in discussione. Non si vuole far sapere che, ad esempio, sono venuti meno molti “obblighi specifici” come prima previsti “CAPO II – OBBLIGHI SPECIFICI PER L’ATTUAZIONE DELLA MISSIONE Articolo 25 Obblighi specifici”. Per non dire degli obblighi dei primi articoli sull’offerta televisiva, radiofonica e multimediale. Ma ciò che in assoluto si vuole tenere sotto traccia ovvero riservato e segreto è la chiave di volta di tutto il nuovo Contratto: il sinallagma tra risorse assegnate e prestazioni richieste. C’è da crederci bene: si tratta del pilastro sul quale regge tutto. Non ci potrà essere breccola di impegno se non sono chiare le risorse e viceversa.
Necessario un piccolo passo indietro. Nella bozza presentata in CDA a gennaio scorso, le linee guida contenevano una novità assoluta che sembra sia stata tanto cara alla Presidente Soldi e alla sua collaboratrice Squadrone con l’introduzione dei famigerati KPI che invece, nel documento appena varato sono scomparsi. Scomparsi del tutto? e perché la Soldi avrebbe accettato di fare un passo indietro proprio su un punto tanto strategico e dirimente? C’è un validissimo motivo che consente una possibile risposta: Bloggorai tra i primi ha sollevato il problema: per la RAI i KPI sono una trappola micidiale per vari e solidi motivi. Se non ché, per paradossale che possa apparire, la “nuova destra” di SergioRossi (crasi) si è subito accorta della minaccia e ha spento la miccia. Meno male!!! Grazie!!! Ci credo bene: Tafazzi non avrebbe potuto fare di meglio per danneggiarsi da soli e vivere felici. Ma, in verità, qualcosa di losco si aggira sotto traccia e si trova nel comunicato Rai dove si legge che “… lo schema di contratto di Servizio prevede per la prima volta un intero articolo dedicato alla sostenibilità economica e quindi alla compatibilità tra risorse riconosciute e perimetro degli obblighi di Servizio Pubblico” che, appunto, a nostro parere, è un KPI concettuale all’ennesima potenza, rivisto e corretto in salsa proteica pronto a tradursi in atto concreto non appena il “tavolo di lavoro “ sul canone istituito dal Ministro Giorgetti avrà prodotto i suoi risultati. Un nostro interlocutore ci dice che questo passaggio sarebbe stata l’exit strategy offerta alla Soldi per farla votare convintamente a favore del Contratto dopo che si era sparsa una voce malevola secondo cui avrebbe minacciato il voto contrario. Un trappolone ? chi lo ha teso a chi?
Già il voto. Vediamolo ancora da vicino. Le truppe in campo, a venerdì scorso, erano ben definite: d una parte Sergio, Agnes e De Biasio decisi al si, la Soldi forse propensa al si, e relativamente incerti Di Majo e Bria mentre di Laganà era noto il suo orientamento contrario. Sulla Soldi si sono concentrate molte attenzioni che sembrano abbiano avuto buon fine: ha accettato e votato si. Perché e per come non è dato sapere. Girano interessanti supposizioni. Dopo di che si è aperto il balletto sul tema “giornalismo d’inchiesta” che ha tanto interessato e coinvolto Giuseppe Conte e il suo consigliere di riferimento Alessandro Di Majo. Giallo nel giallo: quest’ultimo ha votato a favore perché avrebbe ottenuto e fatto mettere a verbale che il tema sarebbe stato inserito nel Contratto. Per quanto sappiamo, ad oggi, non ci risulta che sia avvenuto: resta solo la nota a verbale del Cda e un possibile allegato. Pronti a correggerci se abbiamo o saputo o letto male: il Corriere della Sera ieri ha scritto che si è trattato di “… un generico impegno dell’AD a rispettare l’obiettivo”.
Altra storia la Bria, molto più complessa indecifrabile. Come abbiamo scritto: che senso ha l’astensione su un documento del genere? Non sono note le motivazioni e dunque lecite solo supposizioni. Per capire qualcosa sarebbe necessario osservare le dinamiche in corso tra PD e M5S. Magari centrano qualcosa per quanto si possano riverberare sulla RAI? In che termini si è giocata questa partita e con quali prospettive/obiettivi? Non si può credere che la sua astensione sia avvenuta “per caso” o per omissione di conoscenza. Il documento presentato in Cda sembra sia stato reso disponibile solo “last minute” ovvero entro i termini previsti dal regolamento consiliare ma … ma… così non è perché, forse ha ragione Mazzà ad essere indispettito e minaccioso, qualcuno lo ha letto già da molti giorni prima ed ha sollevato, curiosamente, solo il tema del "giornalismo d’inchiesta" dimenticando tutto il resto che non è meno grave e rilevante.
Morale della favola: di tutto questo oggi non trovate una riga da nessuna parte. Forse per questo che Bloggorai, da alcuni giorni sta quadruplicando i lettori? Comunque Grazie! Forse, con buona pace del Capo Marziano, c’è ancora vita sulla Terra. Ora occhio alla Vigilanza Rai e al suo calendario, sarà un luglio molto caldo … molto caldo.
bloggorai@gmail.com
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