Abbiamo una nostra personale, intima e radicata convinzione, ovviamente opinabile, che la politica soggiace più alle leggi della fisica e della psicologia piuttosto che a quelle della filosofia e dell'economia. Per usare una facile scorciatoia e banalizzare i termini, la cosiddetta “nuova destra” non sembra altro che il frutto del vuoto lasciato dalla cosiddetta “vecchia sinistra”. Il vuoto progettuale di società, di economia e di cultura è stato sostituito con un altro vuoto, il nulla con il nulla rivisto e corretto in salsa Meloni. O meglio: proprio il nulla no. C'è qualcosa di importante tutto da capire.
Lo spazio vuoto in politica non esiste, figuriamoci nella RAI. Ad un vecchio vuoto del precedente Cda è stato sostituito un nuovo vuoto del “nuovo” Cda che sogna ancora la “digital media company”che tutti vorrebbero e nessuno riesce a realizzare. Del nuovo Contratto di Servizio non ci sono tracce. Come da buona tradizione carbonara, è insabbiato accuratamente e nascosto agli occhi pubblici. Con buona pace di chi sa e tace.
Due parole sul “caso” Facci? No, non più di tanto. Il problema non è lui ma chi ha solo immaginato di proporlo insieme alla foglia di fico necessaria a far sostenere la “nuova” RAI: “Il nostro approccio responsabile, trasparente, inclusivo, innovativo, coraggioso, ispirato ai valori del Servizio Pubblico – ha dichiarato la Presidente Rai, Marinella Soldi – si traduce in un linguaggio, una scelta dei temi, una qualità che i media commerciali possono ignorare e che invece fa del nostro un prodotto unico, necessario e vincente”. Con un focus importante sulle parole “aggiungere, innovare e sperimentare”, l’Amministratore Delegato Roberto Sergio è intervenuto in conferenza stampa, sottolineando come “con coraggio, abbiamo voluto arricchire i nostri palinsesti di contenuti, qualità, competenze e professionalità, all’insegna di pluralismo e inclusione”.
Fa caldo … molto caldo … ci sta bene un gelato
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