Se volessimo proseguire con la metafora del Capo Marziano in
visita sulla Terra per sapere qualcosa sul “dossier RAI” dovremmo immaginare
che sia salito sulla sua sfavillante astronave e sia tornato al suo paesello/pianeta
con le pive nel sacco ovvero … come si dice appunto sulla Terra ... “cornuto e
mazziato”.
Ma noi siamo terrestri incalliti, materialisti della prima ora
e razionalisti oltre ogni misura sicché proviamo ad attenerci a fatti concreti,
misurabili, documentabili oltre ogni ragionevole dubbio.
Ci eravamo lasciati al 14 ottobre 2021, quando a Viale Mazzini venne istituito un “tavolo di lavoro” ufficialmente coordinato da Stefano Luppi, dirigente noto, stimato ed esperto in particolare proprio di Contratto di Servizio avendo avuto in precedenza il compito di seguire da vicino la lunga e complessa trattativa. Attenzione alle date: siamo a ridosso di pochi mesi dall’insediamento del nuovo Cda con AD Fuortes e Presidente Soldi. Sarà proprio nell’ambito della Presidenza che viene “appaltato” il raccordo e il supporto al coordinamento del Gruppo di lavoro. Doppia attenzione: nella comunicazione aziendale si legge che “Per essere forza al servizio del Paese, RAI deve porsi all’ascolto, con spirito aperto e senza interruzione di servizio, dei propri utenti etc etc”.
Come abbiamo già detto,
poco dopo, Luppi viene destinato ad altro incarico ed entra in scena ripescata dall'esterno l’ex
direttore del Marketing, Cinzia Squadrone, a diretto riporto della Presidenza con
lo specifico compito di occuparsi del Contratto di Servizio. La Lega batte i
pugni sul tavolo, minaccia le ire nefaste ma non succede nulla. Gli altri
partiti in Vigilanza tacciono. Luppi da una parte e la Squadrone, assunta con
contratto di consulenza, dall’altra. Perché sia avvenuto questo cambio di passo
nessuno è stato in grado di saperlo ed è tutto passato in cavalleria senza avvertire
fiatar di fronda. A Fuortes&C va bene così.
E si arriva ad una bozza di documento, datato 19 novembre
2021, dunque poco dopo un mese dalla costituzione del Gruppo di lavoro, dove si
traccia la prima “Bozza di linee guida del
Contratto di Servizio 2023-2027”. Attenzione alla data di scadenza del 2027,
ne parleremo più avanti, è molto importante.
Il documento, di circa 22 pagine, contiene affermazioni e
indicazioni importanti che abbracciano pressoché tutto il perimetro di
interesse del nuovo Contratto: si legge che “Il ruolo del Servizio Pubblico Multimediale riparte da 4 aggettivi
ambiziosi: rilevante, inclusivo, sostenibile, credibile”. Poco credibile
però che in un mese circa si possa elaborare e condividere un documento di tale
rilevanza ed è supponibile che sia il frutto di un lavoro iniziato molto tempo
prima. Attenzione: di questo documento ne esistono due versioni. La prima è in formato
testuale e la seconda in formato slides. Passano alcune settimane e a gennaio
2022 viene presentato in Cda un nuovo documento aggiornato ed esteso intestato “Contratto di Servizio 2023-2027. Processo
e linee guida”.
C’è molto da dire e dibattere su questo complesso e articolato
documento ma una cosa balza all’attenzione: per la prima volta (pag. 14) compare
un riferimento ai famigerati KPI (Key Performance
Indicator) che, nelle pagine successive verrà poi specificato in calce con
una formuletta “KPI DA DEFINIRE”. Chi si intesta questa significativa e
fondamentale novità non è dato sapere con certezza ma si nutrono forti e
fondati sospetti.
Sarà questo elemento
che definisce compiutamente il passaggio “epocale” che segna profondamente la
differenza con il precedente Contratto e traccia il solco profondo del
dibattito presente e futuro del Servizio Pubblico: si vorrebbe ancorare le sue prestazioni
al raggiungimento di determinati obiettivi che nessuno è in grado di spere quali
potranno essere o misurati, chi li stabilisce e quali penali si potranno
applicare in caso di mancato adempimento. Sotto traccia emerge con chiarezza un
possibile obiettivo: il canone.
Il 2022, come noto, sarà un anno turbolento a Viale Mazzini almeno per l’AD Fuortes. Cambia il Governo e cambia il vertice: arrivano Roberto Sergio e Giampaolo Rossi. Entrambe le nomine sotto il segno di forti dubbi e perplessità nel merito del meccanismo della loro nomina. L’uscita di Fuortes viene “agevolata” da un DL varato senza conoscere i necessari requisiti di necessità e urgenza esplicitamente previsti dalla Costituzione e il secondo nominato in una carenza normativa della famigerata Legge Renzi che abolisce la figura del Direttore Generale per introdurre quella dell’Amministratore Delegato. Amen.
Vassene
il tempo e pur fugge tuttavia … e molti dimenticano tutto: SergioRossi
(crasi) recentemente si presentano in Vigilanza e nessuno batte ciglio, come se
nulla fosse.
La storia continua … nel 2022 succedono molte cose
interessanti … quasi quasi converrebbe riconvocare il Capo Marziano.
bloggorai@gmail.com
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