“Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia” (Amleto, W.Shakespeare)
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.” (Rutger Hauer in Blade Runner)
Il bello della modernità o della contemporaneità è di farci vedere le cose passate con occhi distaccati che sono ancora memoria e non ancora storia. Nei giorni scorsi abbiamo utilizzato spesso la metafora del Capo Marziano sceso sulla terra per raccogliere informazioni sulla RAI e, poveraccio, è dovuto tornare su Marze con le pive nel sacco. Gli è andata male ma, se fosse venuto nelle ultime ore, gli andava peggio. Se non fosse stato per qualche frase disgraziata e per i condomini di Via Asiago, della RAI, del Servizio Pubblico (e sarà ora che si comincia a dividere il significato e il contenuto dei due termini nonché il loro destino) non se ne sarebbe accorto nessuno … aria calda ripassata nel ventilatore.
Eppure, eppure, nonostante qualche sostenitore last minute, in questi giorni si sta dibattendo di un documento, il Contratto di Servizio, che, piaccia o non piaccia, atteso o disatteso che possa essere, è pur sempre la traccia normativa sul quale la RAI “dovrebbe” (condizionale futuro imperfetto) essere chiamata a svolgere il proprio compito, ovvero adempiere alla propria missione. Bene, da questo punto vista Governo e Governance RAI si trovano perfettamente affiancati: silenzio omertoso, nessuno ne parla, nessuno solleva dubbi o riflessioni e, sulla carta stampata, l’argomento è beatamente ignorato. Per fortuna, per fortuna, almeno in questa circostanza, c’è il Parlamento, la Vigilanza RAI che si appresta a “vigilare” e adempiere con correttezza il compito di esprimere il suo parere obbligatorio e non vincolante sul nuovo Contratto di Servizio che potrebbe non avvenire, come qualcuno sperava, entro la fine di questo mese. Poi, a settembre, con il fresco, si vedrà. Ieri sono state presentate due relazioni (maggioranza opposizione con Lupi e Nicita) e poi ancora, è prevista una audizione del ministro Giorgetti sul canone e pure saranno scintille.
E qui, ora, torniamo ad un altra metafora. Quella del bidone. Un bidone, come noto, è composto di tre elementi fondamentali: un tappo, un fondo e una parete. Il bidone è destinato a contenere qualcosa fintanto che, almeno, il fondo tiene e non lascia disperdere il contenuto. Allora, la sensazione della RAI, in questo specifico contesto storico e per quanto note la posture politiche che la accompagnano, appare come una “cosa” non ben specificata che si riversa dentro un bidone che non ha fondo dove però qualcuno vorrebbe mettere un tappo, nel senso di impedire che quanto si versa in ingresso sia superiore a quanto ne esce dal fondo.
Oggi verrà presentata alla Camera la relazione AgCom. Ve ne daremo conto.
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