giovedì 27 luglio 2023

La Guerra RAI tra Sparta e Atene

Foto di Gordon Johnson da Pixabay

Già dai tempi di Anassimandro e di Eraclito di Efeso sappiamo che tra Atene e Sparta non correva buon sangue. Se potevano, si facevano dispetti e si lanciavano ingiurie e, con l’occasione si combattevano aspra guerra.

Ora, che tra il ministro Giorgetti e il leader del suo partito Salvini le cose non sempre vanno al verso giusto è alquanto noto, in particolare per quanto riguarda gli interventi sulla RAI. Vedi la proposta di Legge presentata in Senato lo scorso marzo: “Stop al canone Rai". Adesso c'è il ddl: ecco da quando. Una riduzione graduale del 20% fino al suo azzeramento: questa la proposta della Lega per l'eliminazione del canone Rai” (Il giornale del 30 marzo).

Ca va sans dire, un po di confusione anche tra la Lega e, ad esempio, Fratelli d’Italia che oggi presidia Viale Mazzini. Sicché, succede, che uno guarda da una parte l’altro dalla parte opposta o, almeno, leggermente traversa. Ad esempio, sul canone, una parte vorrebbe aumentarlo e l’altra abolirlo: piccole differenze, dialettica, cosette di poco conto, piccinerie.

Succede allora che lo stesso Giorgetti, ieri mattina, si è presentato di buon mattino, in Vigilanza RAI ad esporre il suo pensiero “glocal” nel senso globale di ciò che pensa sulla RAI e sul Servizio Pubblico e nel senso locale di ciò che pensa su come finanziarlo. Questo secondo aspetto merita particolare attenzione.

Allora, intanto riportiamo fedelmente 10 passaggi testuali del suo intervento:

1. I compiti di servizio pubblico da svolgere nell’ambito della concessione, in termini di diritti e obblighi del concessionario, sono descritti nel contratto di servizio.

2. le linee guida del citato Piano 2023-2025 propongono una strategia volta a riposizionare la società nel mutato contesto di mercato di riferimento: attivando azioni che mirano a aumentare l’utenza più giovane (oggi poco interessata alla TV generalista)

3. La società non ha ancora reso noti gli elementi quantitativi riguardanti il Piano. Pertanto, allo stato attuale non è ancora possibile conoscere e valutare l’evoluzione dei principali numeri del Piano stesso

4. il Piano persegue comporterà, come già detto, ulteriori investimenti con la conseguente necessità di reperire le risorse finanziarie a sostegno, anche ricorrendo al mercato dei capitali.

5. Si sono svolte diverse interlocuzioni con la Commissione europea … hanno portato a ritenere che tali oneri potessero permanere in bolletta e nella legge di bilancio 2023

6. è, comunque, necessario interrogarsi su nuovi possibili modelli di finanziamento del servizio pubblico

7. la RAI ha ribadito che ritiene “indispensabile mantenere il canone, salvo una specifica valutazione politica sulla modalità del prelievo”. 

8. In un’ottica di breve periodo, garantendo l’attuale livello di finanziamento pubblico, potrebbe valutarsi l’ipotesi di scorporare dal pagamento del canone la quota di investimenti sostenuti dalla RAI (tra i quali quelli volti a ottimizzare la capacità trasmissiva e il livello di copertura delle reti Rai). Tale quota che dall’analisi del budget ammonterebbe a oltre 300 milioni annui potrebbe essere posta a carico della fiscalità generale dando luogo a una graduale riduzione del canone di abbonamento a carico degli utenti.

9. Qualora, quindi, il presupposto dell’imposta venisse individuato nel possesso di un’utenza telefonica mobile, l’ampliamento della platea degli incisi connesso a tale variazione comporterebbe di ridurre il costo pro-capite del canone. Basti pensare che a oggi, infatti, il canone risulta pagato da circa 21 milioni di soggetti, mentre le utenze telefoniche attive sono circa 107 milioni.

10. Se si prendesse a riferimento l’orizzonte connesso al rinnovo della concessione, altri meccanismi di finanziamento dovranno essere oggetto di valutazione.

Analisi e commento in un Post successivo.

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