E come mai sarà questa nuova “narrazione” tanto diversa da
quella che l’ha preceduta? Quali saranno i nuovi paradigmi, i linguaggi
diversi, le alternative semantiche, i modelli culturali, i termini descrittivi,
gli argomenti in agenda e, infine, il modo ovvero la tecnica, lo stile, la
postura del “nuovo” raccontare. Tanto per intenderci, una pietra miliare del
giornalismo RAI è rimasta intaccata: Bruno Vespa.
Poi: a cosa si finalizza la “nuova “narrazione? Ad esempio, potrebbe
indirizzarsi verso il recupero di quella fascia di telespettatori migranti, in uscita,
in fuga dalla televisione generalista. Oppure a cercare di arginare la piega “Villa
Arzilla” che ormai è lo zoccolo duro degli ascolti: l'ultimo report Auditel Total
Audience nella fascia over 45 ci dice che circa 84% per RAI e circa 77% per Mediaset.
Tutto qui? ci aspettavamo di meglio, di più dal “cambiamento”
da parte di Sergio/Rossi (crasi). Tant’è … ci accontentiamo … almeno ci toglie l’imbarazzo
di doverne dibattere. Magari, ci dovremmo lambiccare il cervello nel chiederci
dove ci sarà mai la differenza tra la RAI di ieri, quella di oggi e quella di
domani. Il futuro è tutto da scrivere. Ha titolato bene il Fatto di oggi: “Da
Raiset si passa ora a MediaRai: il nuovo monopolio” giusto per capire se e
come, con la scomparsa del Cavaliere, cambierà il panorama del mercato
audiovisivo nazionale. E cambierà, certo che cambierà come era già nell’aria da
tempo.
Un metro utile, forse, potrebbe essere il nuovo Contratto di
Servizio. Forse e non è affatto scontato.
bloggorai@gmail.com
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