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Si usa dire che il veleno si trova nella coda e invece, in questo caso, potrebbe essere nella testa. Rileggiamo con calma l’intervista della presidente Soldi pubblicata sul Corriere e già dal titolo cominciamo male, malissimo. “La Rai ora cambi in fretta. Le nomine? Per merito e scelte anche impopolari”. Ovviamente non ce la prendiamo con il povero titolista che fa quello che può, in poco tempo e con quello di cui dispone. Ma sembra aver colto bene il pensiero di quanto poi si legge. Andiamo con ordine.
1. “La Rai ora cambi in fretta” bene, benissimo e magari sarebbe utile sapere come, dove, quando, con quali risorse e con quali prospettive. Se non ci dice qualcosa di più di quanto (poco, pochissimo) è già noto rimane una buona intenzione, diremmo natalizia, un augurio, un segno di amicizia e fratellanza ma nulla di più. Lo prendiamo comunque per proposito e andiamo avanti. Ci parla, in verità accenna, del famigerato “nuovo modello organizzativo” ma non ci dice una virgola di più di quanto già noto ed esposto nell’audizione di Fuortes in Vigilanza Rai (poco più di 10 minuti e 6 slides). Francamente un po’ pochino pochino. Fate un giochino: provate a chiedere a Viale Mazzini di avere copia di queste slides e raccontate poi cosa vi rispondono. Se riuscite ad averle vincete un premio: olio EVO, premitura a freddo, quantità limitata e riservata. Questo “nuovo” modello rischia di diventare già più vecchio di quanto non lo è di suo (2019) prima ancora di vedere la luce e il semplice fatto che venga proposto come sola proposta “innovativa” la dice lunga sul suo senso, peso e significato che, continuiamo a ripetere, è oscuro e misterioso.
2. “Le nomine? Per merito ..” per merito di chi? Tralasciamo per un momento ma non lo dimentichiamo quanto avvenuto a proposito delle nomine dei Tg/Gr e la presunta influenza del Governo. E quali sarebbero i “meriti” pubblici, confrontabili, dei nuovi nominati da quando si è insediata? Come sono stati confrontati con altri “meriti” di altri nomi che pure avevano non diciamo “meriti” ma “titoli”? Come è stato scelto il Direttore della comunicazione o il Capo Ufficio Stampa? Quali “meriti” avevano più di altre persone che magari, per quanto sappiamo, ne avevano forse di più e tanto per esser chiari ed espliciti ne citiamo uno di particolare rilevanza: l’esperienza specifica? E non si venga a dire, di grazia, che non c’erano nomi adeguati: a gentile richiesta possiamo fornire una breve lista. E ancora: con quale criterio di “merito” ha scelto la sua consulente Cinzia Squadrone rispetto a tanti altri consulenti che avrebbero potuto avere pari o analoghe caratteristiche? E' stato fatto un concorso, una gara ad evidenza pubblica o quale altre "merito o criterio"? E se vogliamo ancora allargare il ragionamento, con quali “meriti” sono stati scelti dall’AD il consulente Maurizio Caprara o Marcello Giannotti alla comunicazione? Andiamo avanti: si leggono da varie parti intercettazioni telefoniche dove compaiono nomi di nominati recentemente per “merito”. Ma non sorge a nessuno il dubbio che il “merito” opportunità avrebbe avuto una sua ragion d’essere per essere applicato e magari rinviare le recenti nomine, in attesa di opportuni e necessari chiarimenti?
3. “Scelte impopolari”. Si riferisce evidentemente alla decisione, controversa, di abolire la striscia quotidiana della TgR in onda dopo la mezzanotte della durata media di 4,16 minuti. Argomento spinoso che ha suscitato tante polemiche. Non si tratta di popolarità ma di razionalità e di disegno strategico: ci dica se c’è e quale sia il “Piano Informativo” che deve guidare l’Azienda nel prossimi mesi o anni, magari avendo ancora in mente l’art. 25 del sempre famigerato Contratto di Servizio tutto ra in vigore e per tutto il 2022 che IMPONE, non suggerisce, la “ridefinizione del numero delle testate giornalistiche..”. Come abbiamo scritto, l’informazione regionale ha tutta la sua dignità e necessità e se proprio si devono fare scelte, sarebbe opportuno che si potesse dire che sono “popolari” cioè che incontrano il favore e non dissenso degli utenti. Allora, avrebbe avuto un senso diverso poter dire, ad esempio, “aumentiamo il numero dei minuti dell’edizione notturna e magari la portiamo alle 23.30, con una sua nuova e diversa programmazione editoriale, originale rispetto alle edizioni precedenti della TgR”. Accontentarsi della “scelta impopolare” di tagliare 4 minuti inutili e costosi e come vendere un giacciolo agli esquimesi.
Veniamo ora all’incipit delle sue dichiarazioni: “Questo autunno la Tv tradizionale ha visto un calo di circa 2mln di contatti di media al giorno rispetto a due anni fa”. Attenzione: il termine “media” è stato aggiunto dopo le sue dichiarazioni nella recente Vigilanza dove, evidentemente, se ne era dimenticata e non è un errorino da poco. Leggiamola attentamente nel suo significato reale: sta a dire che, ad esempio ieri sera, di fronte alla televisione generalista, c’erano “mediamente” 1, 8 mln di persone in meno della stessa giornata di due anni addietro. Si tratta di un numero allarmante già di per suo e lo è ancora di più se proiettato nel prossimo futuro dove, per quanto è noto sapere, le prospettive delle televisione lineare sono fatalmente destinata a restringersi. Come poi intende affrontare questo “problemino” non è dato sapere. Scelte editoriali, nuovi prodotti, format, sviluppo tecnologico … con quali soldi …boh! la sola foglia di fico è sempre la stessa (rivolta al passato): “Ma il cambiamento spaventa, bisogna avere coraggio, visione e pazienza” ipse dixit. Magari se ci facesse sapere anche a noi quale è la sua visione, chissà, la potremmo pure condividere … non si sa mai.
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... segue ...
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