Il corpo nazionale vigili del fuoco
salviam la vita agli altri il resto conta
poco
il pompiere paura non ne ha
quando le fiamme avanzano noi non abbiam timore
abbiamo santa barbara dentro il nostro
cuore
il pompiere paura non ne ha …
Si potrà pure ammettere e convenire che può essere utile, opportuno e forse anche necessario che ci sia qualcuno intorno a noi che possa vigilare su qualcosa che ci interessa tutelare e che, nel caso di bisogno, possa prontamente intervenire. Già il verbo stesso suona bene: “a. letter. Vegliare, stare sveglio: vigilate Così sempre, o miei figli, e non si lasci Niun dal sonno allacciar (V. Monti); Quando fanciullo, nella buia stanza, Per assidui terrori io vigilava, Sospirando il mattin (Leopardi). b. Stare attento, usare molta attenzione perché qualche cosa avvenga nel modo voluto” (Treccani) che poi si può tradurre in romano con “Stai in campana” oppure in napoletano con “statt’accuorto”.
Ci piacciono assai i Vigili del fuoco, nutriamo un particolare affetto nei loro confronti: ci riportano ad interminabili partite a pallavolo a Tuscania nel 1971, quando da giovani liceali andammo a dare una mano ai soccorritori. Nei nostri occhi figure eroiche, leggendarie. Ci piacciono forse un tantinello meno i Vigili Urbani quando ci fanno una multa forse ingiusta ma sono poi apprezzatissimi quando rimuovono una odiosissima macchina ferma in un passaggio pedonale. Invece sembra che piacciono così così, a geometria avariabile pure loro a seconda delle convenienze, necessità ed esigenze, i parlamentari della Commissione di Vigilanza sulla Rai che, da soli in rappresentanza del Popolo Italiano, sono chiamati a tutelare il Servizio Pubblico. Vogliamo oggi esprimere solidarietà e riconoscenza nei loro confronti perché ogni tanto sono oggetto di attenzioni non sempre giustificate. In fin di conti, se non ci fossero loro, indomiti e agguerriti vigilanti, correremmo il serio rischio di sapere ben poco di quanto avviene nei grigi e ovattati corridoi di Viale Mazzini. Come avremmo potuto sapere dei progetti che ha in mente Fuortes sul futuro della Rai se i commissari, già dal 4 agosto, mentre noi tutti eravamo mollemente adagiati sulla spiaggia in costumino da bagno oppure a passeggio sui sentieri alpini, non gli avessero posto qualche domandina dispettosa. Come pure chi avrebbe mai potuto sapere che l’AD avrebbe ripetuto per tre volte “ … è ovvio.. prima il piano e poi le nomine…” per poi scoprire che sarebbe successo esattamente il contrario. Lo stesso USIGRAI (e ci corre il dubbio che forse pure il Cda) non avrebbe saputo nulla del proposito di tagliare l’edizione notturna della TgR se Fuortes non se lo lasciva sfuggire in Vigilanza, appunto. No, cari parlamentari, continuate a vigilare e magari fatelo più attentamente e puntigliosamente e se avvertite che le vostre osservazioni cadono nel vuoto, come talvolta è avvenuto, fate qualcosa … chiamate qualcuno in soccorso e magari i Vigili del Fuoco … scrivete un bel comunicato stampa di quelli che fanno tremare i polsi, minacciate la sfiducia, insomma date un segno di vita. Invece, purtroppo, ci tocca osservare che i parlamentari della Vigilanza sono fatti della stessa materia di cui sono fatti gli amministratori delegati e i consiglieri: sono speculari a loro stessi, ai partiti ai quali appartengono che, a loro volta, esprimono i consiglieri. Insomma, diciamocelo pure: vigilanti e vigilati sono “pappa e ciccia” e per questo quando avvertiamo che qualcuno se la prende solo con una delle due parti ci sembra utile proporre questa breve e sommaria osservazione.
Bene. Torniamo per un momento alla Bozza di lavoro sul prossimo Contratto di servizio della quale vi abbiamo parlato ieri. Questa la slide introduttiva:
Ad un certo punto, nell’introduzione al documento, si legge “L’ambizione è che Rai possa contribuire da protagonista al Sistema Paese … per farlo, è necessario che il Contratto di Servizio venga costruito di pari passo col Piano Industriale affinché insieme siamo gli strumenti che declinano puntualmente la missione di servizio pubblico e definiscono la strategia dell’Azienda”. Non so, abbiamo qualche dubbio che qualcosa non torna. Nel precedente Contratto di servizio, il Piano industriale era il suo strumento di attuazione dettagliatamente disciplinato dall’art.25 “u) Piano industriale: la Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano industriale di durata triennale che, sulla base della definizione di adeguate risorse, rese disponibili dalle quote di canone destinate al servizio pubblico, per lo svolgimento delle attività di cui al presente Contratto, preveda – in coerenza con le previsioni della Convenzione - …”. I due elementi sono certamente connessi tra loro ma, per quanto noto, con una loro distinta area di svolgimento e applicazione tanto che, a proposito di Vigilanza, si prevede appunto che il Piano industriale debba essere esplicitamente “approvato” ovvero "presentato" per il cosidetto "garbo istituzionale" dalla Commissione dopo esser stato “bollinato” dal MISE. Come si possa ora supporre che i due elementi possa andare di pari passo ci appare alquanto misterioso e, per quanto possiamo leggere dai documenti in nostro possesso, non emergono indicazioni utili a proseguire su questa traccia. Continuiamo a studiare.
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