Ieri sera leggevamo rassegnati e costernati quel poco che si
riusciva a sapere su quanto da poco avvenuto in Cda Rai. Ci
troviamo in Francia e al termine di una giornata fredda e ventosa ci siamo accomodati a seguire con
attenzione il dibattito televisivo con un personaggio che in questo momento sta riscuotendo un
consenso crescente : Eric Zemmour, candidato presidenziale
considerato alla destra della Marine Le Pen, il che è tutto dire.
Appare astuto, furbetto diremmo noi, consapevole di incontrare un
vasto sentimento “popolare” tutto incentrato sulla fobia del
diverso, quale che esso sia, abbastanza nazionalista ma non
populista, un destro estremo nella difesa dei “valori”
tradizionali, quel genere di "destro" che piace tato alla borghesia benestante. In Italia non abbiamo trovato nessuno in grado di
somigliargli. Tutti i leader di destra e di centro destra non sono
mai estremisti a tal punto da rappresentare una “minaccia” per
gli equilibri politici consolidati. Cionondimeno temiamo che pure in
Italia possa serpeggiare un forte sentimento del genere: razzista,
primatista, sovranista e nazionalista che non ha visibilità nelle
varie Leghe, Fratelli più o meno d'Italia. Aggravato, inoltre, dalla
drammatica crisi del Covid. Il Censis è stato chiaro: l'Italia oggi
è un Paese confuso, irrazionale, con una sacca di povertà estrema in continua crescita della quale nessuno ne sembra responsabile, quasi fosse un
castigo Divino. Serpeggia una vaga aria di “destra” strisciante,
occulta ma non meno pericolosa perché abilmente nascosta nelle
pieghe di timori e paure mai sopite. Ci preoccupa quando questo
sentimento affiora su temi dell'informazione, quando leggiamo di chi
gli vorrebbe porre freni oppure quando qualcuno vorrebbe decidere se
una parte più o meno rilevante della popolazione italiana non deve
esprimersi sul Servizio Pubblico, seppure esprime posizioni non
condivisibili.
Ad alcuni lettori molto attenti non è
sfuggita una notizia comparsa nei giorni scorsi: “Il
Super Tifone Rai fa paura”. Confessiamo che ci è venuta facilmente
la similitudine: anche quello che sta per succedere alla Rai può
incutere qualche timore. Ieri vi abbiamo parlato del Cda dove hanno
fatto molta notizia le nomine e il taglio dell'edizione della Tgr
notturna mentre pochi vi hanno detto che, dietro le quinte, ha fatto
banco il tema del budget come previsto dal punto 6 all'Odg (linee
guida budget 2022). Ci dicono che si avverte molta preoccupazione ma
che è meglio non farlo sapere troppo in giro. Tanto delle nomine dei
“nuovi “generi non interessa pressoché nulla a nessuno (un
Direttore/Direttrice con “lui nella parte di lei e lei nella parte
di lui”) e della TgR entro breve non se ne sentirà più parlare.
Amen.
bloggorai@gmail.com
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