Oggi speriamo di essere perdonati se ci impelaghiamo in un post lungo e didascalico, ma forse è necessario, altrimenti si fatica ad intenderci con alcuni nostri lettori (tra l’altro poco da segnalare, ma quel poco è rilevante: al prossimo Sanremo non ci sarà TIM come sponsor, cioè circa 8 mln in meno … chissà se ha a che fare con quanto avvenuto recentemente con l’uscita di scena di Gubitosi?)
Noi intanto ci teniamo occupati e, per fortuna, abbiamo un discreto archivio e (ancora per poco) una buona memoria così facciamo un passo avanti sul tema Contratto di servizio.
Abbiamo già fatto osservazioni preliminari, di metodo e merito sull’approccio al dibattito. Abbiamo osservato che non ci sembra aver letto un grande sforzo di riflessione e approfondimento: A, evidente che il Nuovo contratto possa essere “diverso” dal precedente, altrimenti tanto varrebbe ribadire il precedente. SI tratta solo di capire in che dimensione si colloca il “nuovo” rispetto al precedente, cioè cosa si vuole aggiungere e cosa invece si vuole togliere. B: gli elementi di inquadramento che vengono forniti sono il traffico dati (numero delle SIM) e il PNNR laddove, in particolare, su questo secondo è noto che Rai può essere della partita in modo molto marginale, a tal punto da esserne pressochè tagliata fuori (non è previsto nessun progetto di interesse diretto). Ma, in primo luogo, ci appare necessario sciogliere il nodo esposto in premessa, laddove si legge che “… è necessario che il Contratto venga costruito di pari passo con il Piano industriale …”. Appaiono due documenti assolutamente distinti e distanti tra loro dove il primo è propedeutico al secondo. Tant’è che il Piano è un “obbligo” previsto dal Contratto e non un suo semplice allegato.
Ci può essere utile ricordare quando scritto a proposito di Piano industriale dalla Vigilanza (la stessa vituperata e maltrattata a corrente alternata) nell’Atto di indirizzo del 7 novembre 2019. Lo proponiamo proprio in relazione a quanto scritto ieri su quello che dovrebbe essere il nuovo Contratto: credibile. partiamo da questo e vediamo quanto è stato applicato e quanto invece disatteso.
Si legge che la Commissione “
INVITA
il Consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana S.p.a. a:- precisare i tempi e le modalità dell'integrazione di RaiNews24, TGR, rainews.it e televideo in un'unica testata multipiattaforma operante in una Newsroom unica;
- specificare come si intende gestire la coesistenza tra Rai Parlamento, preservandone il ruolo e le funzioni, e il nuovo canale istituzionale, nonché i tempi e le modalità dell'integrazione diGR Parlamento e Rai Parlamento nella Newsroom unica;
- chiarire come si intende far fronte alla necessità, conseguente alle innovazioni tecnologiche previste dal piano, di nuove figure professionali nonché al ricollocamento delle risorseesistenti che risultano in eccesso in seguito alla razionalizzazione introdotta dal piano;
- chiarire come si intende gestire sul piano operativo il canale in lingua inglese, le modalità con le quali verrà organizzato e distribuito in tutto il mondo attraverso Rai Com, definendo i partner esterni coinvolti nella distribuzione nonché le risorse necessarie;
- chiarire le modalità di funzionamento della redazione digitale con un sito operativo 24/7 e il ruolo del cosiddetto giornalista digitale;
- con riferimento alle proiezioni economico-finanziarie del piano, fornire maggiori dettagli in merito alla sostenibilità finanziaria del piano medesimo, atteso che le risorse necessarie alla realizzazione delle iniziative ivi previste appaiono rilevanti, anche tenuto conto dell'incertezza legata alla misura del finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo con i ricavi derivanti dal canone;
- avviare una riflessione sulla maggiore internalizzazione della produzione nell'ottica del contenimento della spesa, ponendo le basi per un tetto alle produzioni esterne con una particolare attenzione alle situazioni di possibile conflitto di interessi;
- tramite le previste periodiche audizioni dell'Amministratore delegato fornire elementi informativi sullo stato di attuazione del piano industriale e sulle criticità incontrate, anche di ordine economico e finanziario, e riferire sull'attuazione di risoluzioni ed atti di indirizzo approvati dalla Commissione;
- valutare il decentramento di alcune direzioni di genere e la maggiore valorizzazione dei centri di produzione;
- valutare la realizzazione di una piattaforma digitale - unendo Raiplay con le produzioni di Rai fiction e Rai cinema - che diffonda contenuti originali a terzi, con particolare priorità per quelli italiani e di broadcaster nazionali, per essere concorrenziale, almeno a livello europeo,con piattaforme internazionali;
- dare attuazione all'impegno, previsto nel Contratto di servizio 2018-2022, per la valorizzazione dei format originali.
IMPEGNA
il
Consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana S.p.a. a:
- con riferimento alla Newsroom unificata nonché alla creazione di un'unica direzione di approfondimento informativo alla quale fanno capo tutti i talk, porre in essere ogni misura opportuna ed adeguata affinché l'accentramento delle funzioni editoriali non pregiudichi il pluralismo, a iniziare dal momento della selezione delle notizie fino a quello della presentazione delle stesse;
- in relazione alle nuove direzioni orizzontali, titolari di budget, e al conseguente accentramento decisionale sui contenuti, mettere in atto ogni misura volta ad impedire un appiattimento dell'offerta televisiva secondo un'unica sensibilità;
- adottare ogni misura opportuna ed adeguata volta ad evitare che l'introduzione di nuove direzioni, in aggiunta e non in sostituzione di quelle esistenti, possa determinare una sovrapposizione tra le diverse funzioni e un aggravamento dei costi;
- con riferimento alle proiezioni economico-finanziarie del piano relative ai ricavi pubblicitari, e in considerazione del procedimento avviato dall'Agcom con delibera n. 42/19/CONS del 7 febbraio 2019, porre particolare attenzione al rispetto dell'obbligo, previsto dall'articolo 25, comma 1, lett. s) del Contratto di servizio 2018-2022.
Ora, possiamo pure cavarcela con una battuta … chi ha avuto ha avuto e ‘scordammoce ‘o passato …. Oppure si, va bhè, tanto la vigilanza non conta nulla… però un Contratto è un Contratto e nel 2021 non si usa più come in Val Tiberina che basta una stretta di mano quando si scambia una damigiana di vino con un prosciutto per essere certi che esso venga rispettato. Se ci vogliamo divertire, cominciamo a discutere a partire dall’art. 1 del Contratto, cioè il suo “Oggetto del Contratto nazionale di servizio 1. Tenuto conto del complessivo quadro regolatorio, e in particolare dell’affidamento a Rai in esclusiva del servizio pubblico, ai sensi dell'articolo 45, comma 1, del TUSMAR, e dell’articolo 1, comma 2, della Convenzione tra il Ministero e la Rai di cui al D.P.C.M. del 28 aprile 2017, il presente Contratto ha per oggetto l’attività che la Rai svolge ai fini dell’espletamento del servizio pubblico e, in particolare, l’offerta radiofonica, televisiva, e multimediale diffusa attraverso le diverse piattaforme in tutte le modalità, l’impiego della capacità trasmissiva necessaria, la realizzazione dei contenuti editoriali, l’erogazione dei servizi tecnologici per la produzione e la trasmissione del segnale in tecnica analogica e digitale, la predisposizione e gestione dei sistemi di controllo e di monitoraggio”.
Adelante .. con juicio !!!
bloggorai@gmail.com
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