sabato 8 maggio 2021

Primavera

Visto il gran numero di lettori che oggi hanno puntato questo Blog nonostante non abbiamo scritto nulla, ci sentiamo in debito nei loro confronti.

Confessiamo subito. Siamo un tantinello invidiosi. Intendiamoci, si tratta di invidia buona, quella salutare, quella che induce a fare o essere migliori. Per il resto, è iniziata finalmente la primavera e gli alberi che hanno preso la gelata di una quindicina di giorni addietro si stanno riprendendo. Dall’alto della mia collina osservo la valle del Tevere e mi ricorda sempre quanta acqua scorre e nessuno ne ha memoria. Passa e basta.

                                                         Tramonto sulla valle del Tevere

Dunque, la piccola invidia che nutro in questo caso è per coloro che riescono a lasciare un segno più “tangibile”, più visibile per quanto scrivono. Il tema è solito e fors’anche banale: carta stampata o Rete? Chi mi conosce, sa che mi sono avvicinato al giornalismo con la radio, quando c’erano le cassette e, meglio ancora, quando si potevano fare le dirette dalle cabine telefoniche, con i gettoni (ne conservo ancora tanti). Non c’era carta e non c’era internet ma solo la voce e, purtroppo di quella non è rimasta pressoché traccia, non si recupera quasi più nulla. Dagli anni ’75 ai primi anni ’80 le radio erano lo strumento privilegiato della comunicazione cosiddetta “libera” e, come cantava Eugenio Finardi, la radio “Amo la radio perché arriva dalla gente … entra nelle case e ci parla direttamente… se una radio è libera ma libera veramente … piace anche di più perché libera la mente… Con la radio si può scrivere leggere o cucinare … non c'è da stare immobili seduti a guardare… forse è proprio quello che me la fa preferire … è che con la radio non si smette di pensare”. Dopo la radio, ho iniziato a scrivere su un modello di Olivetti elettrico (seppure possedevo e conservo ancora gelosamente la mitica Lettera 22) e inizia la fase dei “vincoli”: la lunghezza del pezzo e le battute dei titoli (un incubo, specie quando erano poche …tipo max 5X3). La gioia infinita si avvertiva quando si poteva spaziare con uno speciale (il mio più memorabile è stato sull’acqua, il vero petrolio del medio oriente). Di li a poco inizia l’era del web e, per quello che mi riguarda, della piccola invidia. Mi spiego: si tratta di quel semplice e gustoso piacere che si avverte quando hai tra le mani il pezzo che hai scritto, lo vedi stampato, senti il profumo dell’inchiostro che Internet non ti potrà mai dare. E poi, quel ritaglio di giornale lo puoi conservare, lo puoi mettere dentro una cartellina e ritrovare dopo molti anni e qualcuno dopo di noi lo potrà rileggere. Il Web questo non te lo consente. Si certo, potrai fare una ricerca con Google e se è andato in rete, da qualche parte lo ritrovi. Ma non è proprio la stessa cosa.

Tutta questa breve introduzione è servita per arrivare ad un lungo articolo comparso oggi su Il Foglio, con il titolo "Trame Italiane” e la firma di Andrea Minuz. Di questo sono leggermente invidioso: nella forma e nel merito. Nella forma perché anche su questo Blog non è possibile andare oltre una certa lunghezza del post perché sappiamo che molti lettori leggono con il cellulare o con il tablet e reggono fino ad un certo punto: solitamente una cartella e mezzo. Nel merito perché questo articolo di Minuz è scritto bene, lungo e complesso, racconta una storia, una narrazione delle vicende di questi giorni che attraversa la Rai ma è più un pretesto per scattare un’istantanea del Paese che non per meglio comprendere cosa succede. Però, meglio di un calcio sugli stinchi: tra pigrizie culturali, beghe di piccola politica per pochi intimi, difficoltà strutturale ad immaginare, ad essere curiosi, ad andare con lo sguardo oltre la siepe, va tutto bene. Vale la pena leggerlo: per chi ha difficoltà a reperirlo, basta chiedere.

Chiudiamo questa nota di fine pomeriggio di primavera. Si continua a leggere del totonomine sul prossimo vertice Rai, in particolare Ad e Presidente, la partita più importante. Solita fuffa. Ci interessa quella che riguarda la possibile candidatura di un interno Rai ed è giunta l’ora di uscire allo scoperto. Intanto, proponiamo un semplice gioco: confrontare i CV: dei vari nomi che circolano, sul sito Rai, a questo link, si trovano tutti: https://www.rai.it/trasparenza/Organizzazione-e-Risorse-Umane-88972b31-8d4c-49ba-bccf-c1cdf0f5d136.html .

Basta leggerli, confrontarli e fare una griglia con i tre criteri fondamentali di selezione:  autonomia dalla politica, capacità/esperienza/competenza e infine immediata operatività sui “dossier” più importanti. Facile no???

bloggorai@gmail.com

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