lunedì 13 maggio 2019

surreale

Proviamo ad immaginare la scena: durante la prima colazione si leggono i giornali e, zacchete, il biscottino con il caffè vanno di traverso. Cosa è successo? è successo che all'AD Rai gli tocca di leggere che la direttora di Rai Uno intende tagliare tre puntate da Fazio e lui non ne sapeva nulla. Ora, leggiamo noi, che lo stesso AD fa sapere "attraverso lo staff" (non direttamente !!!!) che sarebbe "molto irritato". Allora con ordine: ma la De Santis chi l'ha nominata (senza uno straccio di valutazione comparata con altri candidati, senza un criterio trasparente) ??? Poi, ora vorrebbe proporre i vicedirettori a Rai Uno: ma come, nella prospettiva dello scioglimento della rete come previsto dal Piano industriale, che senso ha? E, infine, come è possibile che lui, il capo azienda, venga a sapere dai giornali quello che succede nelle reti e nelle testate? ma si parlano tra loro, si scambiano idee, progetti, valutazioni? Ma il coordinamento palinsesto a chi riferisce e come decide? Di quanta autonomia gode? Insomma, a farla breve, il solito nominato e nominante "a sua insaputa" salvo poi, quando si tratta di decidere le mosse giuste al posto giusto sa fare bene tutto: vedi i suoi amici Matassino come DG e ora (candidato) Giannoti alla comunicazione.

Il bello è che si sente dire "lasciamolo lavorare e giudicheremo dal suo operato". Eccolo quì, meglio di così cosa altro gli si vuole richiedere?  di fare la prova del cuoco? di risolvere il cubo di Rubik in tre minuti? di aiutare una vecchietta a traversare il raccordo anulare nell'ora di punta?

Intendiamoci: da questo blog non una riga di solidarietà a Fazio. Non la merita, non perchè non porti a casa risultati di ascolto, ma perchè racchiude tutto ciò che in Rai non ha funzionato nel recente passato e continua a pesare negativamente sulla vita dell'Azienda. La colpa non è sua ma di chi lo ha imposto, di chi gli ha fatto quel contratto nefasto con quelle cifre, con chi ha gestito e gestisce il rapporto con gli agenti (un capitolo a parte !!!!)

Veniamo alle perle del sabato e domenica. Leggiamo su La Repubblica di ieri: "L'antifascimo oggi non ha più senso, è una caricatura" e lo sostiene il consigliere Giampaolo Rossi (in quota Fratelli d'Italia). L'Usigrai ha duramente e giustamente protestato. Da tenere a memoria per eventuali, future, possibili alleanze in Cda.  Come se non bastasse, la giornata si è riempita di una succosa intervista del consigliere in quota Lega, Igor De Blasio. Ci dice che in Rai il cambiamento non è avvenuto perchè non è stata introdotta una nuova narrativa (???) e poi perchè c'è uno stallo culturale e nella governance dell'Azienda, dove lavorano circa 3000 persone in più di quante ne sarebbero necessarie per rilanciarla. Detto da uno che dovrebbe gestirla, è tutto un programma. Chiude l'intervista con un monito: la sua fiducia a Salini a priori è finita. Anche lui ora valuterà i fatti volta per volta.

Chiude la carrellata dei consiglieri una perla di saggezza della Borioni, in quota PD: lei  di Fazio non sapeva niente come il resto del CdA e vorrebbe aprire il dibattito su cosa sa e cosa non sa il CdA. Da non credere: ma cosa ci stanno a fare in Consiglio? Possibile che non sanno mai nulla e quello che sanno lo vengono a scoprire solo dopo? Tempo addietro uscì un gustoso libretto dal titolo "SE le cose no le sai ... salle". In gergo si dice "a quelli non gli fanno vedere nemmeno le fotocopie": forse è proprio così. Segnalate la Coletti (quota M5S) a Chi l'ha visto. Si è persa nei corridoi di viale Mazzini.

Per finire: la perla progettuale di voler presentare il Piano Industriale con una kermesse con tanto di siparietto comico, speriamo vivamente, sia stata spazzata via e che possa prevalere il buon senso di cambiare rotta: il Piano è ancora al MISE e da nessuna parte è detto che ne possa uscire indenne (superfluo ricordare chi è a capo del Ministero). E' mai possibile che  a nessuno sia venuto in mente di chiamare prima, durante o dopo le forze sociali, sindacali, accademiche per dibattere cosa ne pensano, che idea hanno del futuro del Servizio Pubblico, come impiegare al meglio le risorse, il canone, come affrontare il tema della "narrazione sociale del Paese"? Evidentemente no, chiaramente no. Hanno paura della loro stessa ombra che un fresco vento di primavera potrebbe spazzare via. 
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