Ieri il Consiglio dei Ministri aveva all'ordine del giono un solo punto: "varie ed eventuali". Pari pari sembra essere quello che si intravvede il programma di lavoro dei prossimi giorni a Viale Mazzini: una manciata di nomine varie ed eventuali. Sulla solita bene informata ADN leggiamo che sono in calendario un mazzetto di vicediretori di varia natura, cultura e provenienza. Cominciamo da quest'ultima. Delle due l'una: le persone o mutano a seconda delle circostanze o sono sempre le stesse con il proprio DNA immutabile. Ci sono in giro, ai piani alti di Viale Mazzini, alcuni che nascono democristianissimi fino al midollo (e in virtù di questo hanno fatto le loro fortune) ed ora si viene a sapere che sono in "quota" Lega. Lo stesso si può dire di quanti hanno fatto carriere fulminanti all'ombra dell PD (PDS e prima PCI) ed ora, pure loro, compaiono in "quota" al M5S. Ci mancherebbe ... i tempi cambiano. Il tema è appunto questo: liberare la Rai dalla politica potrebbe significare anzitutto liberare la politica dai dirigenti del Servizio Pubblico pronti a cambiare opinione, schieramento e forse pure il tifo per la propria squadra di calcio (!) in cambio del certificato della propria esistenza in vita e conseguente nomina. Però, si obietta, da che parte si comincia? Con il solo, semplice, meccanismo che consente di sapere che se ti nomino in un certo ruolo, se ti affido una certa responsabilità, è solo perchè hai requisiti che lo giustificano e questi debbono essere chiari, trasparenti e verificabili e confrontabili con altri simili. Punto. Quando leggiamo che il candidato alla direzione Risorse Umane è "un tecnico dalle riconosciute capacità manageriali che piace anche al centrodestra" viene l'orticaria, anzitutto perchè è la seconda parte della frase che supporta la prima e non viceversa. Sarebbe a dire che la "tecnicalità, la professionalità" sono superiorti alla politica ... in Rai ??? fateci ridere. Orticaria !!! In Rai, dove pure gli ascensori fanno fortuna se appartengono ad una lobby o meno. L'interessante pezzo di ADN ci informa poi che sarebbe candidato alla Direzione Produzione Tv uno storico dirigente non in "quota" ma proprio in SPE con la Lega.
Delle nomine "fatte in casa" da Salini e da Foa non c'è da avere alcuna fiducia: finora hanno brillato per opacità, amici degli amici, auhmmm ...auhmmm (vedi il neo DG). Per non dire di Rai Way e del suo nuovo Presidente "di provata esperienza manageriale in quanto è stato DG Rai" è stato detto. O del candidato al nuovo Centro Studi.
All'inizio di questo blog ci eravamo promessi di non occuparci di persone (nei limiti del possibile). Allora torniamo sul tema Piano industriale e sulla sua esegesi: nessuno finora si è preso la briga di spiegare perchè questo nuovo fantasmico modello organizzativo sia migliore di quello precedente oppure di uno che, ad esempio, possa prevedere la "rimodulazione" delle reti e testate, intese come riduzione delle stesse come, peraltro, previsto dal Contratto di servizio. Nessuno si è preso la briga di spiegare se le risorse previste sono effettivamente adeguate agli impegni previsti. Nella testa di alcuni è ancora presente una idea curiosa, balzana: fare "RaiFlix". Magari lo facessero capire come, in che modo. In filologia, l'esegesi è l'interpretazione critica di testi finalizzata alla comprensione del loro significato. Attendiamo fiduciosi della capacità manageriale a spiegare, a condividere, a rendere pubblico. Forse hanno ragione quanti ritengono che il tetto agli stipendi sia ingiusto: chi è in grado di fare di meglio di quanto stanno facendo andrebbe pagato di più. Chiedere lumi all'AD di Rai Way.
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