Nei giorni scorsi hanno parlato sulla Rai rispettivamente prima Fico, poi Salini e infine Foa. Il primo tiene il punto sull'AD ( secondo lui "sta facendo bene... lasciamolo lavorare"), il secondo su Fazio ha dichiarato "lo consideriamo uno dei talenti televisivi in forza alla Rai" (pensa te!!!) e il terzo ha detto sempre su Fazio "il suo stipendio è molto elevato al di sopra di qualunque valutazione di merito sugli ascolti ... si pone un problema di opportunità". Appunto: opportunità, lo stesso principio che vale per Siri. Sarà la magistratura a decidere se è colpevole o meno, però l'opportunità vorrebbe che si facesse da parte, subito. Per Fazio analogo discorso: rispetto dei contratti, evitare penali, però intanto ... opportunamente, gli andrebbe data "una regolata". Lo vorremmo vedere il genio della tv su una rete privata commerciale a fare il 3-4% degli ascolti e poi ne parliamo. Va bhè ... riflessioni da lunedì mattina.
Come detto, giovedì è previsto il Cda di Viale Mazzini e sono attese nomine: Risorse Umane con Ventura, relazioni esterne con Giannotti, produzione con Ferrario sono le più rilevanti (fonte ADN e Dagospia). Tradotto in politichese: la Lega e la destra si acchiappa la polpa, il M5S l'osso come è avvenuto per il Mkt e palinsesto e DG. La fregola di fare subito queste nomine sarebbe dettata dalla geniale strategia di fissare subito qualche paletto prima che si abbatta la bufera sia di provenienza governativa, sia di provenienza elettorale: non si sa mai ragionano i fini strateghi del settimo piano, magari dopo cambia tutto. In questi casi, comunque, lo sport preferito dei momenti di "cambiamento" è il solito: che fine faranno Flussi, Parapini e Cecatto? al momento non è dato sapere e, per quanto sappiamo, potrebbe essere proprio la difficoltà a ricollocarli a mettere in stand by le possibili nomine di giovedì. Vedremo.
Una cosa importante però verrà discussa nel prossimo Cda: il Bilancio Sociale. Si tratta, come si legge nella lettera di presentazione firmata Salini e Foa di una " ...Dichiarazione non finanziaria 2018 vuole essere, quindi, sostanzialmente una fotografia di quanto Rai ha fatto nel corso del 2018 e sta facendo sul percorso della sostenibilità" in adempimento al "Decreto Legislativo 254/2016 e dal Contratto Nazionale di Servizio anche, e diremmo, soprattutto della consapevolezza del contributo che Rai Radiotelevisione italiana può dare allo sviluppo sostenibile dell’intero sistema paese, non solo sotto il profilo di argomenti quali la difesa dell’ambiente, il clima, il territorio, l’abusivismo edilizio, il ricorso energetico a fonti rinnovabili, ma anche su temi rilevanti quali i diritti umani, le pari opportunità, il contrasto a ogni forma di discriminazione, la tutela dei minori, o la gestione dei rischi e l’anticorruzione, per finire, con la sicurezza sul lavoro e l’attenzione allo sviluppo delle risorse umane e dei giovani." . Come al solito: un documento di tale rilevanza è il frutto di un lavoro segreto, oscuro, che, per quanto noto, non ha avuto nessuna sede di confronto e dibattito pubblico. Eppure, questa è la quintessenza del Servizio Pubblico. Nelle due pagine di presentazione del Bilancio non compare una sola volta il termine "coesione" sostituito da "sostenibilità" che non è proprio la stessa cosa, non si tratta proprio di sinonimi. Potrebbero essere termini complementari ma presupposto l'uno dell'altro. Omettere il primo a tutto vantaggio del secondo porta a leggere il documento e la logica che lo sottende in tutt'altra chiave. Su questo argomento di particolare interesse pag. 26, dove sono dettagliate le specifiche degli obblighi previsto dal CdS per Rai sul monitoraggio della coesione sociale e si legge: "Nel Qualitel l’indice di coesione sociale viene rilevato distintamente sulla programmazione televisiva e radiofonica e sintetizza le valuta- zioni del pubblico sulla capacità dell’offerta Rai di soddisfare i bisogni individuali e gli interessi di rilevanza pubblica. I valori ottenuti nel secondo semestre sono positivi e pari a: 7,5 per la programmazione televisiva; 7,1 per la programmazione radiofonica.". Ne parleremo ancora.
Infine: quel pasticciaccio brutto brutto di Via Novaro (non bastasse quello di Via Teulada di Rai Way). Ci sono mille buoni motivi per ritenere che il canale in lingua inglese sotto Rai Com non si debba fare ma tra questi uno convince più di altri: in una società di diritto "privato", ergo commerciale, le assunzioni del personale possono essere fatte a discrezione, in particolare quelle giornalistiche, cosa che non sarebbe possibile in Rai che è obbligata ad adempiere alle Leggi e ai Contratti. E' stato presentato un legittimo ricorso dai vincitori del concorso 2013 e idonei in graduatoria al 2015. Sui ricorsi siamo pessimisti, purtroppo: tra quelli annunciati, minacciati, non presentati, in preparazione etc etc etc ... vincono sempre loro, quelli che hanno torto, purtroppo.
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