Il “vuoto” allo stato naturale non esiste. Il “vuoto” non esiste
in laboratorio, non esiste nelle relazioni umane, il “vuoto” non esiste nello
spazio politico. Il “vuoto” non esiste dentro e intorno alla Rai. Il bicchiere
è sempre mezzo vuoto ma pure mezzo pieno.
Se pure qualcuno avesse intenzione di crearlo (ed abbiamo buone
ragioni per ritenere che ci sia) questo “vuoto” è strumentale, funzionale ad un
disegno che appare sempre più chiaro: diluire ii tempi di un lento e inesorabile
processo di marginalizzazione del Servizio Pubblico. Il 2027 è vicino, molto
vicino.
Come abbiamo scritto tante volte, anche stamattina non ci sono
notizie, non ci sono spunti di riflessione e dibattito, non c’è nulla, non c’è
niente. Eppure, ne siamo tutti convinti, ci sarebbe tanto, ci sarebbe molto. Eppure,
questo molto, questo tanto, non emerge. Perchè?
Perché, ad esempio, non emerge una riflessione su come la
Rai, l’informazione pubblica sta seguendo il tema della scomparsa di Papa Francesco?
Perché non si dibatte sul linguaggio, sulle immagini, sul racconto televisivo di
questa vicenda? Perché così poca attenzione alla storia “televisiva” di Papa
Francesco che, da ricordare, inizia con una sua forte “allergia” verso questo
strumento di comunicazione che pure dopo ha adoperato spesso e volentieri?
La sola nota che invece è emersa in questi giorni è stata
una dichiarazione di un consigliere (non facciamo più il nome per carità di Patria)
che si è lamentato del fatto che nella trasmissione di Vespa appena morto il Papa ci fossero soli
uomini. Vero. Peccato che il consigliere dimentica di ricordare che in Cda lui
e/o l’altro consigliere di “opposizione” occupano un posto che, come nei cda
precedenti, era riservato ad una donna. Peccato. Cosette … robetta.
Allora, consapevoli appunto che il “vuoto” non esiste
proponiamo una lista di “pieni” da tenere a mente, buono per i prossimi giorni
quando, in un modo p nell’altro, ce ne dovremo occupare.
Pieno n. 1. La Riforma. Al momento non esiste nulla che si possa
immaginare come tale. Le proposte depositate in commissione Senato (7) sono vecchie,
superate e per molti aspetti divisive. In un recente incontro dei partiti di opposizione
è stata espressa la volontà di riscrivere un testo condiviso. Al momento
nessuno sa nulla.
Pieno n. 2. La presidenza Rai. Al momento siamo a “carissimo amico
ti scrivo” ovvero al punto di partenza. Non risulta trattativa in corso. Forse,
pare, sembra, dicono che la maggioranza sarebbe disposta a mollare la Agnes. Appunto: Forse, pare, sembra, dicono. Di certo
e concreto non c’è nulla. Ma non c’è nulla nemmeno nel campo dell’opposizione: oltre
che dire “no alla Agnes” non sanno cosa altro dire.
Pieno n. 3. Sanremo. Il prossimo 22 maggio ci sarà l’udienza
al TAR della Liguria. Se va bene per la Rai saranno dolori. Se va male per la Rai
saranno dolori lo stesso. Ci sono in ballo tanti soldi e, per quanto è dato
sapere, non ci sono Piani B. Sanremo ultima spiaggia.
Pieno n. 4. Rai Way. Recentemente è stato sottoscritto un
MoU (Moemorandum of Understanding) senza impegno tra le parti. Ovvero:
parliamo, vediamo e vedremo. Il problema, as usual, è politico e la “politica”
al momento non sembra avere molta voglia di risolverlo. Al contrario, la “finanza”
(in particolare quella legata agli interessi della controparte Mediaset) vorrebbe
chiudere subito. Nel frattempo, il Piano Industriale Rai che doveva essere supportato
dalla vendita di una quota di Via Teulada langue e la Digital Media Company si
vede con il binocolo.
Pieno n. 5. Gli ascolti. Come Papa Francesco ha detto a suo
tempo rivolgendosi al “popolo Rai”: “Non bisogna inseguire gli ascolti a
scapito dei contenuti: si tratta piuttosto di costruire, attraverso la vostra
offerta, una domanda diffusa di qualità”. Gli ascolti Rai non vanno proprio bene:
nel day time da tempo ormai Rai è costantemente sotto Mediaset e solo in prime
time Rai Uno vince grazie al gioco dei “pacchi” (vedi articolo odierno di Italia Oggi).
Il problema sono i contenuti: cosa offre la Rai di meglio, di diverso e di più
rispetto alla concorrenza? Bene che vada (vedi prossimi palinsesti) un’offerta
povera e “anziana”. Prendete nota. Stiamo
lavorando su una riflessione a proposito di “Mare fuori”.
ps: interessante notare come il termine “sobrietà” usato dal
ministro Musumeci in occasione del 25 aprile ha bucato il muro politico mediatico. Sarà ancora più interessane
vedere come la Rai sarà “sobria” per questa occasione.
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