Sono giorni pieni, intensi, carichi di segni e significati
complessi da decifrare e mettere in ordine. La scomparsa di Papa Francesco e l’80 anniversario della Liberazione hanno messo in diretta relazione due mondi solo
apparentemente lontani: il Sacro e il profano. Il filo che li ha uniti è stata
la rilevante dimensione mediatica e segnatamente televisiva, più per la parte
relativa al Papa che non quella relativa al 25 aprile.
Questa mattina poi, per la cerimonia funebre di Papa
Francesco, si sommeranno ulteriormente le due dimensioni in occasione della
presenza dei numerosi capi di Stato e di Governo, tra i quali Trump e Zelensky.
Sarà forse inevitabile che buona parte dell’attenzione sarà rivolta alla
dimensione “politica” di queste presenze.
Ci sarà tempo e modo per capire, per riflettere con calma su
come la Rai, il Servizio Pubblico, ha “raccontato” questi giorni. Si tratta di un
argomento sul quale, finora, abbiamo letto poco o quasi nulla. Eppure, di spunti
meritevoli di attenzione ce ne sono stati molti. Finora il solo contributo
interessante lo ha proposto ieri il quotidiano Domani, con un articolo a firma
Alice Valeria Oliveri, con il titolo “Il Pontefice degli schermi. Pure
il video di Pasqua è cult”.
Mai nessuno però, finora, ha scritto una riga sull’informazione
pubblica se non quando si è trattato di evidenziare la prima serata speciale di
Bruno Vespa laddove ha invitato in studio 8 uomini. Poniamo alcuni
interrogativi. Ad esempio, il tema della “spettacolarizzazione” mediatica in termini
di tempo e di contenuti proposti quanto è stata più o meno adeguata o eccessiva?
Quanto è stata “coordinata” l’informazione sulle reti e testate Rai? Questa mattina
leggiamo un comunicato di protesta del Tg2 per la sovrapposizione dello “speciale”
tra i due Tg con buona pace della logica aziendale e del buon senso
giornalistico.
Poi, l’altra sera, nel corso del Tg1 abbiamo assistito ad un
servizio sul prossimo Conclave. Abbiamo avuto una forte e sgradevole
sensazione: che sia iniziato (e alimentato) una sorta di “fanta Conclave” con le
percentuali di possibile “vincita” di un candidato rispetto ad un altro. E certamente
non sarà irrilevante seguire quanta attenzione verrà dedicata ad uno dei
possibili “papabili”. Nella stessa edizione del Tg1, a seguire, un servizio sul
percorso stradale del corteo verso S. Maria Maggiore, dove Papa Francesco verrà
sepolto. Ci stiamo ancora chiedendo quale possa essere stato il senso giornalistico
di questo servizio. Ancora: spesso e volentieri sono stati proposti servizi sul
tema “sicurezza” con dovizia di particolari su quanti uomini e donne verranno
impiegati, su quanti “cecchini” verranno disposti sui tetti, sul “bazooka” anti
drone, sulla nave da guerra ormeggiata a Fiumicino, sui caccia dell’Aereonautica
pronti al decollo da Pratica di mare e, infine, sulla presenza di un nucleo
dell’Esercito NBC (Nucleare, Batteriologico e Chimico). Perché tanta enfasi su questo
aspetto?
Infine, chiudiamo con una notarella di piccole beghe interne
Rai. Ieri si è diffusa la notizia dell’uscita anticipata e consensuale di Andrea
Vianello, considerato uno degli ultimi “giapponesi” democratici dentro “questa”
Rai. Un consigliere (di cui non facciamo il nome per carità di Patria, tanto
ormai sanno tutti di chi parliamo) non ha perso l’occasione per dichiarare che
si tratta di una notizia “amara”. Mannaggia la miseria!!! Vianello è stato
nominato direttore di San Marino RTV dal 2023 e nessuno, per quella occasione,
ha avuto nulla da dire pur sapendo bene che si tratta di una specie di “cimitero
degli elefanti”. Vianello, si dimette da quell’incarico dopo 10 mesi e passa poi
alle dirette dipendenze dell’AD. Lasciamo perdere per un momento la rescissione
consensuale laddove si intende che lo stesso Vianello ha concordato volontariamente
la sua uscita e potrebbe anche avere avuto suoi buoni motivi. Ma il tema
vero sul quale tutti tacciono (e lo stesso consigliere brilla per meriti particolari)
non è tanto su chi esce ma su chi rimane e di cosa si dovranno occupare quelli che
ci sono (vedi Bloggorai dei giorni scorsi). Facciamo un esempio tanto per
capirci. Bloggorai è stato forse il solo ad occuparsi dell’uscita, pure
consensuale, di Stefano Ciccotti, attuale CTO Rai. Senza ombra di dubbio e senza
timore di smentite uno dei ruoli più rilevanti e strategici per il futuro dell’Azienda.
Eppure, nessuno si è degnato di sollevare un ciglio di attenzione su questo problema.
Tutt’ora non si sa nulla se, come e da chi verrà sostituito.
bloggorai@gmail.com
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