martedì 25 giugno 2024

RAI: ricatti, faccende complesse e soluzioni complicate


Foto di Gerd Altmann da Pixabay

càos (ant. cao; pop. càosse e ant. caòsse) s. m. [dal lat. chaos, gr. χάος «essere aperto, spalancato»; cfr. χάσμα «voragine»]. – 1. Nelle antiche cosmologie greche, il complesso degli elementi materiali senza ordine che preesiste al κόσμος, cioè all’universo ordinato. 2. fig. Grande disordine, confusione, di cose o anche d’idee, di sentimenti. Treccani

Ieri ci ha colpito questo termine. Forse è ragionevole comprendere cosa si intende quando si scrive caos dentro e intorno alla RAI.  Siamo nel pieno della turbolenza e non è facile venirne a capo su come e quando si potrà uscirne.

Cerchiamo di mettere in ordine un paio di faccende.

Faccenda n. 1: il canone. Lo è stato negli ultimi anni e lo è oggi ancora di più: un banale e violento strumento di ricatto anzitutto sulle trattative in corso per il prossimo Cda e poi  sul futuro della RAI. Piccolo passo indietro. Un anno addietro, esattamente a luglio, il Ministro Giorgetti in Vigilanza RAI rilasciò dichiarazioni importanti:  “pluralità di ipotesi di riforma del canone Rai allo studio … Nel medio periodo  va aperta una riflessione sul pagamento del canone, attualmente legato al presunto possesso di un apparecchio televisivo … è, comunque, necessario interrogarsi su nuovi possibili modelli di finanziamento del servizio pubblico”. Pochi mesi prima, aprile, il suo partito Lega, ha presentato al Senato un DdL con il quale si prevede la riduzione progressiva del 20% anno fino alla sua completa eliminazione. Pochi mesi dopo, novembre, a sorpresa (anche di Viale Mazzini) il canone viene ridotto di 20 euro. Inizialmente venne ipotizzato per i tre anni successivi, poi limitato ad un solo anno, ovvero il solo 2024 senza alcuna certezza di rinnovo del compenso di 430 mln prelevati dalla fiscalità generale. Nei giorni scorsi, solo il quotidiano La Repubblica titola: “La manovra "selettiva" addio pensioni anticipate e sconto sul canone Rai”. Del tutto evidente che una minaccia del genere grava pesantemente sulle trattative in corso e pone una seria ipoteca sui prossimi tempi a venire per il nuovo Cda. 
Tutto questo nel mentre e nel quando, dentro e fuori la maggioranza, infuria la lite sui posti in Cda dove la Lega vorrebbe “qualcosa in più”  di un semplice consigliere. Non avrebbe scomodato un nome pesante come Marano solo per un posticino in Cda. Un ragionamento analogo viene fatto anche da altre parti.

Faccenda n. 2: RaiWay. Nei prossimi si riunisce il Cda Rai per “aggiornamenti” sul dossier delle torri. Nessuno sa nulla per il semplice fatto che nessuno può sapere nulla. Non è tautologia ma banale constatazione: nessuno ha le idee chiare su cosa è possibile e cosa è necessario. Lo scontro in corso tra le due “anime” non è risolto e non è verosimile che lo si possa risolvere in tempi brevi, almeno fin quando il nuovo Cda verrà insediato. Riassumiamo: da un lato ci sono i “venditori subito” (ovvero parte del vertice RAI) cioè coloro che vogliono portare in cassa subito i 190 mln previsti dal Piano industriale senza i quali, semplicemente, non parte. Dalla parte opposta, ovvero Palazzo Chigi in ottima compagnia dei “fondi azionari” che vedono questa ipotesi come il fumo agli occhi. Da ricordare sempre Giorgetti quando lo scorso gennaio espose il suo piano di “privatizzazioni” dove, in qualche modo, rientra il recente DPCM con il quale si autorizza la riduzione fino al 30% del capitale Rai sulla quotata di Via Teulada. Non se ne esce facilmente e non prima di quanto alcuni auspicano. In un certo senso, anche Rai Way è uno strumento di ricatto.

C'è poi un altro ricatto sottile e perfido in corso tutto dentro Viale Mazzini non meno rilevante e destinato a pesare nelle trattative in corso. Ve ne parleremo in altro momento.

Se non sono chiari i termini di queste due “faccende”, i loro possibili sviluppi e il contesto entro il quale si svolgono, difficile comprendere la “madre” di tutte le altre faccende: il nuovo Cda di Viale Mazzini che dovrà governare l’Azienda per i prossimi tre anni. Ieri l’ANSA e oggi il Tempo riprendono bene un punto fermo: “RAI … c’è l’incognita del ricorso al Consiglio di Stato” previsto il 4 luglio. Come stanno le cose? Apparentemente in modo semplice: per quanto si è letto da mesi, il governo intenderebbe piazzare due persone di sua fiducia, Rossi e Agnes, come AD e presidente in più un paio di consiglieri, ad esempio Falcone per FdI e uno tra Marano o Casarin per la Lega. Il M5S sembra incardinato su una sua scelta preconfezionata senza aver espresso un filo di pensiero sul merito del ricorso (costituzionalità, MFA e leggi ordinarie). Il PD e AVS tacciono e, per quanto si legge, alcuni brigano senza ancora peraltro esprimersi compiutamente e apertamente sul merito e le ragioni del ricorso. In subordine, ma nemmeno poi tanto, c'è la partita del DG che, seppure non previsto dalla Legge 220, fa gola a molti. 

L’esito dell’udienza al Consiglio di Stato sarà cruciale: in ogni modo aver posto le ragioni del ricorso nel suo ambito, il “giudice a Berlino”, e averle rese patrimonio pubblico si può ritenere un piccolo successo. Saranno altri a doverne tenere adeguatamente il debito conto. Il ricorso non ha “colore” e non è “contro” ma è finalizzato semplicemente a porre al centro del problema l’interesse comune di “destra, di centro e di sinistra” alla tutela del bene pubblico, quale che esso sia.

Ora però, sostanzialmente le cose potrebbero essere alquanto più complesse. Bloggorai perderà molte scommesse ma si ostina a ritenere che non tutto ciò che è noto verrà realizzato e non tutto ciò che si è letto verrà poi scritto. A partire dal punto principale: l’AD e, a seguire, sulla presidenza Agnes che forse è il tassello più delicato delle trattative in corso perché, necessariamente, non suscettibile di colpi di mano. Si tratta di un boccone prelibato al quel molti puntano.

Si aggiunga, infine, che il prossimo 19 luglio è prevista la presentazione dei palinsesti a Napoli, un tassello molto delicato in capo al nuovo Cda: da chi verranno presentati? Questa mattina poi si dovrebbero riunire le Capigruppo di Senato e Camera dove è verosimile un colpo di mano e calendarizzare subito il voto, forse anche prima del 4 luglio, per i quattro componenti del Cda di loro spettanza. La partita è in pieno svolgimento dove tutto possibile: come un gol all’ultimo minuto, come ieri sera. Il campionato continua.

bloggorai@gmail.com

 

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