mercoledì 19 giugno 2024

Bloggorai giovane: i democratici in piazza e la RAI


Giovane! Ieri tardo pomeriggio Bloggorai è tornato improvvisamente giovane! 
È successo che, dopo tanto tempo, è tornato in piazza, a manifestare “contro” questo Governo e le sue nefandezze in un novello spirito di “unità” dei progressisti acclamata gran voce da tutta la piazza. Se non che, appena arrivato a Piazza S. Apostoli, ho notato subito due elementi: il primo è che la piazza è stata “ridotta” della metà e il secondo, immediatamente e facilmente evidente, è stata la constatazione dell’età media dei presenti. A giro d’occhio, non c’era una persona una che era o sembrava più giovane del sottoscritto che pure non è un fanciullo. A giro d’occhio, non c’era un giovane nemmeno per sbaglio (ad un certo punto è arrivato mio figlio – 30 anni – con i suoi amici che hanno ribassato la media). Perché? Cosa è successo? I temi del premierato, e dell’autonomia differenziata non gli interessano? Qualcosa non torna e non torna in primo luogo la constatazione che questo tema non sembra essere avvertito come grave. Come ancora non è stato sufficientemente elaborata la gravità del “lutto elettorale” delle astensioni alle europee, salvate pure per la concomitanza con le amministrative senza le quali è verosimile supporre che il risultato sarebbe stato ancora più disastroso.

Torniamo alla domanda: perché i “giovani”, seppure simbolicamente, ieri non erano in piazza mentre invece le hanno riempite su temi come il no agli armamenti e per la pace, sui diritti civili, sugli immigrati? La domanda è ancora più vasta: quanti, cosa  e chi hanno votato i “giovani”? Ancora non si trova molta letteratura sull’argomento. Sulla radici del’astensionismo abbiamo riportato un articolo interessante su il Sole 24 ore del 10 giugno a firma Roberto D’Alimonte dove si legge che “L’astensionismo è il risultato di un processo di lungo periodo in cui si intrecciano fattori demografici, istituzionali, culturali e strettamente politici. C’entra il ricambio generazionale, c’entra la secolarizzazione, c’entra l’indebolimento dei partiti, la sensazione sempre più diffusa che le elezioni non servono a produrre quel cambiamento che gli elettori chiedono”. La “variante giovani” è ormai determinante:  qualifica e certifica la politica nella sua essenza primaria. Ci viene la curiosità di sapere quante volte è stato pronunciato questo termine ieri in piazza S. Apostoli.

 

Secondo il recentissimo report del CISE –Luiss “Chi ha votato chi? Gruppi sociali e voto” risulta che

“Guardando poi il profilo generazionale dei diversi partiti,
– M5S più forte nelle fasce centrali, specie 30-44 e 55-64;
– AVS nettamente più forte tra i giovani (18-29 e 30-44);
– PD al massimo tra over 65, forte anche tra giovani (18-29 e 30-44): primo partito pari con FdI;
– Azione e Stati Uniti d’Europa concentrati tra i giovanissimi (18-29);
– FI nettamente più forte tra i 45-54;
– FdI al massimo tra i 45-54, ma molto forte anche nelle classi più anziane;
– Lega più forte tra i più anziani, ma anche tra i 30-44.

Vengono in mente due riflessioni. La prima riguarda la fiducia nei partiti, la loro credibilità storica. La seconda la RAI. Per la prima non si può non ricordare che il tema del “premierato”, una specie di idea di “uomo solo al comando”, nell’era moderna (1997) si riconduce al centro sinistra ed esattamente al Testo A della ben nota Commissione D’Alema dove il concetto di premierato forte era stato sollevato come alternativa al semipresidenzialismo (Testo B). Per quanto poi riguarda la RAI, non si può dimenticare la proposta di Veltroni (2007) quando voleva abolire il Cda Rai e, per primo, propose la nomina di un “amministratore unico”. Dal che, il passo all’Amministratore Delegato di renziana memoria e della Legge che lo ha istituito, il passo è stato breve, brevissimo. 

Ricolleghiamo l’osservazione di cui sopra ancora con la RAI: è utile riproporre quanto abbiamo già scritto più volte “ogni telespettatore che lascia questo Paese è un telespettatore Rai e ogni telespettatore che nasce non vede la RAI”. E' sufficiente prendere gli ultimi dati Auditel Total Audience: il 56% ha oltre 65 anni e il 20% tra i 55 e i 64 mentre solo il 7% ha tra i 15 e i 34 anni. Attenzione: questi dati sono in crescita costante.

Bene, chiudiamo con l’ennesima constatazione sulle notizie che riguardano la RAI. ma come è possibile che buona parte della stampa ripete a ritornello la storia Rossi AD e Agnes Presidente prima ancora ch i giochi siano nemmeno iniziati, dentro e fuori (anzitutto fuori) la RAI e tra la maggioranza e l’opposizione? E se mai ci fosse un Giudice a Berlino e volesse applicare il MFA? E se mai il PD volesse un Presidente di Garanzia (ad es. Di Bella)??? E se mai AVS volesse un consigliere (ad es. Natale)??? E se mai il M5S rimanesse fuori dai giochi? E se mai … e se mai ???

bloggorai@gmail.com   

 

Nessun commento:

Posta un commento