Limitiamoci a casa nostra. La vittoria della Meloni è un duro colpo per il futuro della RAI. Se prima del 9 giugno la situazione era già preoccupante, ora le prospettive sono decisamente peggiorate.
Veniamo al dunque. C'è una possibilità di intralciare il cammino dei lupi. Oggi una “riforma” della Rai è possibile, è sul tavolo, immediata e fattuale ed è il ricorso avverso alla procedura di nomina dei nuovi componenti del Cda di Viale Mazzini. Se dovesse venire accolto, questo potrebbe essere una pietra miliare sulla riforma immediata della RAI per quanto potrà essere in grado di sottrarre il Servizio Pubblico dalla presa del governo anzitutto dei partiti poi. Ribadiamo la domanda una volta per tutte: il PD e la Schlein, il M5S di Conte, AVS di Bonelli e Fratoianni sostengono, condividono la logica, il merito, i contenuti del ricorso e, di conseguenza, si impegnano a NON fare uscire i nomi dal cilindro di accordi sottobanco o no? Sostengono,condividono quanto richiesto dal MFA sull’adozione di criteri aperti trasparenti e non discriminatori o no??? Questa domanda è dirimente, fondamentale e urgente. Procedere alla nomina dei nuovi consiglieri con i vecchi criteri della Legge Renzi potrebbe essere un colpo fatale. Il Governo, la Meloni uscita rafforzata dall’esito elettorale potrebbe voler stringere i tempi e l’opposizione invece che intende fare?
Mettiamo poi alcuni punti fermi:
A - Contratto di Servizio e Piano industriale erano e sono indirizzati verso un futuro incerto almeno per il semplice fatto di non godere di alcuna copertura economica certa e garantita (per il resto abbiamo scritto abbondantemente). Oggi su Repubblica si legge “Italiani in crisi, calano le entrate da canone” e si riportano i dati dell’ultimo bilancio dove mancano circa 40 mln da evasione. A questo si aggiunge la nota riduzione a 70 euro compensata con 430 mln ancora incerti per il prossimo anno mentre rimane la minaccia (Lega) della sua progressiva riduzione fino all’azzeramento. Questa la mina più minacciosa per il futuro dell’Azienda.
B - Riforma della governance e rinnovo della concessione. Quando non ci sono idee chiare, quando non si sa bene cosa fare si dice in genere “facciamo un gruppo di lavoro” e per la RAI si semplifica e si dice “facciamo la riforma della governance” (ieri sera la Schlein). Si tratta di una proposizione logora e impraticabile. Logora perché sono anni, ormai quasi un decennio, che se parla (sette – 7 - proposte giacciono polverose nei cassetti) e pure quando si poteva non si è voluta fare. Poi perché confuse e fors’anche dannose alcune idee che girano (la fondazione). Infine impraticabile per il semplice motivo che per fare una riforma del genere ci vuole una maggioranza parlamentare che non esiste ora e abbiamo forti dubbi che potrà esistere nei prossimi anni. Arriviamo giust’appunto al rinnovo della Concessione, nel 2027, che sarà il punto di svolta dove si deciderà cosa potrà e dovrà essere il Servizio Pubblico Radiotelevisivo. Qualcuno ricorda la frase “facciamo gli Stati Generali” della RAI ???
C – la “riforma della RAI” non la vuole concretamente nessuno. Certo non la vuole il Governo: avete mai sentito dire da Giorgetti, da Urso o da qualche altro esponente della destra che vogliono riformare la governance della RAI? MAI !!! A loro sta benissimo così, anzi. Al diretto concorrente Mediaset meglio mi sento: a leggere le dichiarazioni di Berlusconi J. una RAI debole è pane per i loro denti affamati di pubblicità. Agli altri partiti di opposizione il tema è solo un girare intorno ad una foglia di rosmarino: non si sa da che parte iniziare e seppure si sapesse non si sa con chi farla e quando.
Chiudiamo con un dettaglio che la dice lunga: nei giorni scorsi, come noto, l’AD Sergio ha rilasciato dichiarazioni inquietanti tra le quali una a nostro giudizio non deve essere sottaciuta: “Non c’è problema: Rossi sarà AD ed io DG”. Ovvero, un amministratore uscente, si permette di dichiarare chi potrà essere il nuovo AD prima ancora che lo faccia il governo e chi sarà il DG prima ancora che lo nomini il prossimo Cda. Tra l’altro, consapevole che il candidato AD avrebbe fatto già sapere indiscrezioni sul fatto che non gradirebbe avere al suo fianco un “aiutante” e, chissà, forse proprio per questo si è lanciato in queste intemerate dichiarazioni. Qualcuno però su questo tema tace.
Ieri vi abbiamo riferito della ipotesi “cappotto 3 a 1”. Ne abbiamo già parlato però, alla luce dei risultati la abbiamo riverificata e la riteniamo ancora più plausibile. Lo schema è semplice: AD al Governo, il/la Presidente all’opposizione, tre consiglieri sempre di governo e uno all’opposizione (in più, a parte quello dei dipendenti). PD e M5S si dovrebbero spartire 2 posti? Chi prende cosa? Se voi foste il PD, visti i risultati di ieri, cosa chiedereste? Un posto da consigliere o la presidenza? Da non dimenticare MAI che per questa carica occorre una maggioranza in Vigilanza RAI che il Governo NON ha ed è giocoforza che qualcuno accorra in suo aiuto. Chi sarà?
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ps. Ieri un boom di lettori
inatteso. Grazie!!!
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