lunedì 3 giugno 2024

RAI: incubi e fantasmi al VII piano di Viale Mazzini (e non solo)

Foto di Albert-Paul da Pixabay

Non si dormono sonni tranquilli a Viale Mazzini. Visioni minacciose, incubi, nervosismo si aggirano come fantasmi tra il VII e qualche piano sottostante. E ne hanno buon conto.

Incubo n. 1: cosa succederà per il prossimo Cda? Chi rimane e chi se ne andrà? Come verrà nominato? A bocce ferme, è verosimile che il Parlamento potrà procedere alle nomine di sua competenza (quattro consiglieri) non appena stabilizzati i risultati elettorali europei e stabilito il “peso” di ogni partito, di maggioranza e opposizione. È verosimile ma non scontato. Possono succedere tante cose e le vedremo. Nel frattempo, come già avvenuto il Cda è in prorogatio fintanto che non si insedierà il nuovo.

Ne consegue che i principali inquilini del VII piano non sanno ancora bene quale potrà essere il loro destino. Cominciamo dall’AD. Rossi rimane … Rossi NON rimane. Banalmente evidente che l’incognita determina gli equilibri interni attuali e prossimi venturi. Chi si schiera con chi? Chi trama e chi complotta? Molti hanno mangiato la foglia che la sicumera di cui si è tanto letto della sua riconferma si potrà rivelare una bolla di sapone. Da mesi, infatti, si legge che Palazzo Chigi potrebbe avere tutt’altre intenzioni, rivolte all’interno RAI come pure all’esterno con la scelta di un “manager” di area destra destra (girano nomi). E Sergio rimane a guardare, torna a dirigere la Radio? Manco per sogno, non ci pensa proprio dicono in molti ragionando pure per il sostegno politico di cui certamente gode, interno ed esterno alla RAI. Il suo sguardo è binario: da un lato potrebbe essere un piano di permanenza al VII piano con un ruolo tutto ancora da definire (nulla escluso) mentre dall’altro si fantastica su una compensazione con un prestigioso incarico esterno come “ricompensa” del buon lavoro svolto come scaldaposto a Rossi.

Altri discorsi per i consiglieri: tutti sembrano in discussione meno uno del quale si è letto spesso e volentieri sulla sua riconferma. Provate ad indovinare chi potrà mai essere.  Rimane un incubo per l’intera azienda che, a metà anno, si trova allo sbando. Sarebbe sufficiente ammettere chiaro e tondo che nominare un Cda con i vecchi criteri prima o poi troverà un muro sul quale prendere una musata e allora tanto vale applicare subito l’MFA.  

L’incubo CdA RAI si completa rileggendo quanto pubblicato sul Fatto di sabato scorso dove si legge che il Governo non ha alcuna intenzione di applicare quanto previsto dal MFA perché ritiene che la normativa (la Legge 220 del 2015) sia conforme ai vincoli posti dalla normativa europea. Si tratta di una mera affermazione apodittica, a mala pena sufficiente a reggere un ragionamento esile come una foglia di rosmarino. Questa posizione, come ha scritto il Fatto, dovrebbe essere ricavata da semplice fonte governativa (documento che “... il Dipartimento per l'Informazione e l'editoria di Palazzo Chigi ha inviato il 16 maggio alla commissione Politiche europee del Senato per aggiornarla sullo stato del negoziato a Bruxelles e sull'iter del regolamento” ma c’è chi non esclude la presenza di una “manina” ispiratrice che si è mossa da Viale Mazzini.  

Incubo n. 2: la transizione al DVB-T2. Come abbiamo più volte scritto, entro la fine di agosto di dovrebbe applicare quanto previsto dall’art.15 del nuovo Contratto di Servizio sul MUX RAI. Ancora nessuno ha detto in modo chiaro quanti apparati televisivi, quante famiglie, quanti telespettatori saranno convolti e quanti invece rimarranno esclusi. Il solo punto fermo che abbiamo è la lettera di Ciccotti dello scorso 27 settembre dove si sollevava il problema al quale nessuno ha mai risposto.  Sarà una bolla di sapone, come sostengono alcuni, o cadrà un meteorite sugli ascolti? Ancora non è del tutto chiaro poi cosa ci andrà dentro al MUX.  

Incubo n. 3: i conti in tasca. A metà anno ancora nessuno è in grado di sapere quale sarà l’importo e come e quando verrà riscosso il canone. L’ultima legge finanziaria ha posto la sua riduzione e la compensazione con 430 mln prelevati dalla fiscalità generale e ma si è limitata all’anno corrente. Dopo di che il buio. Un po’ poco per andare avanti e consentire al nuovo CdA di svegliarsi con qualche certezza economica. Gli amministratori attuali, comprensibili, potrebbero non avere tanto entusiasmo ad occuparsi di un tema che potrebbe pure non riguardarli. Ci rendiamo conto, ci rendiamo conto …

Incubo n. 4: l’amianto a Viale Mazzini. Per alcuni potrebbe essere l’incubo peggiore. I PM di Roma nei giorni scorsi hanno aperto un fascicolo per omicidio colposo a seguito della morte di un ex collega, Mariusz Marian Sodkiewicz, che a suo tempo denunciò la presenza di amianto nel palazzo. Ora c’è chi teme che si possa arrivare ad un provvedimento cautelativo con il quale si impone la chiusura del palazzo. Un vero incubo.  

E pensare che siamo solo alla vigilia delle europee.

bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento