mercoledì 26 giugno 2024

RAI: il "caos" del giorno prima e la normalità del giorno dopo

Foto di Elisa da Pixabay

 A che punto è il “caos” della RAI? Discreto … adelante con juicio! 
Mettetevi comodi: quanto scriviamo sarà utile per i prossimi giorni.

Allora, è successo che ieri la conferenza dei capigruppo  alla Camera NON ha messo in calendario la votazione dei consiglieri RAI di sua pertinenza. Salvo improbabile colpo di scena dove il Senato potrebbe decidere il contrario, arriviamo al prossimo 4 luglio quando si pronuncerà il Consiglio di Stato sul ricorso.

Cosa è stato richiesto al Consiglio? Sostanzialmente si richiede “… l'annullamento e l’integrale riforma dell’ordinanza del TAR Lazio ...con la quale è stata respinta l’istanza cautelare di sospensione dell’efficacia dei seguenti provvedimenti impugnati…”. Ovvero, si richiede di sospendere le procedure di nomina dei quattro nuovi consiglieri così come prevede la Legge 220 del 2015 laddove il TAR ha deciso di andare in udienza di merito il prossimo 23 ottobre. Questa data però avrebbe reso possibile, nel frattempo, di consentire il proseguimento della procedura di nomina da parte di Camera e Senato e, di conseguenza, impedito che si “ … proceda alla designazione dei due componenti del consiglio di amministrazione di RAI – Radiotelevisione Italiana s.p.a. mediante una procedura trasparente e tale da selezionare i candidati sulla base della loro competenza”. Principio ovviamente universale.

Il Consiglio di Stato, sostanzialmente, è chiamato ad intervenire  con “Solo un provvedimento cautelare può garantire che la decisione del merito del ricorso da parte del TAR Lazio possa avvenire re adhuc integra (questione non ancora compromessa), stante il fatto che è imminente la nomina dei componenti da parte della camera dei deputati”. La richiesta al Consiglio è quindi di “ … riformare nei limiti di cui in narrativa l’ordinanza del TAR Lazio n. 2250 del 2024 e comunque, per l’effetto, concedere la sospensione dei provvedimenti impugnati in primo grado e/o ogni altra misura cautelare provvisoria che appaia idonea ad assicurare la tutela dei ricorrenti, ove del caso con contestuale anticipazione dell’udienza di merito fissata dal TAR Lazio per il 23 ottobre 2024”.

Cosa potrà succedere? A - Il CdS potrà accogliere integralmente la richiesta e pronunciarsi in termini di sospendere immediatamente la procedura di nomina e ordinare al TAR di anticipare l’udienza di merito. B – Non sospendere e ordinare al TAR di anticipare udienza. C – confermare l’udienza del 23 ottobre.

Questo da un punto di vista strettamente giuridico. Ora però necessario rivolgere lo sguardo al versante politico. Oggi il Messaggero pubblica un articolo interessante dove si rivelano dettagli significativi. Il primo è nel titolo e riporta quanto Bloggorai ha già scritto da giorni: c’è forte tensione tra Lega e i suoi alleati. Salvini, Giorgetti &C non mollano l’osso e non hanno alcuna intenzione di fare lo scalda posto ad altri. La “clava” canone è agitata sapientemente. Al netto di quanto a molti (quasi tutti in verità) vogliono credere sul fatto che la Meloni ha messo la sua unica fiches su Rossi, cosa che a Bloggorai non risulta pienamente, la partita è ancora tutta aperta e dagli esiti per nulla scontati: le trattative multi-bi-trilaterali fervono ma ancora non sono giunte al punto decisivo. Seppure fosse vero lo schema Rossi AD mancano da sistemare due pedine strategiche: il/la presidente e il DG. Per la prima poltrona c’è in ballo un sottilissimo equilibrio tra maggioranza e opposizione: il PD potrebbe chiedere quel posto, erroneamente definito “di garanzia”. Ma lo stesso posto potrebbe essere rivendicato da FI con la Agnes, di cui si scrive da mesi, e dalla stessa Lega. Quale che sia il soggetto che potrebbe spuntarla, dovrà passare le forche caudine della Vigilanza che si dovrà esprimere con 28 voti su 42, ovvero il Governo dovrà patteggiare con altri partiti per avere la maggioranza. Come noto, quando si mercanteggia, si deve dare qualcosa in cambio di qualcosa.

Partita molto più complessa per quanto riguarda il DG. Sebbene la figura si di dubbia legittimità in quanto abolita dalla Legge 220 del 2015, è molto ambita perché, di fatto, si configura come una sorta di “vice AD” proprio come, di fatto, è avvenuto con gli attuali Sergio/Rossi. A Viale Mazzini sono in tanti a puntare su quella sedia. Il primo, formalmente, sarebbe lo stesso Sergio, come lui stesso si è autoproclamato. Apparenza. Solo apparenza perché sono molti a credere che il personaggio non sia affatto disposto a tornare cardinale dopo essere stato papa. Poi c’è una bizzarra e controversa compagnia di giro composta, grosso modo, da una sfilza di nomi più o meno candidabili: il Messaggero di oggi ne cita alcuni ovvero Felice Ventura, Marco Brancadoro e Marcello Ciannamea (in quota Lega ma dove insiste pure Marano e il giornale però, curiosamente, non lo cita). A Bloggorai risultano altri nomi “interessanti” o “interessati: Pasciucco e Claudio. Il candidato di governo in pectore, Rossi, potrebbe aver mangiato la foglia e di avere un “vice” magari pure scomodo non ci pensa proprio e allora o fa muro o accetta una figura “morbida”. Non ne mancano, basta scegliere. Come avverrà la scelta? Facile ... molto facile: rileggete i post dei giorni scorsi a partire da dove verrà “sistemato “ Sergio e finire come si concluderanno le trattative alche esterne alla RAI.

Bene. Allora cosa succederà dopo il 4 luglio? Ieri sono circolate alcune “idee”. La prima ha visto emergere la possibilità che si proceda rapidamente alla nomina e considerare questo prossimo Cda come “balneare” ovvero incaricato di reggere fino alla nuova Legge che poi li sostituirà. Balla colossale. Non esiste un meccanismo di revoca e una nuova Legge richiede anni. Altra ipotesi: il “commissario regente”. Altra balla colossale: non esiste questa figura giuridica se per quanto previsto dalle fattispecie del Codice civile e, per quanto noto, non è il caso RAI. Rimane solo una ipotesi: la prosecutio di questo Cda fintanto che non si trovi una adeguata e idonea soluzione, come appunto richiesto dal ricorso al Consiglio di Stato.

Bloggorai accetta scommesse.

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