martedì 15 novembre 2022

Rai: le dita negli occhi

Foto di Alexandr Ivanov da Pixabay

La luce e le tenebre. Questi gli estremi sul dibattito a proposito del canone Rai. Qualcuno  festeggia ed altri si sono incazzati come bisce. Breve riassunto: il tema della modalità di riscossione del canone con modalità diversa da quella in bolletta è da tempo in discussione. Ieri con un comunicato congiunto tra tutti i sindacati Rai si chiedeva un incontro urgente al ministro Giorgetti per affrontare la sua drammatica ed urgente criticità. Per tutta risposta, nel breve giro di poche ore, il MEF diffonde un comunicato dove  si sostiene che non si rilevano criticità dal punto di vista della concorrenza nel mercato dell’energia. Per ora, solo per ora, il canone 2023 potrebbe essere salvo. Forse.

Necessario un piccolo passo indietro: a maggio dello scorso anno qualcuno si accorge dell’esistenza di un documento, datato esattamente 17 febbraio 2021, proposto dalla Commissione Europea che, peraltro, risale all’anno precedente, con il titolo “European barriers in retail energy markets” (vedi https://energy.ec.europa.eu/european-barriers-retail-energy-markets_en ) . Già a pag. 12 si legge “Key barriers specific to Italy – Obbligation to collect tariffs unrelated energy on behalf of others”. Chiaro e tondo: se sappiamo interpretare bene significa che si dovrà eliminare, in primo luogo,  per i soggetti gestori di fornitore elettriche, questa “barriera” alla libera concorrenza nel mercato. Il documento non cita mai il canone Rai, of course, ma il sottinteso è alquanto evidente come lo è il fatto che questa “interpretazione” estensiva sia stata aggiunta da qualche manina nostrana direttamente interessata . Una manna per i lobbisti del settore: non gli par vero di fare apparire la bolletta elettrica più “leggera” di quanto non lo sia veramente. Per il Servizio pubblico, invece, una tragedia imminente per il possibile ritorno all’evasione del canone stimato intorno al 30%, pari all’epoca pre bolletta.  

Di questo documento quasi nessuno se ne accorge e men che meno a Viale Mazzini dove cascano dall’albero del pero. Arriva Draghi e il PNRR con i rispettivi vincoli e, giocoforza, anche questo sulla concorrenza si dovrà pur rispettare: ce lo chiede l’Europa. SuperMario mangia la foglia e capisce che si tratta di una grana grossa come una forma di parmigiano e si dimentica di scriverla nella sua Agenda: ci penserà chi verrà dopo. E così succede che Salvini un giorno si e l’altro pure ribadisce quanto da tempo sostiene: abolire il canone Rai e non ci pensiamo più.

Arriviamo a ieri/oggi. In apparenza, la posizione del MEF dovrebbe tranquillizzare Viale Mazzini, almeno per il prossimo anno. In apparenza, nello scontro da tempo incorso dentro la Lega, la decisione di Giorgetti dovrebbe irritare Salvini e, infatti, quasi tutti i giornali di stamattina titolano in questi termini. Tutto bene allora? No, non ne siamo del tutto convinti. Vediamo: nel comunicato MEF si legge che “Le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano fondate, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso. La milestone  PNRR trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm (l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ndr), la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali: un requisito che risulta soddisfatto”. Per quanto abbiamo potuto verificare e per quanto si può trovare sul sito Agcm, il solo intervento dell’Autorità risale al febbraio 2015 e si legge che  “l’Agcm sollecita però "adeguate garanzie informative in favore degli utenti finali", per non compromettere "la possibilità di comprendere chiaramente qual è il prezzo pagato per i servizi di fornitura elettrica". Il tema sul quale si sposta l’attenzione quindi è l’informazione agli utenti e non la barriera alla concorrenza come chiede Bruxelles. sono due temi radicalmente diversi.

I conti non tornano, sia dal punto di vista politico e sia da quello finanziario  e non ci iscriviamo al partito di chi esulta per come si sono poste le cose. Dal punto di vista politico è difficile pensare che Salvini possa incassare il colpo senza battere ciglio mentre dal punto di vista finanziario forse Rai guadagna un anno di vita per il bilancio ma ne perde altrettanto per il suo futuro che rimane comunque incerto e, scusate, ma non è cosa da poco. Le lobby sono forti, sempre in agguato e forse più aggressive di quanto non lo sia quella che difende la Rai (???). Sul fatto che ora sia Giorgetti, azionista di maggioranza Rai, il paladino del Servizio Pubblico .. sarà .. boh … ma qualche dubbio ci viene.

Ovviamente, ovviamente, rimane tutto sullo sfondo il tema insoluto delle bollette in corso. Ieri abbiamo dettagliato i numeri del ritardo dei pagamenti. Dalla morosità all’evasione il passo è breve e magari qualcuno sta già pensando ad una sanatoria per il mancato pagamento causa crisi. Poi, ovviamente, rimane tutto sullo sfondo la posizione Rai, ovvero quella che non c’è (da ricordare sempre il duetto Fuortes vs Fedeli in Vigilanza lo scorso anno) ovvero quelle che i sindacati ieri hanno dato per scontate “… iniziative similari e autonome..”. A noi non risultano. Magari le hanno prese ma nessuno le ha sapute.

bloggorai@gmail.com

 

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