Sulla stampa di oggi emerge solo una piccola nota: la questione del programma che Marco Damilano dovrebbe condurre a settembre su Rai Tre potrebbe essere catalogata come una puzzetta di criceto in letargo se non fosse che svela qualcosa d'altro di molto interessante. Un passo indietro: il 17 novembre dello scorso anno è stato diffuso in Rai un documento importante (in nostro possesso) che si riferisce alle “mission” e ai profili delle persone che saranno nominate a dirigere le testate finalistiche e uno dei cosiddetti “nuovi generi”. Già. Solo uno: la “Direzione Approfondimento” affidata a Mario Orfeo che viene inserita nel pacchetto “nomine giornalistiche”. Attenzione ad un dettaglio: esiste ancora e teoricamente è in funzione una “Direzione editoriale per l’offerta informativa” affidata a Giuseppina Paterniti e non è stato mai chiarito in che termini dovrebbe interagire con Orfeo. Comunque, si tratta dell’applicazione di una piccola (?) parte di quella che venne definita la “rivoluzione” di Fuortes, cioè in soldoni la riesumazione di quella mummia del vecchio Piano industriale di Salini/Foa. Il nuovo AD Rai se ne appropria e lo rilancia (o almeno vorrebbe). Attenzione ad una cadenza temporale: le nomine delle testate avvengono dopo l’audizione in Vigilanza di ottobre dove lo stesso Fuortes aveva più volte ripetuto che “…ovviamente … ovviamente … prima il piano e poi le nomine” e invece “ovviamente” è avvenuto esattamente il contrario: le nomine ci sono state e del Piano, quale che esso sia industriale e/o editoriale, non c’è la più pallida e lontana traccia
Andiamo avanti: Orfeo viene nominato direttore e gli si affida una missione che merita di essere letta attentamente e incorniciata: “La Direzione intrattenimento, su specifiche indicate dalla Direzione Distribuzione, sviluppa e seleziona formati, cura i contenuti e coordina/supervisiona la produzione dei programmi di approfondimento per tutte le fasce di palinsesto. Rientrano nella definizione di approfondimento programmi che hanno l'obiettivo prevalente di informare che con formati dove la cronaca, l’attualità politica, economica e sociale (salute, moda, lifestyle e tecnologia, viaggi) viene raccontata, discussa e analizzata attraverso il linguaggio del talk-show, inchieste, interviste, reportage, informazione satirica, contenitore di approfondimento. Il genere approfondimento ha inoltre l'obiettivo di ideare nuovi formati e sviluppare i contenuti in una logica cross-mediale su tutte le piattaforme video e, attraverso livello di coordinamento editoriale, sulle piattaforme audio”. Amen. Traduciamo in italiano corrente: di tutto questo la sola “invenzione” editoriale di cotanta Direzione sarà la striscia di Damilano a settembre? È in corso una guerra dagli esiti drammaticamente incerti, il Paese tutto richiede di sapere, capire e approfondire oggi cosa succede per il futuro del nostro Paese, dell’Europa e del mondo mentre su RaiUno, in prima serata, non c’è uno straccio di approfondimento su questo tema? Se ne parlerà (forse) a settembre, con il fresco autunnale quando si potrà sperare che, nel frattempo, la guerra possa essere finita.
Sintesi: idee poche ma confuse! Siamo sulla strada giusta.. adelante con juicio!!!
Oggi assemblea degli azionisti di Rai Way a Via Teulada. Previsto avvicendamento del presidente e un consigliere: Maurizio Rastrello al posto di Giuseppe Pasciucco e Roberta Enni al posto di Stefano Ciccotti. Si preparano le carte per la prossima probabile partita: la cessione della quota di maggioranza della società. Continuiamo a ritenerla una bufala, ovvero una bieca operazione di bassa finanza che nella mente torbida di alcuni dovrebbe servire a portare qualche spiccio di Euro in cassa Rai con il recondito intento di tappare qualche buco. Potrebbe non andare nel verso giusto: le incognite giuridiche intrinseche al DPCM e le posizioni ostative dei partiti (NB: gli stessi che hanno votato il provvedimento in CdM) potrebbero rendere l’operazione tutta in salita.
Ieri dibattito con alcuni lettori a proposito dei 6 silenzi imbarazzanti dei quali abbiamo parlato: con i paletti normativi, economici e tecnologici attuali e le incognite relative, la Rai sarà destinata a profilarsi come un “content provider” o come una “media company” o che altro? La prima soluzione pone per scontata la perdita o quantomeno la riduzione della capacità di gestione e sviluppo della leva tecnologica: troppo oneroso e complesso sostenere una innovazione in un mondo dove Rai non ha maturato know how adeguato e sufficiente per competere contro i nuovi colossi del broaband e non ha fondi adeguati per fare sostanziosi investimenti (vedi CDN). L’esperienza di RaiPlay (della quale vi abbiamo accennato nel documento proposto in Vigilanza) è ad un limite di criticità significativo. Non rimarrebbero che la produzione e distribuzione di contenuti. Già .. ma quali? E con quali risorse si dovrebbero realizzare?
Il 4 maggio è prevista l’audizione di Fuortes in Vigilanza Rai. Domani vi riferiremo di una interessante comunicazione che ci è pervenuta sul tema canone in bolletta.
PS: ieri abbiamo inaugurato una nuova sezione di Bloggorai dedicata alla guerra in Ucraina. Vista l’attenzione che ha ricevuto, contiamo di proseguire ma sarà distinta dal post del mattino sulla Rai.
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