domenica 25 agosto 2019

Waterloo

Tranquilli, oggi nulla di nulla di interessante (intervista a Loretta Goggi) ... tutti ancora in vacanza. Allora ci divertiamo con qualche giochino storico.
Se Napoleone avesse avuto un buon cellulare con applicazione Meteo è molto probabile che l'esito della battaglia che lo ha visto sconfitto di fronte alle truppe di Wellington sarebbe stato del tutto diverso. La pioggia, dannata pioggia, imprevista e imprevedibile e quel pallido sole che non ha asciugato subito il terreno di quel primo pomeriggio del 18 giugno 1815, ha impedito sia alla cavalleria napoleonica di attaccare le postazioni prussiane, sia alla sua artiglieria "di rimbalzo" di essere efficace. Si aggiungano poi gli errori tattici di Ney, probabilmente succube della fama di Wellington, che tardò l'attacco nel pomeriggio, e la mancanza di Murat che poco tempo prima lo aveva tradito per completare il quadro della disfatta. Oggi gli storici si chiedono cosa sarebbe stata l'Europa senza Waterloo.

Tutto questo per arrivare ai giorni nostri. Provate a fare il giochino della sostituzione dei nomi e dei ruoli e immaginate cosa ne esce. Cosa sarebbe avvenuto se l'8 di agosto Salvini non avesse aperto la crisi di Governo? Ca va sans dire ... nessun sacrilegio storico e nessun pensiero di similitudine con il Grande Corso e, almeno per ora, la crisi non è una Waterloo per nessuno. 
Però ... però qualche suggestione rimane. Rimane il pensiero che in quella data è avvenuto un passaggio epocale tra una fase politica, oltre che sociale e culturale, fondata sull'idea di un uomo solo al comando di berlusconiana prima e renziana memoria poi, si è passati a quella di un uomo solo allo sbando

Questo stesso giochino di sostituzione dei nomi e dei ruoli, provate a farlo con i vari generali di Viale Mazzini: divertente.

Per quanto riguarda il Servizio Pubblico, potrebbe significare un momento di svolta di potenziale grande rilievo. Nell'ipotesi di nuovo governo PD - 5S, ci potrebbe essere una svolta nella direzione di modificare (Di Maio dixit) e magari migliorare le legge sulla Rai e, meglio ancora, dare vita ad una profonda riflessione di aggiornamento sul SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni) datato ormai più di 20 anni. Tra l'altro, si può cogliere l'opportunità del rinnovo del Consiglio di AgCom (sospeso per crisi). 
Nel caso il tavolo della trattativa PD - 5S non andasse a buon fine, almeno per la Rai nella migliore delle ipotesi si potrebbe sperare che per l'anno prossimo il canone potrebbe essere salvo, salvo qualche esproprio dell'ultima ora da far entrare nella prossima finanziaria. Ma si tratta di cosa da poco, un tirare a Campari di scarsa utilità strategica. Rimarrebbe una situazione di "stallo" politico tra le due anime che governano Viale Mazzini in attesa di nuove elezioni e nuovi equilibri. Si tratta dello scenario peggiore per l'Azienda: nessuno prenderebbe più decisioni strategiche, nessuno si assumerebbe responsabilità di scelte che potrebbero essere ritorte contro. Una tragedia. Almeno, solo per questo, converrebbe tifare per la soluzione della crisi: la Rai non si può permettere ulteriori ritardi nella corsa all'innovazione delle tecnologie, dei prodotti, dei programmi.

Ieri un nostro attento e affezionato lettore ci ha fatto notare a proposito degli ascolti sull'informazione: "... se fai servizio pubblico non ti preoccupi dell'Auditel". Obiezione accolta: ma in questo periodo, e nello specifico sul tema della crisi politica, la Rai ha svolto bene il suo compito di Servizio Pubblico? Abbiamo qualche riserva in proposito. Inoltre, la sua natura ibrida (metà canone e metà pubblicità) impone comunque di fare attenzione agli ascolti. Almeno fintanto che non sarà chiaro cosa la Rai offre ai cittadini in cambio del canone (anche durante il periodo estivo).
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